Basta chiamare tutto sfortuna, per favore. Una volta è la colpa è del commentatore di turno, costretto a scusarsi per una previsione sbagliata o per una gufata clamorosa, insultato sui social per aver "portato iella" al povero pilota finito a muro. Una volta è colpa della fidanzata presente, dell'amico, della famiglia, della star presente nel paddock (come nel caso di Fedez), tutti inspiegabilmente condannati dalla gogna social a portare sfortuna in ogni occasione.
Lo stesso Charles Leclerc ha più volte dimostrato di essere - come molti piloti - un po' superstizioso: il monegasco infatti si presenta al sabato delle qualifiche nel box sempre con i suoi immancabili pantaloni rossi, sicurezza del poleman per eccellenza di questa nuova generazione di piloti. C'è un limite però, a superstizione e convinzioni. Da tempo infatti attorno ai risultati sportivi a Monaco del pilota Ferrari aleggia l'ombra della "maledizione di Montecarlo": dal 2017, anno di gloria per il baby fenomeno in Formula 2, fino allo scorso anno, quando un errore di strategia ha compromesso la sua gara e la sua pole position del sabato, facendolo chiudere fuori dal podio.
Nel mezzo, per lui, sempre e solo brutti risultati: nel 2018, anno del debutto in F1 con Sauber, resta senza freni e dopo un incidente è costretto al ritiro; nel 2019, primo anno in Ferrari, a causa di un errore di strategia in qualifica si ritrova escluso nel Q1 con il 16° tempo in qualifica, in gara tenta la clamorosa rimonta ma si ritira dopo aver danneggiato irrimediabilmente il fondo della vettura. Nel 2020 la gara salta a causa del Covid ma nel 2021 le cose non vanno meglio, con pole position al sabato e ritiro prima del via la domenica: nel giro di ricognizione pre gara Leclerc si accorge di un problema alla sua monoposto che, a causa della rottura di un semiasse, non può iniziare il GP.
Quest'anno, in una stagione già sufficientemente difficile, Monaco non regala cambi di scenari: in un fine settimana iniziato con il sorriso di chi sa di avere, tra le strade del principato, una grandissima occasione di successo in una stagione dominata da Red Bull, la domenica sera i risultati sono sicuramente quanto meno deludenti. Un terzo posto in qualifica, diventato sesto a causa di una penalizzazione di tre posizioni, rimane un anonimo sesto posto anche alla bandiera a scacchi del Gran Premio.
Ma si tratta davvero di maledizione? Il terzo posto di sabato è stato vanificato da un errore vero e concreto del team che non ha avvisato Leclerc dell'arrivo nel tunnel di Lando Norris - impegnato nel giro lanciato - in tempo per permettere al monegasco di spostarsi. Impending, chiaro e semplice. Tre posizioni di penalità, altro che maledizione. Domenica non arriva il guizzo: l'attesa di pit stop per il monegasco, che rientra ai box più tardi rispetto ai colleghi, non basta per aspettare la pioggia che arriva pochi giri dopo, vanificando quello che sarebbe potuto essere un ottimo punto strategico a suo favore. Una scelta conservativa più che un vero e proprio errore con un risultato che non sorprende.
Leclerc chiude il weekend sottotono senza la tristezza disperata del 2021, senza la rabbia del 2022, ma senza la gioia di un podio - o di una vittoria - che aspetta dal 2017. Per lui è un fine settimana complicato, complesso, dove la pressione addosso è alle stelle e dove tutte sembrano davvero andare male. Basta però, dare la colpa al fato. Perché che sia colpa della squadra, di un avversario, o dello stesso Leclerc, la sfortuna a Monaco non è la vera protagonista.
E ancora una volta la Ferrari ha dimostrato di dover lavorare di più, più duramente e con maggior attenzione. Altro che maledizione.