Nunzia De Girolamo, avvocato, ex parlamentare di centrodestra e ora conduttrice televisiva, è rimasta colpita dall’intervista di MOW a Marco Melandri, che ha commentato assieme agli altri ospiti di Controcorrente su Rete 4. Visto il suo profilo interdisciplinare, l’abbiamo intervistata per chiederle delle dichiarazioni dell’ex pilota e di molto altro.
Nunzia, cominciamo da Melandri. Che dire?
“Io ho trovato grave anche l’affermazione successiva fatta da Melandri, cioè quando ha detto che quella di aver provato a prendere il virus per ottenere il Green Pass era una battuta. Al di là del fatto che pare la proverbiale toppa peggiore del buco, anche ammettendo di crederci non penso che il Covid sia un argomento sul quale scherzare. Ci sono morti, ci sono terapie intensive: è un disastro sanitario ed economico che non ci consente un comportamento di leggerezza rispetto al tema, soprattutto considerando il fatto che stiamo parlando di uno sportivo e di un personaggio che comunque ha il dovere di dare il buon esempio, e quindi prima di esprimersi o di andare in una piazza a fomentare un certo pezzo di popolazione che ha un’idea ben netta sui vaccini, sul Green Pass e sulle regole che sono state attuate io al posto suo ci avrei pensato meglio. Per certi versi è anche inquietante. Lo abbiamo visto pure con Djokovic, cosa ha generato il suo comportamento rispetto al vaccino e alla pandemia. Poi ci si fa male da soli, come dire. Ed è un peccato che ciò riguardi chi ha un percorso di successo sportivo e non solo come quello che hanno avuto loro”.
Però non hanno commesso alcun illecito, o sì? Essere contrari al vaccino, fino a prova contraria, sulla carta è ancora consentito, almeno per alcuni…
“Sì, ma esiste il buon senso. Non è che tutto quello che non viene disciplinato per legge o sanzionato sia giusto. C’è il senso di comunità, c’è il senso di responsabilità, c’è la necessità di rendersi conto che stiamo vivendo un momento così delicato che alcune posizioni rischiano di diventare deleterie per chi ci osserva, se siamo personaggi pubblici. Ogni parola che viene detta da un personaggio pubblico ha un’eco molto più forte di quella di un cittadino ordinario, perché la visibilità è un onore ma anche un onere enorme. E quindi a noi è richiesto uno sforzo maggiore rispetto a tutti gli altri. Poi secondo me il vaccino non ammette posizioni ideologiche: o ti affidi alla scienza e alla medicina o non ti affidi, punto. Anche perché qual è la soluzione che ci danno coloro che sono contrari? Come dovremmo andare avanti. La gente è morta e muore, è chiusa in casa, spaventata. Ci sono bambini in Dad. C’è una pandemia diffusa a più livelli e la leggerezza con cui alcuni si esprimono nel loro ruolo è grave. Poi chiaro, non è un delitto, ognuno si può liberamente esprimere e dire ciò che pensa, però quando hai un ruolo sociale e pubblico sei tenuto a riflettere più degli altri”.
Che dire allora di colui che in Italia ha il ruolo pubblico più importante di tutti, Mario Draghi, che tra le altre cose ha dichiarato che con il Green Pass si ha la “garanzia di trovarsi tra persone che non sono contagiose”?
“Obiettivamente anche chi è vaccinato contagia e si contagia, però non è che ci si può attaccare a una frase magari detta anche per emozione o per stress, soprattutto se poi si è corretto”.
Però siamo sempre qui. I vaccinati sono al 90%, ben oltre l’obiettivo iniziale, eppure siamo sempre con restrizioni, isolamenti, stato di emergenza e quant’altro. Come si spiega?
“Secondo quanto detto per esempio dalla Capua, probabilmente noi dovremmo abituarci a convivere con il virus per molti anni, ma proprio tanti. Un virus che cambierà forma e ci saranno altre varianti. Chiaramente questa prospettiva deprime chiunque e anche me, soprattutto immaginando la vita dei nostri figli, dei bambini, degli adolescenti fortemente segnata dalle mascherine, dai vaccini, dai tamponi, dall’isolamento, dall’assenza a scuola. Tutto questo è chiaro che terrorizza tutti noi. Però è una pandemia, non prevedibile dai padri costituienti per chi invoca la Costituzione, non prevedibile da chi ci governa o ci ha governato in questi due anni. Affrontare una pandemia non è da tutti i giorni né è facile. Mi auguro solamente che chiunque ci governerà nel prossimo futuro dia delle prescrizioni nette e precise, senza errori e che consentano al Paese di ripartire, perché in questo momento oltre alla crisi sanitaria c’è pure quella economica, che sta segnando le nostre vite e segnerà purtroppo anche i prossimi anni. Il vaccinato e il non vaccinato vanno trattati diversamente, ed è la strada verso cui stiamo andando a quanto pare. Lentamente le cose stanno cambiando. È ovvio che tutti auspichiamo regole che ci consentano di tornare a vivere in società, sapendo che dovremo comunque avere questo nemico tra noi ancora per tanto tempo”.
