Spesso si dice che, quando qualcuno non sa fare, allora insegna. Non è certo il caso di Rocco Siffredi, da decenni instancabile alfiere del made in Italy (hard) nel mondo, del quale Mondadori ha appena pubblicato Sex lessons – Il mio corso di educazione sessuale.
Rocco è Rocco: spontaneo, diretto, autentico. Chi lo conosce sa, bene o male, cosa troverà e come lo troverà espresso nel volume. Chi non lo conosce lo scoprirà in fretta: «Questo libro, che arriva a distanza di quindici anni dalla mia autobiografia – spiega nell’introduzione Siffredi (vero cognome Tano, nato a Ortona) – nasce con l’intenzione di darvi qualche consiglio; non voglio farlo da pornostar, ma da padre o da fratello maggiore. Non ho la pretesa di sapere tutto, ma a 57 anni, con tantissima esperienza sul campo, posso tranquillamente dire che qualcosa l’ho imparata, e quello che oggi mi sento di fare è condividere questa esperienza con voi, qualunque sia la vostra età, il vostro genere e il vostro orientamento sessuale».
Per Rocco «il porno non può essere considerato un sostitutivo dell’educazione sessuale, ma la verità è che oggi lo è, e non esistono alternative, non ancora. Quello che posso fare è aprirvi gli occhi sul porno, farvi vedere che cosa è realmente, che differenze ci sono fra il sesso su un set e quello fatto nella quotidianità con la propria fidanzata, compagna o moglie».
Durante il lockdown Siffredi ha usato i canali social per dare consigli sul sesso ai propri follower (l’ha chiamato il CoronaSutra): in quell’occasione lo ha stupito la quantità di messaggi ricevuti anche e soprattutto da parte di donne. In prevalenza si trattava di messaggi caratterizzati dall’insicurezza riguardo al proprio aspetto. Come liberarsi dei complessi di inferiorità? «È tutta questione – dice Rocco – di consapevolezza e di autostima, e se può aiutarvi vi confesso un’altra verità: le migliori scopate della mia vita sono state quelle con donne “imperfette”, senza seno, molto magre oppure grasse, comunque lontane dal canone di bellezza classico, […] perché avevo davanti una donna che mi guardava, sicura di sé, capace».
Questioni idrauliche
Tra gli uomini è percepito come comune il problema della precocità o, di contro, quello della tenuta: «Il consiglio che do a chi non fa il pornoattore, è di far lavorare il cervello, prima di tutto […] cercare, almeno all’inizio, di non essere troppo coinvolti con la partner, per evitare che l’emozione prenda il sopravvento; questo non significa che dovete diventare freddi, ma che non dovete soffermarvi sul fatto che state per andare a letto con una donna bellissima o che desiderate moltissimo. Date meno importanza a quello che state per fare e vi assicuro che l’ansia, minuto dopo minuto e passo dopo passo, comincerà a scendere, e voi acquisirete quella sicurezza che vi permetterà di fare sesso in tutta tranquillità. Dopotutto, se la donna che vi piace così tanto vi ha scelto per fare sesso, significa che le piacete anche voi e che vuole divertirsi: mi sembra già un buon punto di partenza per abbandonare ogni paura, no?»
Per chi fatica a trattenersi, un altro consiglio siffrediano è quello di assumere posizioni difficili, che richiedano un grande dispendio di energie fisiche: «La fatica è tanta che posso assicurarvi che l’eiaculazione non avverrà così presto. E poi bisogna saper andare al ritmo giusto e non farsi fregare da un movimento troppo veloce. Oppure trovare una posizione in cui non si vede il viso di lei, se vi arrapa molto […]. Cercate, poi, di rimandare la penetrazione il più possibile». Per i più giovani, in caso di disperazione, l’invito è pensare a una che piaccia meno.
Per Rocco ciò che si vede nei porno non va necessariamente provato a casa, perché spesso non è “reale”: «Se oggi gli attori non avessero a disposizione la chimica, che è entrata di prepotenza nel nostro settore ormai da oltre dieci anni, non so come farebbero! Anzi, lo so, semplicemente non esisterebbero. [...] Nella vita di tutti i giorni, però, […] non è necessario fornire performance, per questo sconsiglio di provare a imitare gli attori del porno. Non dimenticate, inoltre, che chi usa doping pesante (a meno che non sia giustificato da un problema reale) sta assumendo, né più né meno, medicinali molto pericolosi». In generale, dunque, bando agli “aiutini”: «È come prendere il voto più alto in un compito dopo aver copiato».
Le dimensioni: contano?
La domanda più ricorrente fatta a Rocco dai maschi riguarda le dimensioni del pene: «In parte questa insicurezza è da imputare alla pornografia, che ha sempre mostrato superdotati lanciando così il messaggio sbagliato […]. La verità, però, è ben altra: il pene grosso va bene nel porno perché serve a fare spettacolo, anche se non sempre è sinonimo di piacere, né per lui né per lei. Si deve sapere usare, altrimenti fa male. Inoltre, è più difficile da mantenere duro, perché ha bisogno di molto più sangue di un pene normale. Vi posso assicurare che anche chi ce l’ha normale, o addirittura piccolo, può tranquillamente avere una soddisfacente vita sessuale».
