Se per tutti gli appassionati delle gare endurance, giugno è simbolo della 24H di Le Mans, dall'altro lato gennaio non può essere altro che la 24 ore di Daytona. L'inverno è sempre lunghissimo, per chi come noi è appassionato di motori: tutti i campionati a 2 o 4 ruote sono in pausa. Però oltre oceano, in Florida, proprio in questo periodo si disputerà una tra le gare automobilistiche più acclamate e famose di sempre, la 24H di Daytona. Proprio quest’anno ancora prima di iniziare, conta numeri da record con ben 61 vetture schierate per la 61a edizione.
Quindi mettetevi comodi e non vi preoccupate, perché sta iniziando il tanto atteso conto alla rovescia per il debutto delle nuove LMDh e per l’apertura del campionato americano IMSA Weather Tech SportsCar Championship.
In primo luogo, la 24 ore è uno dei principali eventi motoristici internazionali, conosciuta e cara a moltissimi piloti e sostenitori. Rappresenta infatti una dei tanti diamanti delle gare endurance. L'edizione 2023 inizierà come sempre con alcuni giorni di test, il cosiddetto “ROAR BEFORE the 24”, che servirà a team e piloti non solo a preparare la gara, ma anche a definire la griglia di partenza dato che ci saranno le qualifiche. Questo format andrà a sostituire la qualyfing race, soluzione che era stata adottata per le edizioni precedenti. Il weekend di gara si aprirà giovedì 26 gennaio con le prove libere 1 e 2, 3 e 4 il venerdì ed infine il vero e proprio ruggito, “ROAR”, il sabato 28 con partenza alle 19:40, ora italiana.
Il tracciato: Daytona international Speedway, the world center of racing
La gara si disputa dal 1962 e si ispira alla 24H di Le Mans, a quella che possiamo definire come “la madre” di tutte le gare endurance, che proprio quest’anno festeggia il suo centenario.
Vi sono però alcune differenze strutturali tra le due 24H. Prima di tutto la 24h di Daytona si disputa su un tracciato del tutto iconico e molto particolare per la sua disposizione, soprattutto per chi è abituato a vedere gare europee o di formula 1. Si tratta infatti di un circuito conosciuto per lo più per il campionato Nascar con “The great American Race”, la Daytona 500. Lungo circa 4 km, è il più piccolo circuito tra le 4 grandi classiche di durata. È quindi veloce e chiuso, non vengono infatti utilizzate strade cittadine, come accade invece nella 24h di Le Mans. È caratterizzato da un triovale e una parte di circuito stradale. Si entra quindi nell’International Horseshoe, la sezione stradale vera e propria. Dopo un breve rettilineo si ritorna sull'anello, che comprende curve sopra elevate, caratterizzate da un’inclinazione di ben 31 gradi, conosciuto in America come banking. Questo tratto in piena accelerazione, dove i piloti tendono a stare sulla corsia interna dell’ovale per non accumulare i residui di pneumatici, viene interrotto dalla chicane “Bus Stop”, molto veloce.
Inoltre, il periodo in cui vengono disputate le due 24 ore è completamente diverso, Daytona disputata in pieno inverno, quindi meno ore di luce nella notte e condizioni atmosferiche non sempre ottimali, mentre Le Mans a giugno.
L’origine della 24H risale al 1962, quando all’epoca veniva disputata la “3 ore di Daytona”, modificata poi in una 2000 km, per poi essere trasformata in una 24h, a partire dalla stagione del 1966. Un tempo, le vetture dovevano tagliare il traguardo dopo 24 ore per classificarsi e finire così la gara, creando molto spesso episodi dolorosi, dove automobili danneggiate aspettavano ai box o ancora peggio a bordo pista per ore, causando così situazioni di pericolo, per poi riavviare il motore e cercare di concludere la gara, in tutti i modi possibili e immaginabili.
Ferrari: la rivincita, da prima pagina, a casa degli Americani
Dopo essere stata battuta dalla Ford nel 1966 sia a Daytona che a Le Mans, la nuova Ferrari 330 P3/P4, progettata dal grande ingegnere Mauro Forghieri, domina e vince la 24h nel ‘67. La foto in parata delle Ferrari, che immortala quella vittoria così emozionante, rappresenta una delle pagine più importanti nella storia del giornalismo motoristico sportivo, sottolineando la rivincita sui rivali americani, tra l’altro proprio a Daytona, a casa loro.
2023 tra novità e curiosità: le tanto attese LMDh e le nuove GT3
Il 2023 sarà l’inizio di una vera e propria epoca dorata per le massime categorie del WEC e dell’IMSA, con l’ingresso di nuovi prototipi, come Porsche, Ferrari, BMW, Vanwall, Acura e Cadillac; oltre a Toyota, Peugeot e Glickenhaus.
Pertanto, la 24H di Daytona 2023 non è un evento da perdere, perché segnerà il debutto ufficiale dei prototipi LMDh, “Le Mans Daytona Hybrid”, categoria poi unificata con le LMH “Le Mans Hypercar” nel WEC.
LMDh, il fiore all’occhiello per tanti piloti di indy e non.