A proposito di chi ci governerà… È davvero ipotizzabile Berlusconi al Quirinale?
“Berlusconi secondo me questa ambizione ce l’ha veramente. Ci crede e sognerebbe di vedere la sua foto dietro la scrivania anche di molte Procure, oltre che degli italiani. Penso però che questa cosa sia un po’ difficile. Se conosco la politica, i partiti e le scelte che potranno fare nel breve forse la scelta ricadrà altrove’’.
Sembra che il primo ostacolo per Berlusconi possano essere i suoi alleati…
“Io ormai sono fuori dalla politica e parlo da osservatore esterno, ma da quanto leggo e sento credo che ancora una volta valga la massima di doversi guardare prima dai presunti amici che non dai nemici. È cosa certa che tutti, ma proprio tutti, voteranno per Berlusconi? Consideri che per l’elezione di Berlusconi ci vorrebbe tutto il centrodestra compatto e poi mancherebbero diversi altri voti dal gruppo misto e magari da Renzi, che, proprio in queste ore, ha detto che Berlusconi non è un’opzione. Mi sembra una strada azzardata, anche se la politica ha come primo comandamento il «mai dire mai»’’.
Dunque chi potrebbe essere il nuovo presidente della Repubblica (ammesso che non finisca per essere ancora quello vecchio in versione bis)?
“Diciamo che la politica mi ha insegnato a non fare previsioni sul presidente della Repubblica. Le votazioni ci hanno sempre stupito e credo che rimarremo stupiti anche questa volta (quando arriverà il momento della scelta. I giochi comunque si faranno sotto scadenza. Adesso si lavora più che altro per riempire le pagine dei giornali. Poi per esperienza so che le decisioni non si prendono dibattendo sulla stampa, ma nei corridoi di Montecitorio e del Transatlantico”.
Quindi nonostante le norme sugli assembramenti possiamo dire che qualche capannello di politici ci sarà...
“Sì, munito di Ffp2, ma ci sarà senz’altro…”
Dai politici agli uomini. A febbraio parte la seconda stagione del programma che conduci su Rai 1, “Ciao Maschio”. Cosa dobbiamo aspettarci
“L’anno scorso ho avuto Drusilla Foer con me. Mi ha accompagnato ed è stata una bella scommessa in Rai. Credo che la prima soddisfazione sarà vederla scendere dalla scalinata di Sanremo. Anche per questo, oltre che per il fatto che lei ha una fitta agenda teatrale, sarà sostituita e in tal senso ci sarà una bella sorpresa, sempre sul legata al terzo sesso, perché nello studio di Ciao Maschio l’unica donna ammessa resto solo io. Ogni puntata ci saranno tre maschi con i quali, partendo sempre dalla modalità che ha funzionato (quella di autodefinirsi con tre aggettivi), ripercorreremo anche in questa nuova fase di vita caratterizzata dalla pandemia la crisi del maschio italiano, ma affronteremo anche altri temi esistenziali”.
Com’è messo questo maschio?
“Negli ultimi anni l’evoluzione forte della figura femminile e l’ingresso in ruoli di rilievo della donna hanno un po’ determinato la crisi del maschio, nel senso del maschio come lo abbiamo sempre identificato nella nostra società. Maschi cresciuti con le nostre mamme e le nostre nonne e che ora si ritrovano con donne come me che sono profondamente diverse dalle donne del passato. E questo crea uno sbandamento: bisogna interrogarsi sulla figura maschile, sulla coppia e sulla famiglia e per arrivare a una nuova stabilità ci vorrà un po’ di tempo. È difficile che la donna possa tornare indietro: ci abbiamo messo così tanto… Credo che spetti al maschio ridefinire la propria idea di figura femminile e modificare l’approccio alla propria vita familiare, sociale e lavorativa”.
Non sarà difficile?
“Sicuramente. Spesso ci sono maschi spaventati. Ma anche le donne devono fare la propria parte: io nel corso della mia carriera ho fatto l’errore di giocare spesso a fare il maschio per acquisire credibilità nei miei vari percorsi. Ho fatto l’avvocato, ho insegnato all’università, ho fatto politica: tutti ambienti fortemente maschili dove io ho spesso rinunciato alla mia femminilità, commettendo un errore enorme, controproducente nel rapporto col maschio ma anche con me stessa. E se io devo dire al maschio che deve trovare una certa identità posso anche dire a noi donne che è giusto esaltare e preservare la femminilità, che significa tante cose e che sicuramente è l’unico possibile punto di incontro tra l’uomo e la donna. Provare a fare i maschiacci per farsi accettare dagli uomini è un errore che ho pagato sulla mia pelle: poi succede che il maschio non ti rispetta due volte, sia perché sei una donna sia perché giochi a fare il maschio. Mai rinunciare alla propria femminilità per cercare la credibilità: siamo credibili anche se continuiamo a fare le donne”.
E un consiglio per gli uomini, invece?
“Guardate Ciao Maschio e vedrete cosa verrà fuori. Forse potrete fare tesoro dell’esperienza e del punto di vista di altri uomini”.