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Valentino Rossi all'ultimo giro di giostra: "Yamaha, quanto t'ho amata!"

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

22 novembre 2020

Valentino Rossi all'ultimo giro di giostra: "Yamaha, quanto t'ho amata!"
Il Dottore si prepara a lasciare la Yamaha ufficiale dopo una stagione complicata, la prima in carriera sotto i 100 punti. Ma la passione è quella di sempre e sul 2021 Rossi ha le idee chiare: “non sarà solo una stagione per salutare” e sul ritiro: “vi farò sapere io a metà dell’anno prossimo”.


di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

Valentino Rossi lascerà la Yamaha ufficiale a Portimao. La storia tra il Dottore ed il marchio di Iwata è una delle più iconiche e longeve del motociclismo, una sorta di simbiosi. Al primo incontro è stato Valentino a portare in alto la Yamaha, quando nel 2004 salì su di una M1 che non vinceva da troppo tempo. Poi, dopo il biennio in Ducati, è stato il turno della casa giapponese a risollevare il suo pilota, a rendere il favore. Ma il passaggio in Petronas potrebbe essere esattamente ciò di cui Valentino ha bisogno per tornare ancora una volta, forse l’ultima, a lottare per vincere. Il 9 volte iridato ha raccontato il suo momento di transizione a Sandro Donato Grosso, per lo speciale Fast Forward andato in onda su Sky Sport MotoGP. Ecco i passaggi più interessanti dell’intervista.
 

"E' un momento importante, è stato un viaggio lungo. - esordisce Rossi - La storia con Yamaha è stata divisa in due parti, in mezzo c'è stata l'esperienza con la Ducati. Sarò sempre grato per avermi fatto tornare dopo due anni deludenti. Mi dispiace andare via dal team, ma non c'è tristezza. Sono anche curioso, ma non penso che cambierà molto, a parte i colori”.

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Nel lasciare la squadra ufficiale ci sono tanti cambiamenti, a cominciare dall’addio di alcuni componenti storici del suo team che non è stato possibile portare in Petronas, come lo storico meccanico Alex Briggs che ha seguito Valentino in tuta la sua carriera in MotoGP "Penso che non mi fermerò a dare un bacio alla moto (come aveva fatto nel 2010, ndr.) vorrò solo abbracciare gli uomini che vedrò meno. La moto la vestirò con altri colori ma sarà sempre la stessa”.

Poi Rossi parla del coronavirus, esperienza che lo ha costretto in casa e lontano da tutti: "È stata un'esperienza di cui avrei fatto volentieri a meno. - ha raccontato Valentino - Per la prima volta la gente non voleva venirmi vicino, anche mia mamma stava distante. Mi ha fatto un po' impressione, non ho avuto paura perché sono sempre stato bene. Mi è spiaciuto non correre. Il tampone non è un esame in cui puoi fare qualcosa. Sembrava di stare a scuola”.

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Valentino spiega poi le differenze tra una squadra ufficiale ed un team satellite e chiede più collaborazione tra i giapponesi ad Iwata e la squadra corse a Gerno di Lesmo, in Brianza: "C'è una cosa che è il team ufficiale, dove si cerca di fare tutto al top con tanta gente in più di un team come Petronas. L'evoluzione della moto si fa tutta in Giappone e secondo me siamo stati più statici. Mi piacerebbe ci fosse più collaborazione tra la parte giapponese e quella italiana-europea. Abbiamo sofferto molto quest'anno con il motore. Speravamo di essere competitivi, invece li abbiamo anche rotti. Anche la storia delle valvole dimostra che in Giappone forse c'è stata un po' di confusione"


In Petronas il Dottore dividerà il box con Franco Morbidelli, con cui c’è un rapporto di amicizia e rivalità: "Ci siamo cresciuti le serpi in seno -scherza Rossi - La storia di Franco è speciale, essere insieme in Yamaha è una bella storia. Adesso è il pilota più in forma e stargli davanti l'anno prossimo sarà difficile”.

Poi l’intervista continua tra futuro e figli, quando non sarà più sulla griglia di partenza della MotoGP: “Se ho paura di diventare grande? Un po' sì, anche se penso sia consapevolezza che ci sarà una parte di vita diversa. Ci saranno altre soddisfazioni, che però non saranno mai paragonabili a essere pilota della MotoGP. Mi piacerebbe essere padre. Ma se devo aspettare di essere pronto non succederà mai. Quindi a un certo punto getterò il cuore oltre l'ostacolo. E' anche importante avere al proprio fianco la donna giusta, che ti fa stare bene”.