In ogni caso, per “Big Rocco” bisogna sostanzialmente rassegnarsi: «Mai e poi mai credere alle promesse di allungamento del pene. Mai. Io capisco chi si possa aver vergogna […], mi rendo sinceramente conto di quanto possa essere umiliante quella risatina che certe donne fanno di fronte a un pene piccolo (perché vi assicuro che, salvo eccezioni, tutte, anche se giurano che le dimensioni non contano, alla fine ne preferiscono uno più grosso). Comprendo perciò la disperazione, ma vi garantisco che con le creme o le pillole non riuscirete a farlo crescere nemmeno di un millimetro e avrete sprecato tantissimi soldi».
E che dire delle operazioni, di ingrossamento e/o allungamento? Anche in questo caso Siffredi sconsiglia: nel primo caso perché poi «sembra di gomma», nel secondo perché «recidendo il tendine […] tenderà a scendere verso il basso».
Ma non è solo il pene che conta: «Imparare a fare sesso con una donna significa molto altro. Significa, innanzitutto, imparare a guardarla, a parlarle, a toccarla. […] Una donna che si sente al centro dell’attenzione di un uomo, che è stimolata nel modo giusto e che si fida completamente, non farà tanto caso alle dimensioni del pene». Per Rocco è sempre questione di autostima.
Coppia: perché la situazione cambi, via libera agli scambi (se graditi a entrambi)
Rocco dà anche consigli di coppia: per lui quando subentra la monotonia la soluzione non può essere solo la masturbazione e per esperienza personale sconsiglia il ricorso a prostitute (o prostituti), che invece ritiene vadano benissimo per chi è single: «Quando si sta insieme da tanto tempo è inevitabile che il sesso perda un po’ di colore, quindi non resta che cercare il modo per risvegliare la passione. Ed è importante che siano in due a farlo, ovvero che i partner si parlino apertamente e si dicano con chiarezza e onestà che, se le cose non vanno, allora bisogna correre ai ripari. Ci sono molti modi per ritrovare la passione perduta: uno di questi è lo scambio di coppia». Ma che succede se uno dei partner non vuole provare a fare sesso con altri e non vuole che tu lo faccia? Se c’è comunque un minimo di curiosità, «potreste provare a fare sesso insieme in uno di questi club: essere guardati […] può essere molto eccitante. […] Basta scegliere con accortezza i luoghi giusti, evitando quelli in cui ti saltano addosso non appena varchi l’ingresso».
Da due a tre
Siffredi sottolinea che diventare genitori in molte coppie, purtroppo, finisce per segnare la fine definitiva della vita sessuale: «Alcune donne si dedicano anima e corpo ai figli al punto da dimenticare del tutto il marito, cosa in un certo senso comprensibile, sia chiaro, ma che, se prolungata nel tempo, porta inevitabilmente alla morte prima della passione, poi della coppia stessa. In altri casi sono i problemi fisici a non permettere una vita sessuale sana e soddisfacente, e qui servono tanta pazienza e, non mi stancherò mai di ripeterlo, tolleranza. Il corpo della persona amata non risponde alle nostre richieste sempre e comunque, non è una macchina che se premi un bottone funziona come vorresti. Dunque, se la vostra compagna o moglie ha appena partorito, datele il tempo necessario per riprendersi e fornitele tutto l’aiuto possibile. Più tranquilla sarà lei, più rilassata si sentirà, e prima ritroverà le forze fisiche per riprendere la vita sessuale».
Il libro prosegue con Rocco che parla di tabù («per molti uomini è difficile ammettere di provare piacere se stimolati nella zona anale»), di tipi di “patate”, di età («spesso si crede che il sesso migliore sia quello praticato con ragazze molto giovani, di 19 o 20 anni. Non è così, perché il massimo le donne lo danno fra i 30 e i 40 anni, anche se ci sono delle eccezioni»), di durata («nella vita di tutti i giorni scopare a lungo la propria partner è noiosissimo per lei e, soprattutto, può causare fastidi. […] Durare a lungo non vi farà vincere una medaglia»), di igiene («pulirsi eccessivamente può diventare un boomerang»), di unghie (consiglia agli uomini di tagliarsele molto bene), di peli, di cambio di sesso («è molto importante capire davvero chi siamo e quello che vogliamo prima di fare scelte che segneranno il resto della nostra vita»), di ambiente (lui preferisce sul divano, perché/se è più rigido del letto, e ne ha fatto disegnare uno appositamente per i suoi set… a cinque posti), di sex toys («per gli uomini, purtroppo, la tecnologia non è ancora all’avanguardia come per le donne»). Entrando più nel tecnico (ed eliminando ogni già labile filtro), Rocco tratta poi di sesso orale, sesso anale e sesso estremo, aspetti per i quali, assieme a diversi altri, rimandiamo all’acquisto e alla lettura integrale del volume. La conclusione, però, è “romantica”: «Fate esperienza, vivete il sesso sulla vostra pelle e con tutti voi stessi, senza rinunciare a niente ma soprattutto senza rinunciare a quello che vi fa stare bene e fa stare bene la persona con cui avete una relazione, che sia l’amante di una notte o la compagna di una vita. La cosa che più conta nel sesso è il rispetto, che per me significa innanzitutto non mentire a sé stessi né al partner, e realizzare i propri desideri senza mortificare quelli altrui».