Li abbiamo presi in giro per mille motivi, gli inglesi, in primis per la beffa contro gli Azzurri nella finale degli Europei. I principali giornali nostrani hanno ridicolizzato il primo ministro Boris Johnson (che a volte ci ha messo del suo) e hanno dipinto la Gran Bretagna come una sorta di lazzaretto popolato da pazzi incuranti del virus. La verità è che, dati alla mano, sul Covid avevano ragione loro e, mentre noi siamo ancora impantanati in un’asfissante palude di obblighi, restrizioni e isolamenti, oltremanica stanno per tornare a una vita completamente normale. Lo ammette pure il Corriere della Sera, di solito una delle voci più critiche sulle politiche (sanitarie e non solo, vedi Brexit) della “perfida Albione”.
“La Gran Bretagna – scrive Luigi Ippolito – potrebbe essere avviata verso la fine della pandemia: lo sostiene anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, alla luce degli ultimi dati che vedono i contagi scendere in picchiata. […] I nuovi casi di Covid sono crollati di oltre il 40 per cento in una settimana: ieri sono stati 84 mila, rispetto a un picco di 190 mila a Capodanno. Anche i ricoveri giornalieri sono scesi del 6 per cento rispetto all’inizio dell’anno e ormai ci sono solo 623 persone in terapia intensiva in tutta la Gran Bretagna. È per questo che già in settimana Boris Johnson potrebbe annunciare la fine delle restrizioni introdotte con l’arrivo della variante Omicron alla fine dell’anno scorso. In particolare, verrebbe abolito il green pass (che qui vale solo per discoteche e grandi eventi) e sospesa la raccomandazione a lavorare da casa. Come unica misura, rimarrebbero le mascherine nei negozi e sui mezzi pubblici: ma già adesso diversi esponenti del partito conservatore reclamano che anche quest’ultima limitazione sia soppressa, in modo da tornare a fine gennaio alla piena normalità, come era già avvenuto l’estate scorsa. Gli scienziati inglesi ritengono che nel corso di quest’anno il Covid potrà essere trattato come un’influenza: «Presto sarà solo una delle cause del raffreddore comune - ha detto il professor Paul Hunter dell’università dell’East Anglia -. Avremo bisogno di richiami di vaccino per i più vulnerabili, ma non vedo la necessità di un uso generalizzato delle mascherine o dei tamponi. Alla fine, vivremo in una società in cui questo virus circola ampiamente, ma non uccide più le persone»”.
Merito anche della scelta di far circolare il virus nella società, in modo da raggiungere in breve tempo un certo livello di immunità di gregge: “Si stima che oggi il 95 per cento della popolazione britannica abbia anticorpi al Covid. Una strategia che non si è tradotta in un bilancio drammatico di morti: dall’inizio della pandemia, la Gran Bretagna ha registrato meno decessi dell’Italia in rapporto alla popolazione”.
Vengono in mente, tra le altre, le parole pronunciate in diretta televisiva a inizio novembre dal conduttore di Piazzapulita Corrado Formigli su La7, con annesso commento catastrofico del virologo di turno: “Questo fine settimana – aveva detto Formigli – sono stato a Londra per Halloween e sono andato in un grande cinema del West End. Siamo andati a vedere Shining e c’erano centinaia e centinaia e centinaia di persone, tutti senza mascherina tranne uno, io, anzi due, c’era anche mia figlia. Eravamo gli unici a indossare la mascherina, una Ffp2. Mi sono sentito un cretino. Sono un cretino io o sono cretini gli inglesi?”
Si è fatto una domanda. Ora, come direbbe Gigi Marzullo, si dia una risposta. Una risposta che parrebbe facile come un calcio di rigore a porta vuota. A patto che non lo tiri Jorginho.