Dopo la notizia della proposta da parte della Commissione europea di bloccare l’immatricolazione di auto a benzina, diesel, gpl, metano e pure ibride dal 2035, abbiamo chiesto un parere a Luca Salvadori, pilota di moto e popolare youtuber del settore automotive.
Luca, che ne pensi di questa faccenda?
“Penso che sia una completa pazzia, le cui possibili conseguenze ho anche toccato con mano, visto che di recente ho fatto un viaggio con la macchina elettrica per andare in Trentino. Un viaggio che è stato assurdo: il range delle auto al momento è ancora non utilizzabile al di fuori delle città. È vero che ci sono dei mezzi «long range» che teoricamente possono arrivare a 450-500 chilometri, ma anche quelle vorrei vedere come si comportano con un’andatura un po’ più spedita. C’è poi il discorso delle batterie e quelle delle infrastrutture, che non ci sono: bisognerebbe rifare completamente le connessioni elettriche, con costi che non avrebbero veramente alcun senso. E non capisco perché non si punti invece su altre soluzioni sostenibili come i biocarburanti: sembra che proprio non interessi e che questo movimento politico, perché quello ecologista è un movimento politico in piena regola, spinga sull’elettrico punto e basta. Sette-otto anni fa quelli di Tesla venivano chiamati pazzi e tutti dicevano che non sarebbero andati da nessuna parte, ora tutto il mondo sta diventando pro-elettrico senza margini di manovra ma anche senza una motivazione valida, solo perché è la moda del momento, spinta dal movimento ecologista e dai soldi”.
Riesci a spiegarti perché vogliano togliere anche l’ibrido?
“No, non si capisce perché vogliano farlo. Puntare sull’ibrido sarebbe la scelta più intelligente di tutte: se già le macchine passassero da completamente a benzina a ibrido sarebbe un grosso passo avanti, trovando la giusta mediazione tra appassionati ed ecologisti e riuscendo a fare una transizione meno aggressiva e più oculata. Altrimenti ci troveremo nella migliore delle ipotesi con la gente che fa ore di coda ai punti di ricarica, peraltro con costi altissimi: con l’auto elettrica che ho provato per 230 chilometri di autonomia ho dovuto fare 40 euro di ricarica. Di cosa stiamo parlando?”
Le moto al momento non sono state formalmente citate nei documenti, ma a livello di proposta c’era chi aveva ipotizzato uno stop anche a quelle. Come la vedi?
“Le moto sono ancora più indietro delle auto, ovviamente. Di elettrico c’è veramente poco e non capisco nemmeno come si potrebbe fare. Le tecnologie delle auto come spesso succede sarebbero difficilmente replicabili sulle moto per vari motivi, in primis quelli di spazio. Si dovrebbero avere delle batterie al contempo piccole ma che consentano un utilizzo sostenibile. Molto difficile da immaginare al momento. La sensazione è che si vada verso uno scenario di tipo sovietico in cui tutto ciò che non è «sicuro» venga osteggiato. Si spingerà per ridurre al minimo tutto ciò che viene percepito come un rischio, dunque la moto non verrà più incentivata e si andrà verso una società «perfetta», togliendo completamente la passione e mettendo tutti in fila e via andare. Un bruttissimo scenario ma purtroppo è quello verso cui si sta andando, secondo me. Anche perché solo dei pazzi potrebbero pensare di arrivare con un’alternativa alle moto a motore termico per il 2035. Già sarebbe difficile per le macchine”.
Parlando di ecologisti, proprio nelle scorse ore hai fatto una storia su Instagram contro Greta Thunberg, ma anche contro Scanzi e la Lucarelli: hai detto che pagheresti perché qualcuno li togliesse di mezzo, attraverso un filtro. Perché?
“Apro Facebook e mi trovo Scanzi e la Lucarelli. Poi c’è stato un momento in cui la Thunberg era in qualsiasi tipo di notizia. Era insopportabile e ora me la sono ritrovata anche tra i suggeriti di iTunes e non ci ho visto più. È stata scelta per trascinare l’opinione pubblica, ma secondo me bisognerebbe sceglierlo bene un testimonial del genere: un personaggio così risulta odioso a chiunque non sia un estremista verde. Una bambina viziata che fa il giro del mondo pagata e strapagata e ogni due per tre viene presa in fallo. Un’adolescente che pretende in maniera arrogante di dare lezioni di vita vissuta a chi ha il doppio o più dei suoi anni, e parla di sacrifici quando è superagiata e ultraprivilegiata: è normale che non sia simpatica a molti e non penso sia adatta a essere il volto della lotta a un problema che comunque esiste. Di sicuro non è il mahatma Ghandi. E in ogni caso dietro c’è un business enorme. Dietro c’è un mondo green che cerca i propri testimonial come in passato ha fatto il mondo del petrolio”.
Su Scanzi e la Lucarelli, invece?
“Sono persone che hanno dei deliri di onnipotenza e che fanno tutto semplicemente per calcolo. Anche Sgarbi, se vogliamo dirla tutta, ha un approccio simile, per quanto declinato un pochino meglio. Cercano lo scontro totale su qualsiasi cosa. Parlano e sparlano su tutto senza avere la benché minima preparazione su nulla (come Sgarbi sulle moto, ma almeno Sgarbi mi fa ridere) e inanellano figure di merda di cui purtroppo la gente fa in fretta a dimenticarsi. Anche perché poi se qualcuno gliele ricorda prontamente lo bloccano. Fanno i bastian contrari a ogni costo per creare discussione, perché per avere risultati sui social e non solo l’importante non è che se ne parli bene, ma che se ne parli. Le risposte che ricevono sono quasi solo insulti, ma è una tattica perfetta per poi potersi vantare di essere nella classifica di quelli che hanno il maggior numero di interazioni. Classifiche in cui non si fa menzione del tenore delle interazioni che si hanno. Scanzi dice di essere il numero uno, ma è il numero uno degli insulti ricevuti. Non capisco cosa ci sia da vantarsi”.