Ancora un blocco stradale a opera di Ultima Generazione, gli attivisti per il clima che stavolta hanno bloccato l'accesso all'ingresso dal versante italiano del traforo del Monte Bianco. E neppure l’intensa nevicata li ha fermati. Si sono seduti sulla carreggiata ed esposto uno striscione giallo con scritto “No gas no carbone”. Dopo che si è formata una lunga coda di veicoli è arrivata sul posto la polizia, che ha chiesto di sgomberare la strada, visto che per motivi di sicurezza gli autoveicoli non possono restare bloccati all'interno del tunnel. Dopo una trattativa con gli attivisti, la circolazione ha ripreso a fluire su una delle due corsie, mentre sull’altra sono rimasti in presidio alcuni aderenti a Ultima Generazione. A questi gli agenti hanno consegnato anche coperte isotermiche e, dopo aver tagliato le corde con le quali si erano legati a vicenda, li hanno trasportati di peso all’interno delle auto di servizio per accompagnarli in commissariato.
“Un governo dovrebbe offrire alle nuove generazioni la prospettiva di poter avere un futuro stabile, di crearsi una famiglia, e invece sono sempre di più le persone tra i miei coetanei che non vogliono avere figli a causa del futuro devastato a cui il governo ci sta consapevolmente condannando. Questo è spaventoso e inaccettabile, il governo non ci tutela, ed è per questo che continuerò a fare questo tipo di azioni fino a quando le nostre richieste non verranno accolte”, questa la dichiarazione di di uno degli attivisti di Ultima Generazione, Alessandro, 21 anni e cittadino italiano. A lui si è unita Théoxane, 22 anni, cittadina francese di Dernière Rénovation: “Ho lottato per incanalare la rabbia che provo per l'emergenza climatica, sentendo che nulla sarà mai sufficiente perché i nostri governi intraprendano azioni reali e concrete che vadano oltre la retorica. Ritengo che oggi non possiamo più accontentarci di riaprire continuamente questo dibattito. Ecco perché mi sono unita a Dernière Rénovation e perché sono disposto a bloccare la strada oggi: la disobbedienza civile è la nostra ultima possibilità di essere ascoltati. Siamo ormai 8 miliardi di esseri umani sul nostro magnifico pianeta, non posso permettermi di guardare il declino della nostra umanità da lontano senza fare nulla. Capisco che la gente non sia d'accordo con il nostro modo di agire, ma nessuno ha niente di meglio da offrire, quindi prendiamo l'iniziativa e accetto di correre questo rischio e di correrlo ancora in futuro finché non si agirà in proporzione all’emergenza cui assistiamo”.