 

La prima stagione nel Team Petronas per Rossi potrebbe anche essere l’ultima se i risultati non dovessero essere soddisfacenti ”Penso che deciderò durante la prossima estate se continuare o meno. Non ho ancora deciso di smettere. Spero che il prossimo anno in Europa si corra con le date giuste, ci sarà una piccola pausa nel mezzo e penso che lì deciderò. Datemi ancora un po' di tempo, vi faccio sapere io…”. Ma poi chiarisce che non correrà per fare presenza, anzi. Il decimo titolo è ancora l’obiettivo, come lo è vincere gare e salire sul podio: "Proveremo a dare tutto il prossimo anno: non sarà solo una stagione per salutare” ha spiegato Rossi.

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In futuro la MotoGP potrebbe avere in griglia di partenza un Team VR46, si pensa addirittura che possa fare da Team satellite per la Suzuki di Davide Brivio. Valentino non smentisce, anzi: "Una storia sono io, un'altra il mio team. Credo che sono cose che non possiamo decidere noi. Se le Yamaha sono 4 e c'è Petronas, le Yamaha sono finite... Non è una cosa che si può decidere adesso, ho paura che bisognerà vedere cosa succede il prossimo anno. Ducati? Perché no, Luca correrà con Ducati. Honda? Non è che abbiamo buonissimi rapporti, ultimamente..."

"E' un Mondiale meritato - spiega poi Valentino in merito al titolo vinto da Joan Mir - Ha vinto solo una gara, ma ha fatto tanti podi e piazzamenti. In Austria avrebbe vinto lui, poi la gara è stata fermata. Devo dire che il calendario ha reso un campionato strano e difficile per tutti, abbiamo avuto tanti problemi. Mir è meritatamente campione del mondo”.

In seguito il Dottore ha raccontato le sue abitudini prima della gara, i suoi rituali e le sue abitudini: “È tosta... intanto quando mi sveglio cerco di capire dove sono. Mi do degli obiettivi: podio, vincere, ecc. Faccio colazione presto, alla stessa maniera. Di solito mangio un uovo con Max e Uccio, mi faccio una doccia per svegliarmi e mi preparo per il warm-up. Di solito ascolto musica, la domenica c'è Vasco. Ora sto ascoltando 'Fronte del palco', un disco live di un concentro a San Siro del 1989. Durante il weekend invece faccio delle playlist”.

Poi c’è il warm-up, che spesso si è rivelato un momento decisivo nella carriera di Valentino: “È importante, perché capisci subito se hai il tocco in più. Dopo il warm-up comincia un momento difficile, anche se ti aiuta seguire le gare di Moto2 e Moto3. Poi ti vai a vestire e pensi solo a concentrarti. Sulla griglia saluto tutti, a cominciare da Uccio. Poi restano con me solo Bernie e Brant, per ultimo saluto loro".

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Che la grande passione per i motori di Valentino non si ferma alle moto è ormai un dato di fatto. Ma quest’anno Rossi non prenderà parte al Monza Rally Show per avvicinarsi alle gare di Endurance: ”Esatto, non correrò a Monza ma in Bahrain il 9 gennaio con la Ferrari 488 insieme a Uccio e a Luca come l'anno scorso. - ha raccontato il Dottore - È una 12 ore, l'anno scorso era ad Abu Dhabi, quest'anno l'hanno spostata in Bahrain. Questo tipo di gare con le macchine è una di quelle cose che mi piacerebbe fare quando smetterò con le moto. Sono le gruppo 3, fanno delle Endurance di 6 o 12 ore a Le Mans o Spa. Ci sono tante gare belle".

Le possibilità di vederlo competere nella Dakar, invece, sono piuttosto ridotte:  "Mi piacerebbe di più stare sull'asfalto, perché è il mio materiale preferito. La Dakar è più fuoristrada, quindi al momento no. Comunque correre in macchina".

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Infine il 9 volte iridato si lancia in un confronto tra i grandi degli altri sport, a cominciare dalla Formula 1: "Schumi l'ho conosciuto, conosco meglio Lewis. E' un grande, insieme a Schumi, Senna e Prost tra i più grandi della storia. Ma tra il tedesco e l’inglese direi Hamilton: lui ha portato la moda secondo cui lo sportivo deve essere anche un modello. Io vengo dalla generazione prima, in cui eravamo tutti vestiti male. Ho continuato su quella strada..."

Sul tennis invece tra Federer, Nadal e Djokovic, Rossi non ha dubbi: "Sono da sempre per Federer. Mi sembra quello più vicino a me, abbiamo più o meno la stessa età e lo sento vicino”. Sul calcio, quando gli viene chiesto di scegliere tra Messi, Ronaldo, Maradona e Pelè, Valentino risponde così: ”Io direi Maradona e Ronaldo il Fenomeno. Sono loro i miei due giocatori preferiti di sempre. Diego l'ho conosciuto, siamo stati a cena insieme, ma non l'ho mai visto giocare perché aveva già smesso. E' nell'elite degli sportivi più importanti della storia. Ronaldo è quello che mi ha fatto innamorare del calcio quando è venuto a giocare all'Inter".

 

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