Mi piace da morire questo 2023: anno del coniglio per il calendario cinese e del rancore e della vendetta servita su costosissimi dischi di platino per le grandi star canore di Hollywood.
Shakira non ha fatto in tempo a lanciare la sua revenge song contro Piqué, che a distanza di pochi giorni Miley Cyrus ha lanciato la sua contro Liam Hemsworth; meno esplicita e cruda rispetto a quella della cantante colombiana e in realtà molto centrata sul perdono e sull'amare sé stessi.
Un bel messaggio di una donna che si è fatta passare l'incazzatura e che ha deciso di fare del suo dolore un pezzo che possa aiutare gli altri a trovare pace. Nobile. E furbissimo.
Questi singoli hanno diviso l'audience in due: da una parte quelli che il dolore per le corna e un amore finito lo vorrebbero urlare all'universo intero, dall'altra quelli che borbottano "certi panni vanno lavati lontani da occhi indiscreti".
Si, certo, ma stiamo parlando di donne e uomini (ricorderei al pianeta che Masini con "Bella stronza" non l'ha toccata esattamente pianissimo) che anche per loro stessa ammissione cercano i riflettori con un'ostinazione piuttosto evidente.
Shakira stessa con il singolo precedente al featuring con Bizarrap, "Monotonia", lo riconosce cospargendosi il capo di cenere per poi cercare l'occhio di bue del pubblico con una spaventosa determinazione fomentata da una voglia di vendicarsi molto, molto presente.
Ecco, mi fermerei un secondo su questo punto: la vendetta.
Questo istinto primitivo, questa voglia di risoluzione, questo voler in qualche modo mettere un punto togliendo qualcosa a una controparte che ti ha tolto un'ira di Dio, sperando di trovare un po' di pace interiore, è un concetto che ormai (almeno pubblicamente) noi tendiamo a condannare.
La "venganza" (tanto per dirla in spagnolo) non va più bene.
Desiderarla e metterla in atto ci descrive quasi come degli esseri primitivi, come qualcuno che non vive al passo coi tempi, tempi che ti impongono di andare avanti con la propria vita all'urlo di "guarda e passa". Peccato che nel 2023 guardare e passare sia praticamente impossibile, specie se sei un personaggio pubblico, visto che i social ed i suoi utenti passeranno sicuramente le giornate a mandarti foto (non gradite) del/della tuo/tua ex alle Maldive con la nuova fiamma. Se dimenticare è difficile per chiunque, in questo caso diventa utopia.
Il punto però è: perché questa modalità di rottura dovrebbe funzionare per chiunque?
Perché desiderare di vendicarsi è diventato così ignobile?
Se non arrivi a sciogliere il fedifrago nella salamoia e a non fargli vedere più i figli in comune, cosa c'è di così atroce?
"L'indifferenza è la miglior vendetta", sì, ma quella mica toglie il sonno come l'umiliazione, e se desidero vendicarmi gradirei almeno toglierti l'appetito per un mesetto.
Continuo a chiedermi in quanti pagheremmo per poter raccontare al telegiornale le nefandezze subite dall'ex, in quanti baratteremmo un po' di dignità personale per raccontare la (nostra) verità a chi ci guarda come dei poveretti che ci sono cascati.
Il biasimo negli occhi degli altri è un peso insopportabile, un promemoria che nessuno vorrebbe ritrovarsi davanti.
La vendetta è un tema scottante. Una pericolosissima patata bollente. E porta tutti a parlare per assoluti. Che fastidio.
Però, se la mia voce avesse un peso, un megafono, un valore per qualcuno, una cosa vorrei dirla, un piccolo suggerimento per le star (e non) che non sanno come darsi pace: dopo un anno passato a piangere per una ragione pressoché identica, ho capito che il mio essere felice e sorridente nonostante tutto può risultare odioso e umiliante per chi non è riuscito a fare altro che farmi del male. Passare il messaggio "sei più che sostituibile" intacca l'orgoglio più di un ceffone ben piazzato.
E mentre tu bevi e te la godi, il karma a un certo punto agisce per te.
È solo una questione di fede, nelle ruote che girano e nei cadaveri che passano sulla riva del fiume, dove stai prendendo il sole "con un altro più bello che problemi non ha".