Come si girare a Imola? Se lo saranno chiesto mille volte i giovanissimi protagonisti di questa Formula 1, che tra le curve del circuito dell'Emilia Romagna - prima di oggi - non avevano mai corso.
L'attesissimo rientro di questo appuntamento nel calendario ufficiale però non ha emozionato solo i piloti, incuriositi da una pista che ha fatto la storia del loro sport, ma anche i tanti tifosi della Formula 1, impazienti di vedere le monoposto moderne sul terreno di Imola.
E per rispondere alla domanda più gettonata di questo weekend abbiamo chiesto alla pilota italiana Vicky Piria di raccontarci le emozioni di un giro in pista all'autodromo Enzo e Dino Ferrari. Vicky ci ha portati con lei a Imola, tra errori banali da evitare, curve difficilissime e punti in cui c'è solo "da avere fede". Un assaggio, tutto da leggere, di quello che vedremo durante il Gran Premio di domani.
Si parte con il rettilineo che già racconta tanto dell'essenza di Imola. Sembra strano da dire, ma essendo storto non è un rettilineo normale. Certo con le Formula lo fai tranquillamente, non è niente di impossibile, ma non sei rilassato come da altre parti, a Monza per esempio.
Da lì c’è la frenata del Tamburello, che deve arrivare tardi, e il cui segreto sta nei cordoli: arrivi, staccata, scali, molli presto il freno, becchi bene il cordolo e poi giù tutto. Se quei cordoli li becchi male, con il muso basso, perdi una marea di tempo.
Poi c’è la Villeneuve, che è la tipica curva da ritmo, quella che quando la azzecchi ti gasi. Io mi aspetto che in Formula 1 la prima parte la facciano quasi in piena sinceramente, e quello di diverte parecchio. Poi da lì frenata dolcissima - giusto per far girare la macchina - prendi, esci e anche la Villeneuve è andata.
Da lì poi ti trovi alla Tosa, che è una curva odiosa. Ha l’entrata in salita, e ti va via tanto il posteriore, e in più devi dare gas presto perché poi sali su verso la Piratella. È una curva lenta ma apri tanto quindi porti tanta velocità e ti ritrovi in ritardo con l’acceleratore, che lì se non sei stato bravo poi ti ritrovi alla Piratella che ti hanno già affiancato. E lì volano parole.
È una curva un po’ del c***o, diciamocelo, e quelle sono le più difficili. Perché uno pensa sempre di dover andare forte alle curve forti, quindi a Imola ti dici: “devo andare forte alla Villeuneve, alla Piratella…” ma se sottostimi l’importanza della Tosa sei fregato.
Dalla Tosa arrivi, scollini, e lì la prima volta che la fai ti viene da frenare prestissimo, perché non capisci niente: è cieca, non vedi e ti spaventi un po’. I riferimenti comunque li hai, anche se essendo cieca te la devi sempre sentire anche dopo mille volte che l’hai fatta e provata.
Ma il difficile vero arriva alle Acque Minerali, quando scendi. Alla Tosa e alla Piratella i riferimenti li hai, mentre alle Acque Minerali no e le devi fare così, tutte veloci e tutte con la pancia. Pensa che io quando corro ho sempre le mie note, in cui mi segno i dettagli della pista con i punti di entrata e qualche accortezza, ma alle Acque Minerali non so mai che cosa scrivere, perché quelle le fai senza riferimenti, e allora mi sono sempre scritta DAF: devi avere fede.
Hai tanto carico e lì vige la regola del motorsport secondo cui più forte vai e più sei stabile con la macchina. Se molli perdi il carico e ti muovi, perdi la monoposto, e fai casini veri. Allora lì è proprio vero che sei hai fede ce la fai, ed è una figata.
Poi arrivi in Variante Alta, in cui di nuovo spezzi il ritmo. Devi saltare bene sui cordoli, ancora meglio rispetto al Tamburello, e anche se sembra semplice prendere il cordolo bello dritto - a volante dritto - non è così banale, soprattutto perché è più veloce rispetto a quanto si possa pensare guardandola.
Si va verso il finale: scendi giù e andando verso la Rivazza c'è una semicurva che si fa in piena, cieca, poi si arriva a lei, la Rivazza appunto, che è una curva terribile. La frenata lì è la peggiore in assoluto perché freni, la macchina si muove tutta, non capisci niente e hai tutto il peso in avanti quando blocchi. Poi hai queste due curve a 90 gradi con tutti questi palazzi con la gente che guarda, in uno scenario che vedi solo e soltanto a Imola.
E il problema alla Rivazza è che nonostante quelle non siano curve complicate come le precedenti, lì hai davvero il rischio di buttare via tutto. La consapevolezza di poter sbagliare tutto proprio lì, alla fine, ti fa rimanere in apnea e anche questa è una caratteristica tipica di Imola: dove il difficile lo hai già passato ma è il finale quello in cui rischi gli errori forse più banali.
Però se passi anche la Rivazza hai chiuso il tuo giro a Imola, e ci sono poche pista al mondo che ti regalano le stesse emozioni, in un giro della morte pazzesco per chi ama questo sport, ama correre o semplicemente ama guardare chi lo fa. Ci divertiremo tantissimo!
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