Gli uomini non sono mai stati così sminuiti come oggi. A sostenere questa teoria la filosofa Nina Power, che nel suo nuovo libro, "What do men want?" (Cosa vogliono gli uomini?), descrive la condizione che ha portato all’attuale crisi della mascolinità.
A perorare il suo pensiero, l'autrice inglese ricorda gli insegnamenti del padre, presenza rassicurante e costante della sua vita, uomo che ha dedicato l'intera esistenza alla professione medica (dentista), con l'intento non di fare cassa sulla pelle dei pazienti, ma fornire piuttosto cure accessibili a tutti. Il 75enne crede infatti che la vita fosse più semplice per la sua generazione, complice un cambio radicale nella scala dei valori, che ha relegato velocemente ai margini il ruolo della famiglia, della religione e dell'onore.
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La Power, che difende la stessa tesi, descrive infatti gli uomini come smarriti nella società odierna, a causa di un mercato del lavoro che valorizza principalmente le abilità femminili, alias la comunicazione, rispetto al lavoro manuale, più vicino al profilo maschile. Nel testo, dunque, la filosofa fa luce sulla realtà moderna, di cui le donne hanno beneficiato, almeno economicamente, spostando nel contempo l'asticella verso la convinzione generale che gli uomini siano tutti violenti, egoisti, avidi e misogini.
Considerazione che l'autrice smentisce categoricamente, con riferimenti sia alla vita privata che al lavoro (come docente di filosofia all'università), presentando la maggior parte degli uomini come persone gentili e premurose, e candidati ideali a potenziali partner e amici.
Di sicuro, negli ultimi tempi, le tante storie di cronaca non hanno aiutato la categoria, ma non bisogna fare di tutta l'erba un fascio. Questo vale, di sicuro, anche per l'altro versante: le femministe non odiano affatto l'altro sesso.
Senza dubbio una volta gli uomini venivano apprezzati anche per la loro virilità, intesa, come insegnano gli antichi greci, di comportamento nobile, e non identificata, come accade oggigiorno, con la propria abilità sessuale. Si potrebbe dunque pensare che viviamo in un mondo post - virtù, in cui il desiderio è tutto e dove la dipendenza dai social media ha minato anche il nostro giudizio. Insomma, il web è diventata un'arma pericolosa, anche post appuntamenti romantici, in cui tutto può essere deviato con la lettura errata di una situazione. La scrittrice chiarisce però la sua opinione, prendendo le distanze dalla violenza maschile nella sua forma più atroce, ma sostiene allo stesso tempo che molte donne apprezzano innegabilmente il corteggiamento audace dell'altro sesso.
In merito a questo e al #MeToo - movimento di denuncia di molestie e abusi sessuali - la scrittrice ricorda la scelta dell'attrice Catherine Deneuve, tra le firmatarie di una lettera, pubblicata in Francia, in cui si rivendicava il diritto della donna ad essere corteggiata. "Come donne non ci riconosciamo nel femminismo, che al di là della denuncia degli abusi di potere assume il volto di un odio per gli uomini e la sessualità. Gli incidenti che possono colpire il corpo di una donna non incidono necessariamente sulla sua dignità e non devono, per quanto difficile possa essere, renderla una vittima perpetua". L'artista favoriva quindi il gioco delle parti, a cui gli uomini spesso si sottraggono per mero timore di un fraintendimento.
La Power è in disaccordo poi sulla convizione diffusa che siano gli uomini ad avere tutto il potere, "semmai - considera lei - sono coloro che occupano le mansioni più pericolose" (il 96% di morti sul lavoro in Gran Bretagna nel 2017-2018 era costituito da maschi), com'è acclarato, tuttavia, che esistono ruoli in cui le donne sono ancora sottovalutate. Alla fine della fiera, quindi, uomini e donne giocano la stessa partita, una partita in cui dovrebbero occupare la posizione del rispetto reciproco, senza comportarsi "scioccamente" da nemici.