Il primo pensiero che viene è assolutorio: nel tentare di risolvere sono andati tutti in confusione e, alla fine, ne è uscito un vero e proprio disastro. Anzi, un record negativo: Valentino Rossi che parte ventunesimo nel GP numero 416 della sua carriera. Mai così male in qualifica e dietro di lui solo Lorenzo Savadori, neofita della MotoGP e pure infortunato ad una spalla. Quando Rossi si è tolto il casco, rientrando al box, il viso era quello del “ma chi me lo fa fare” e non sono passati dieci secondi per assistere sui social alla solita sfilza di commenti velenosi. Tra chi evoca Lucchinelli e chi, invece, se la prende con gli anni. Ma il punto probabilmente è un altro: in 416 gran premi può succedere un disastro. Che magari resta solo e isolato e che non significa assolutamente niente. Valentino Rossi è in una nuova squadra, sta prendendo le misure con gli uomini del nuovo box e con una moto che conosce, ma che non è, ovviamente, quella di sempre.
Ha anche 42 anni e, magari, cinque giorni per recuperare non sono abbastanza da un punto di vista fisico, senza contare che le condizioni dell’asfalto di Losail, oggi, sono diverse dal solito. Solo una settimana fa esatta aveva fatto il quarto tempo, dietro a Bagnaia, è vero, ma comunque il quarto tempo ed aveva veleggiato nel top 10 per quasi tutto il fine settimana. Poi i problemi in gara, il nervosismo e, probabilmente, la foga da soluzione. Insomma, un insieme di cose che ha fatto nascere una frenesia tra modifiche, nuove impostazioni, tentativi, settaggi alternativi e, in una parola sola, confusione. Confusione. Non una giustificazione, sia chiaro, ma non sarà un sabato in cui è andato tutto male a far presentare questa sera Valentino Rossi in conferenza stampa annunciando il ritiro. Anche perché domenica scorsa è partito quarto ed è arrivato dodicesimo. Se domani, partendo ventunesimo, dovesse arrivare comunque dodicesimo non cambierebbe molto. Non è questione di numeri e posizioni, ma di stato d’animo. E l’ha spiegato bene nell’intervista realizzata per Sky un certo Carmelo Ezpeleta. “Valentino sente di divertirsi ancora e fino a quando si divertirà non smetterà. Per questo – ha detto il patron di Dorna – non abbiamo mai parlato del suo addio. Ma è chiaro che uno come Valentino non si diverte se arriva sempre nelle retrovie. Questo mondo, questo sport, devono tanto a Valentino e il minimo che possiamo riservargli è non fargli sentire alcuna pressione, che sia per smettere o per continuare”.