Il vincitore del festival di Cannes è “Titane”, film della regista francese Julia Ducournau. Lo avevamo scritto nei giorni scorsi come provocazione (lo testimonia la data dell'articolo), e invece, a sorpresa, è andata davvero così, nonostante le mezze stroncature dei critici cinematografici più paludati (come quello del Corriere Paolo Mereghetti e quello del Guardian Peter Bradshaw, che l’hanno in buona parte stroncato). A prescindere dal clamoroso esito, per noi "Titane" era già e sarebbe stato comunque il vincitore morale (anzi, più probabilmente amorale).
Il perché lo lasciamo spiegare all’inviata della Stampa Fulvia Caprara: “Film trash, splatter, sangue, sesso a volontà e c’è una donna che praticamente fa l’amore con le macchine. Dopodiché resta incinta. Cosa nascerà da una donna che ha fatto l’amore con una macchina? Da notare che in una delle scene più dure e più terribili del film, quella di un omicidio che avviene nella prima parte del film, la colonna sonora è Caterina Caselli che canta «Nessuno mi può giudicare» (ride). Questo film comunque noi lo raccomandiamo”. Tutto molto bello, anzi, bellissimo.
“Adulta, col corpo sinuoso di Agathe Rousselle, Alexia – riferisce da parte sua Mereghetti – eccita gli uomini mimando atti sessuali sulle auto esposte nei saloni, ma poi con una di quelle (auto) ci fa anche l’amore. Fin qui tutto bene o quasi: il fascino dei motori vince su quello degli uomini (che scopriamo uccide senza fare distinzioni tra maschi e femmine). Ma quando si scopre incinta il film prende strade incomprensibili”. E qui forse sta l’errore: mai cercare di capire.
Secondo la critica e regista Teresa Marchesi si tratta di “un film da scansare con cura, ma che ha fornito una rilassante parentesi di ilarità incontenibile”. Quindi non è da scansare affatto. La stessa Marchesi, peraltro, sull’Huffington Post scommette che “Titane” diventerà un titolo di culto.
Della critica del Guardian segnaliamo il passaggio in cui si parla di “sesso ballardo-cronenberghiano (il riferimento è a Crash, romanzo di Ballard del 1973 da cui è stato tratto l’omonimo film di Cronenberg, uscito nel 1996, ndr) con una macchina. E la macchina non usava protezioni, quindi si sono presi l’ovvio irresponsabile rischio di una gravidanza lynchiana. Che in effetti si verifica”.
Indiewire, che invece promuove quasi a pieni voti “Titane”, parla di “uno dei più pazzeschi film mai proiettati a Cannes”: “È difficile dire – scrive David Ehrlich – se stai guardando il film più fuori di testa mai fatto sul concetto di famiglia o il più bel film mai fatto su una serial killer che fa sesso con una macchina”. Sul resto non vogliamo spoilerare. Anche perché ce n’è già abbastanza per sentirsi quasi in obbligo di vederlo non appena uscirà. Nel frattempo, ecco il trailer.