Anche in Gran Bretagna sono preoccupati per la questione delle auto elettriche. Non solo per il futuro, ma anche per l’oggi. Il presidente della commissione trasporti della House of Commons, il deputato Huw Merriman, ha detto che i possessori di auto elettriche potrebbero causare blackout se ricaricano i loro veicoli negli orari di punta durante il giorno, aggiungendo che i proprietari dovrebbero essere incentivati a ricaricare le batterie poco per volta (dunque spesso) per evitare problemi sulla rete.
Per quel che riguarda il futuro, la National Grid prevede che le auto elettriche creeranno una domanda extra di energia di 18 GW nel Regno Unito nelle ore di punta entro il 2050: è l'equivalente di sei centrali nucleari di Hinkley Point (mentre in Italia non c’è nemmeno il nucleare). L’aumento effettivo potrebbe essere inferiore qualora ci fossero miglioramenti tecnologici nella ricarica, ma in ogni caso – come fatto riguardo a Milano da Unareti – il gestore britannico ha assicurato che sarà in grado di far fronte a qualsiasi aumento senza blackout.
Assai più dubbioso il presidente della commissione trasporti: "A meno che la rete nazionale non acquisisca maggiore capacità – ha detto ieri Meriman – il comportamento dei consumatori dovrà cambiare in modo che la ricarica avvenga quando l'offerta può soddisfare la domanda aggiuntiva (per esempio durante la notte, ndr). L'alternativa sarebbero i blackout in alcune parti del Paese”.
Durante la sua indagine, la commissione ha ascoltato rappresentanti del settore energetico secondo i quali i caricabatterie intelligenti, che alterano la quantità di elettricità inviata a un'auto a seconda della domanda complessiva, svolgeranno un ruolo cruciale.
Il Governo prevede di vietare la vendita di nuove auto a benzina e diesel dal 2030 (cinque anni prima rispetto al piano della Commissione Ue), con le ibride vietate dal 2035.
Solo l'11% delle immatricolazioni di auto nuove lo scorso anno in Uk ha riguardato però auto a bassissime emissioni.