“Ha fatto più Berlusconi per le donne in politica rispetto al Pd”. Potrebbe sembrare una boutade, ma se questo pensiero viene detto da una come Rula Jebreal non può certo passare in cavalleria. Anche perché la giornalista e scrittrice è stata in passato una delle più combattive nel criticare l’ex Cavaliere e proprio in merito alla visione della donna che veniva espressa dal leader di Forza Italia.
La Jebreal ha rilasciato questa e altre dichiarazioni critiche verso il Partito Democratico – e non solo – nell’intervista che la vede protagonista dell’ultimo numero di F, il settimanale di Cairo editore. "Sono molto delusa dal Pd: invece di portare avanti le donne in gamba, come la straordinaria Elly Schlein, le usa solo per immagine. Se va avanti così non merita il nostro voto. Il paradosso è che Berlusconi, tante volte accusato di comportamenti offensivi nei nostri confronti, indicando due ministre ha fatto di più. Enrico Letta ha vissuto a Parigi, in una realtà più emancipata: spero sia più aperto e ci ascolti" ha esordito. E ancora, ha ammesso che potrebbe pensare di candidarsi solo «in una società più aperta alle donne. I tempi non sono maturi per una come me, fino a quando non c’è rispetto per persone come Liliana Segre e Laura Boldrini».
E così, per non far cadere nel vuoto delle esternazioni che ci sembrano significative, abbiamo chiesto il parere di una donna che non solo conosce bene la politica, ma che all’interno del partito guidato da Silvio Berlusconi aveva raggiunto posizioni di assoluto prestigio. Parliamo di Nunzia De Girolamo, ex Forza Italia ed ex ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, che di recente ha scelto la via della televisione, dopo aver partecipato a Ballando con le stelle e come opinionista a Non è l’Arena, è riuscita ad avere la conduzione di un programma tutto suo come Ciao Maschio su RaiUno nel quale intervista gli uomini più in vista del paese, facendone emergere pregi e difetti.
De Girolamo, innanzitutto è rimasta stupita dalle parole di Rula Jebreal dopo che per anni ha attaccato proprio Berlusconi sul ruolo delle donne in politica?
“Se devo dirle la verità, se io fossi il capo del Pd la candiderei subito. Visto che penso appartenga ancora a quell’area politica, mi pare che si sia rivolta direttamente a chi comanda in quel partito”.
Immagino che lei stavolta sia d’accordo con la giornalista, o no?
Penso che Berlusconi si sia dimostrato nel tempo molto attento nel dare ruoli di rilievo alle donne, senza che fossero necessarie delle quote rosa. Io quando ho fatto il ministro avevo 36 anni. Ho vissuto sulla mia pelle le decisioni che venivano prese e lo spazio che il presidente ha dato alla presenza femminile all’interno di Forza Italia, anche in posizioni decisionali e rappresentative importanti. Rula Jebreal stavolta ha detto la verità.
Chissà come l’avranno presa le donne del Pd…
Lei ha criticato apertamente il Pd per la mancata scelta delle donne in certe posizioni. Io da sempre sono dell’idea, senza entrare nelle vicende del Partito Democratico, che in questo paese ancora troppe poche donne sono protagoniste della politica. L’unico leader donna a livello nazionale è Giorgia Meloni e il resto sono maschi, per cui è evidente che l’Italia sia ancora indietro in questo senso.
Lei è a favore delle quote rosa?
Resto una donna fermamente convinta che non debba esistere la "quota donne", ma la "quota merito". Per maschi e per femmine. Per me esistono solo le persone. Vorrei che un giorno sia le donne che gli uomini possano avere lo spazio che meritano solo per le loro capacità.
Ha seguito il dibattito sul catcalling? Per caso è capitato anche a lei di subirlo?
Sì, purtroppo mi è capitato di essere fischiata o di avere addosso degli sguardi un po’ più attenti, chiamiamoli così. Sinceramente ho sempre continuato per la mia strada e quando capitano queste cose non ascolto e faccio finta di non vedere.
Nella sua trasmissione su RaiUno si concentra proprio sull’universo maschile. Perché ha scelto una trasmissione di genere e c’è qualcosa che ha imparato di più degli uomini?
La trasmissione è di genere perché è una novità che mancava dai tempi di Harem condotta da Catherine Spaak, ma lei intervistava solo donne. Io ho scelto gli uomini perché sono quelli che meno si raccontano ed esprimono, che faticano a essere sinceri. Noi donne, invece, tendiamo a parlare con più facilità delle nostre fragilità. Sugli uomini, più che imparato ho scoperto anche grazie al meccanismo del programma di farli definire con un aggettivo, che la stragrande maggioranza dei maschi si definiscono con aggettivi positivi. Sempre con dei pregi. E poi ho avuto una conferma, cioè che gli uomini tendono a fare spogliatoio, gioco di squadra tra loro, come in una partita di calcio. Su questo noi donne abbiamo molto da imparare e lo dico da sostenitrice delle donne.