La vecchia classe DPi “Daytona prototype International”, ora chiamata GTP, vede quest’anno in gara ben 9 vetture.
Tra le new entry della futura “classe regina”, ci sarà il debutto della nuova LMDh 963, schierata dal team Porsche Penske Motorsport. Si crea così un importante binomio, tra un team americano di successo come Penske e la casa di Stoccarda, già protagonista e vincitrice indiscussa nel mondo GT. Verranno schierate ben 2 vetture dal Team Penske, #6 i cui piloti saranno Nick Tandy e Mathieu Jaminet per tutto l'anno, con Dan Cameron che prenderà parte al primo evento. La #7 viene invece affidata a Matt Campbell e Felipe Nasr, ai quali si aggiunge Christensen per la 24H.
Presente anche il team americano Chip Ganassi, un’icona dell’american dream nel motorsport, che schiera ben 2 Cadillac V-LMDh oltre a quella del team Action Express Racing. Una delle quali, vedrà al volante il 6 volte campione dell’Indycar Scott Dixon. Nella lunga, anzi lunghissima entry list sono presenti anche 2 ACURA ARX-06 e 2 BMW M V8 Hybrid, per un totale di 9 GTP.
“Attenti a quei 2” ANZI NO, attenti alle *LMP2
La categoria LMP2 IMSA, a differenza del WEC, prevede l’obbligo di almeno un pilota amatore, quindi Bronze, ma permette anche due professionisti nelle gare di 24h. Così risplendono tanti nomi di piloti GT come quelli di Raffaele Marciello “Lello”, Nicklas Nielsen, futuro pilota della 499P LMH Ferrari e Mikkel Jensen, già pilota ufficiale Peugeot che però disputerà la 24H con il team TDS Racing, proprio perché come vi sarete accorti Peugeot, esattamente come Toyota e Glickenhaus non saranno presenti, a malincuore.
LMP3 classe a rischio per il futuro? Forse sì, ma 9 team in gara, pronti a dare spettacolo
Ricca di team interessanti, la classe LMP3 si presenta con team d’eccezione come Andretti Autosport e JDC- Miller.
Nuovo anno, nuove LMDh, ma non dimentichiamoci delle nuove GT3...chiamate GTD, (GT DAYTONA) nel campionato IMSA
La 24H vedrà infatti il debutto delle GT3 per il 2023, dalla Porsche 911 GT3-R 992 alla Ferrari 296 GT3, passando per la Lamborghini Huracán Evo 2.
Tra le 8 GTD - PRO vedremo Porsche e Pfaff, che proseguono la loro collaborazione, schierando la vettura con l’iconica livrea a plaid che vedrà al volante Klaus Bachler, Patrick Pilet e Laurens Vanthoor. Iron Lynx farà il suo debutto a Daytona con Lamborghini, dopo la stagione in Ferrari. Il team di Cesena schiererà i 4 piloti ufficiali Andrea Caldarelli, Mirko Bortolotti, Jordan Pepper e Romain Grosjean, in vista del programma LMDh2024.
Passando da un team italiano all’altro, la Ferrari 296 schierata dal team Risi Competizione vede in griglia di partenza Daniel Serra, Alessandro Pier Guidi, Davide Rigon e James Calado. Altro team, altra storia, Weathertech Racing con Proton Competition schiera una Mercedes AMG GT3 per l’intera stagione affidata a Juncadella, Gounon, Engel e Cooper MacNeil per la 24H di Daytona. Ci saranno anche due Aston Martin di TGM Racing, una Corvette C8.R GTD e una Lexus RC F GT3, schierata dal team Vasser Sullivan, a dare lustro alla dorata griglia di partenza.
GTD e la classe delle 25 meraviglie
In GTD, vi sono ben 25 vetture, questa categoria prevede almeno due silver nell’equipaggio di massimo 4 componenti. Una delle categorie più vaste per numeri, talento e piloti. Infatti, scorrendo l’entry list ci perdiamo tra i tanti nomi interessanti, alcuni già visti in F1 o in altre categorie o campionati, tra cui Jan e Kevin Magnussen. La coppia padre e figlio, infatti, sarà di nuovo insieme per la 24H, dopo l’esperienza della 12 ore del Golfo.
A difendere il tricolore italiano in GTD, vediamo Iron Lynx per Lamborghini, con la vettura #19 e la #83 per le IronDames, oltre a quella in GTD-PRO e poi AF CORSE e Cetilar Racing con Ferrari.
Velocità, destino, costanza, affidabilità e strategia, tutti termini cardini in una gara endurance. Perciò non resta che correre e vedere quella bandiera a scacchi sventolare alla fine delle 24 ore. Un’entry list da record, spettacolare, il tutto reso ancora più speciale e magico dalla cornice scenica di Daytona.
Una gara da attendere con il fiato sospeso, tutti pronti a guardare 24h di pura velocità, di gioie e a volte dolori, 24h di passione mista a curiosità per l’alba di un’era che è appena iniziata. Dove seguire la gara? L'evento si potrà seguire in diretta streaming sul sito del campionato IMSA (https://www.imsa.com/tvlive/)