La valanga di odio che sta piovendo su Silvio Berlusconi, poco dopo la sua morte, da diversi canali informativi ucraini è a dir poco disdicevole. Il Cavaliere è colpito su diversi mezzi d’informazione giornalistici ed informatici ucraini che non hanno mancato di sottolineare un malcelato senso di soddisfazione per la dipartita dell’ex presidente del Consiglio. Il primo ad agire è stato l’immancabile Myrotvorets (“Pacificatore”), il canale d’informazione ucraino che elenca sul suo sito ufficiale la lista di proscrizione dei traditori della patria e dei nemici internazionali di Kiev, istigando al loro arresto o alla loro eliminazione, che dal 2015 ha dedicato una pagina a Berlusconi oggi marchiata con una scritta rossa: “Liquidato”. Berlusconi è presentato sul sito come “Complice degli invasori e dei terroristi russo-fascisti”, oltre che “dei crimini delle autorità russe contro l'Ucraina e i suoi cittadini”.
Un giudizio netto che va di pari passo con l’indicazione dello storico legame politico e personale tra Berlusconi e Putin come causa diretta di un odio che si presenta come radicale e viscerale. Myrotvorets non è un portale qualsiasi: è indicato come servizio affiliato dal Servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU), l’intelligence che opera per il controspionaggio nel Paese ed è vigilata dal Ministero degli affari interni. Myrotvorets è considerata una quinta colonna del più radicale nazionalismo ucraino. A cui è affiliata anche Radio Svoboda, canale radicalmente identitario e fautore non tanto della (legittima!) difesa contro l’invasione russa quanto piuttosto di una visione esclusiva e razzista dell’Ucraina. "Putin ha perso un amico. Silvio Berlusconi - un politico che non conosceva la vergogna", si legge sul sito di Radio Svoboda.
Il canale Reddit r/Ukraine Conflict che pubblica notizie favorevoli alla narrazione di Kiev del conflitto ha visto un’esplosione di commenti entusiastici al post della notizia della morte di Berlusconi. Il Cavaliere viene definito “criminale”, “impostore” e “servo di Putin”. Ma il peggio arriva forse da una community online organizzata su Twitter: i North Atlantic Fellas Organization (Nafo), un gruppo auto-organizzato sul web che è nato per combattere l’infowar russa all’inizio del conflitto ed è diventata una trasversale organizzazione internazionale di utenti fondata dall’ex gamer online Kamil Dyszewski, noto per aver pubblicato in passato sui suoi profili Twitter contenuti antisemiti. I Nafo, indicati di recente dall’analista militare Mirko Campochiari come in buona misura affiliati all’estrema destra internazionale e simpatizzante del nazionalismo ucraino, sono riconoscibili per aver nel profilo lo Shiba Inu tipico dei meme e si sono abbandonati a un profluvio di odio nei confronti dell’appena morto Berlusconi.
Un utente dal nome di copertura “NAFO BoomerDog” definisce Berlusconi uno “stronzo corrotto”, il canale “Mr. Parrot”, tra i più seguiti della comunità NAFO, esulta: “un politico europeo pro-Russia in meno di cui preoccuparsi”. Dalla stessa comunità arrivano insulti di ogni tipo. Da chi augura a Berlusconi di “bruciare all’inferno” a chi parla di un Cavaliere destinato a diventare “fertilizzante”.
L’odio strisciante reso dilagante dal conflitto russo-ucraino investe anche Berlusconi e mostra l’idea di una dialettica politica degenerata a livello internazionale. La battaglia sull’Ucraina appare ormai esistenziale, e se da un lato le menzogne e le cantonate dei filorussi sono da condannare energicamente, dall’altro la spinta dei più radicali nazionalisti ucraini è ugualmente disdicevole. Specie quando riguarda lo storico leader di un Paese amico come l’Italia, a cui peraltro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non ha fatto le condoglianze, permettendo a Vladimir Putin di occupare la scena per la scomparsa dello storico amico. Pietà l’è morta, si diceva un tempo. E su Berlusconi la valanga di odio mostra la gravità di un tono di confronto a cui è bene potersi presto disabituare. Capace solo di inquinare ogni prospettiva di risoluzione diplomatica e politica della guerra a Est, anche a causa della spinta a scavare trincee d’odio che impone.