Domani sul Venerdì di Repubblica uscirà un’intervista a Valentino Rossi. Un’intervista in cui Vale oltre che del suo passato parla del suo futuro, ma che in parte è sta già superata dagli eventi, visto che nel frattempo il Dottore, vestito da dottore, ha annunciato la gravidanza della compagna Francesca Sofia Novello: aspettano una bambina più o meno per febbraio. Nell’intervista al Venerdì, della quale sono già usciti un video e delle anticipazioni, per sua stessa successiva ammissione Rossi ha girato intorno alla domanda sulle possibilità novità con la sua fidanzata: “Il fatto è – ha detto poi allo stesso giornalista su Repubblica – che volevamo tenere la notizia segreta fino alla gara di Misano, tra un mese. Scaramanzia, prudenza: chiamala come vuoi. Però a questo punto, non possiamo più nasconderlo”.
Bimba a parte, “ho corso una vita”, sottolinea Valentino al Venerdì: 26 stagioni da quella prima volta in Malesia, nel marzo 1996. Era un adolescente. Poi sono arrivati nove titoli mondiali, 115 gare vinte e 235 podi, di cui 199 nella classe regina. Quella raccontata è la “storia solare di «un ragazzo normale, che cerca sempre di vedere il lato buono». Fatta anche di momenti bui: «Ho vissuto, non mi sono nascosto». Scommesse vinte e perdute, qualche rimpianto: «Potevo guidare la Ferrari in Formula Uno, ma avrei dovuto avere pazienza». Amici che non ci sono più: «Dopo Simoncelli, niente è stato come prima». Ha fatto innamorare di questo sport milioni di persone che non sapevano neppure cosa fosse, una moto. Quarantadue anni e mezzo. «Non sono più solo un pilota, ma anche un uomo». Un padre, tra qualche mese. Ha corso una vita: ora è tempo di fermarsi e respirare a fondo. Rallentare. Una nuova vita comincia: «Sono così curioso. E anch’io ho un po’ di paura»”.
Nell'intervista, Rossi dice tra le altre cose:
“Ho smesso di correre quando secondo me non ne è valsa più la pena”.
“Sono tranquillo perché ho potuto dare tutto e provarci fino alla fine”.
“Sono andato a provare la Ferrari non per tanto scherzare, ma ho detto «secondo me ci salgo e posso andare forte» e infatti sono andato e bene. E quindi anche quelli della Ferrari… «dai proviamo a farne un altro, proviamo a farne un altro»… alla fine abbiamo fatto 5-6 test e alla fine del 2006 c’è stata questa possibilità, questo grande sogno. Però non ero pronto a smettere di correre con le moto”.
“Ci sono stati moltissimi momenti bui in pista. Quello che è successo a Marco è sicuramente stato il momento più buio. Non lo voglio neanche paragonare agli altri. È stata una cosa proprio differente ed è una cosa che ci ha cambiato la vita”.
E sul dopo-ritiro: “Io nel paddock verrò, magari non sempre, soprattutto per aiutare i nostri piloti dell’Academy. Quindi ci sarò, sarò lì ma non sarò in pista. Non sarò uguale, ma comunque ci sarò. E comunque devo dire che la MotoGp c’era prima di Valentino Rossi e la MotoGp ci sarà dopo, ecco”.
Ecco un estratto video.
A margine, lo stesso intervistatore, Massimo Calandri, firma un pezzo in cui specifica che Rossi “si ritira perché non vince più, non perché sta per diventare padre”: “No – si legge sul sito di Repubblica – non dice basta perché sta per diventare papà. I suoi migliori amici lo sanno, e confermano. Del resto, anche Viñales ha avuto da poco una bimba, Nina, e così era successo a Crutchlow, con Willow, 5 anni fa (ma nascono solo femminucce, nei circuiti?): in MotoGp quelli continuano a correre a 350 all’ora, sfiorandosi di millimetri. I piloti sono una strana razza, quando salgono in sella ad una moto. No, Valentino dice basta perché non arrivano i risultati che si aspettava. E non gli dà più «gusto», battersi nelle retrovie”.