Il seguente e giocoso articolo è scritto da una donna bianca cis etero, ed è rivolto a dei maschi cis etero (bianchi, grigi, neri privilegiati o meno non m’interessa). Cercate di prenderlo per quello che è, non posso parlare per altre categorie di cui non ho esperienza.
Per me l’8 marzo ha sempre significato due cose: il compleanno di mio fratello e il modo sbavoso e deprecabile con cui le donne, per una sera all’anno, decidono di essere "donne" dando il peggio di sé stesse. Insomma, mi sono sempre allineata col pensiero di Moana Pozzi a riguardo: "Credo sia una cosa priva di senso (…) ma mi fa piacere vedere che le donne sono felici".
Ma questo non vuole essere un vademecum per le donne e su come gestire l’8 marzo, quanto una guida per i folli che decidono di avventurarsi nel terreno ostile del regalo per il giorno della donna.
Ecco 10 cose da non regalare mai a una donna l’8 marzo.
10) Mimose
Credo che i fiori gialli di mimosa siano i più stupidi che la natura abbia mai concepito, alla pari dei Dodo, e tra le piante dal profumo più entrante in assoluto. Senza considerare che vi vendono un misero mazzetto per delle cifre assurde, manco l’oro e lo zafferano al grammo, e appassiscono subito. Ci sono persone che poi odiano piante e fiori recisi. Lasciate le mimose lì dove stanno, sulle bacheche dei 50enni buongiornisti e le loro catene ossessive compulsive di Sant’Antonio.
9) Ferro da stiro (et similia)
Non siamo nello spettacolo di Donna Reed e i programmi alla sera non finiscono col Carosello. Nonostante il centinaio di femminicidi nel 2021, qualche passo in avanti l’abbiamo fatto. Molte di noi non giocavano alla mamma (al massimo alla Franzoni), non avevano il Cicciobello e in fatto di educazione domestica rasentano l’agilità dei velociraptor. Ricordarci di questo nostro deficit l’8 marzo è semplicemente di cattivo gusto. Senza considerare che può diventare un’arma, contro di voi, in un futuro litigio.
8) Cioccolatini
Mi stai dando della cicciona? I cioccolatini e i dolci in generale sono un regalo totalmente impersonale. Trasmette quella sgradevole sensazione da "Toh, ingozzati e non scassare" plus la totale mancanza di conoscenza reale dei gusti dell’altra persona.
7) Soldi
Non siete i suoi genitori. Non siete il suo pappone. Non siete un provinciale frustrato sulla statale il sabato sera in cerca di trasgressione. Se dovete darci dei soldi non fate i pidocchiosi, i buoni Amazon, invece, sono soluzioni da minorenni.
6) Saponi e chincaglierie varie da Lush e compagnia bella
Ricordo che alle medie quando non avevi confidenza con qualcuno regalavi le bombe da bagno. Credo che all’epoca dentro ci fosse l’impossibile, come nei trucchi: piombo, Ddt, zucchero e cannella e ogni cosa e bella. Sicuramente compagnie come Lush e altre ancora usano prodotti naturali, vegani e cruelty free, ma non cambia il messaggio che volete dare: lavati, puzzi.
Un punto all’effetto effervescente che fa sempre piacere ai malati di Asmr.
5) Biancheria intima sexy
Se la compriamo lo facciamo da sole e lo scegliamo con dei criteri migliori. La maggior parte delle volte scegliete robaccia che manco alle indonesiane nei viaggi da turista sessuale. Lasciate perdere, e se dovete proprio farlo optate per brand come Agent Provocateur o La Perla.
4) Regali egoistici
Sono i regali che spacciate per lei ma sono per voi. Due biglietti per il concerto dei Tool, un evento sportivo, la nuova Playstation 5, ma non devono essere per forza queste cose (tra l’altro a me piacerebbe la PS5). Evitate ogni regalo che non si relazioni minimamente a lei. Ricordate quando Homer regalò la palla da bowling a Marge? Ecco.
3) Un peluche
Che ha, dodici anni? È un sposa bambina? A meno che non sia una passione o un feticcio evitate regali che avreste dovuto scordare compiuti i diciotto anni.
2) Un buono per un cunnilungus
Se esiste davvero una parità il sesso orale, da ambedue le parti, dovrebbe essere un diritto che ci siamo guadagnati a fatica. Non basta giocare agli speleologi una notte all’anno per poter pretendere prestazioni da Valentina Nappi gli altri 364 giorni.
1) La serata libera con le amiche
Come nel punto 9), non siamo negli anni ‘50 benché questa situazione di guerra e guerra fredda faccia pensare il contrario. Non siete Josef Fritzl (fortunatamente) che dovete sequestrare vostra figlia in cantina e farci sette figli. Non deve pensare a casa come a una estensione di Regina Coeli. Non deve chiedervi il permesso e non deve vestirsi da castigata. Magari vuole passare quella serata con voi, lontana dalle umiliazioni in cui si cimenteranno le amiche leccando rum e pera dal ventre di un poveraccio, che per pagarsi gli studi allo IED di Milano, deve esibirsi in qualche locale notturno. Ecco, io a questo metterei un veto.