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Lialai dal Karaoke,
al singolo con Rocco Siffredi:
«impossibile per una donna
rimanere impassibile»

  • di Niccolò Fantini Niccolò Fantini

9 aprile 2021

Con un messaggio in chat, ha prima accalappiato, poi sedotto e abbandonato, il maschio italiano per antonomasia: Rocco Siffredi. Chi è e chi desidera essere Lialai, alias Caterina Lalli: 172 centimetri e 7 tatuaggi di esuberante toscanità canterina, che ci svela perché la grande leggenda del porno è l'imbarazzato protagonista, in versione Point Break, del suo secondo videoclip. Un singolo che ti resta in testa e che ha catturato anche le orecchie dei tifosi su Sky

di Niccolò Fantini Niccolò Fantini

La canzone che ti resta in testa. Questo è l'effetto di “Kill me” e del suo riff che si fissa nell'orecchio. Si tratta del secondo singolo in carriera di Lialai, al secolo Caterina Lalli: venticinquenne e debuttante cantastorie di Carrara. Nel suo progetto multimediale ha prima convinto e poi coinvolto, anche il noto regista, produttore e attore internazionale di cinematografia per adulti, Rocco Siffredi. La giovane Caterina ha utilizzato un messaggio privato su Instagram per conquistare il Rocco nazionale, che è rimasto affascinato dall'idea del "romanzo a puntate", di cui interpreta il secondo episodio: la storia di una rapina alla Point Break, in cui Siffredi indossa la maschera di Donald Trump e in cui si ritrova splamato sul letto, sedotto in mutande e abbandonato dall'ex complice della coppia, Lialai, con addosso un'aderente tutina alla Eva Kant.

Sei giovane, inedita e la tua canzone è nelle classifiche online. Ma è pure negli highlights di Serie A su Sky Sport: ho visto Ibrahimovic fare una veronica con tacco, al ritmo di “Kill me”. Raccontaci: come e quando hai iniziato a cantare?

Non me l'aspettavo: me l'hanno detto che era su Sky, come colonna sonora dei goal. E se ci penso, ancora non ci credo: ho inziato a incidere... meno di un anno fa! L'idea è nata durante il primo lockdown. Ma fin da piccola mi è sempre piaciuto cantare e recitare. Ho fatto anche una prova alla New York Film Academy, a Firenze. Ma, dopo essere stata a Los Angeles, ho capito che la metropoli non è la mia dimensione: sono molto attaccata a dove vivo, a casa mia e ai miei genitori. Infatti, il progetto musicale è partito con il karaoke in salotto e proprio per gioco. Fin da piccola, cantando con la mia famiglia e, negli ultimi anni, anche col mio ragazzo.

Sei partita benissimo: sei fidanzata e nel tuo secondo videoclip sei sdraiata su Rocco Siffredi in mutande. Spiegaci: come ci sei arrivata e cos'è questo tuo progetto musicale a episodi?

Sì, sono fidanzatissima, da 4 anni. Ma mi piace recitare e mi impegno molto nei video, perché il progetto è un “romanzo cantato”. Come una serie a episodi: un romanzo dove le canzoni sono i capitoli della storia, che si legge in musica e per immagini. Il primo video è il singolo “Dime”: una canzone, metà in spagnolo e metà in inglese, con ritmi latini e girata tra Forte dei Marmi e Marina di Carrara, dove il lungomare sembra quasi Miami. Mentre il secondo capitolo, “Kill me”, è girato dal regista Samuele Sbrighi ed è il video a cui ha partecipato Rocco Siffredi. A me piace molto, perché il risultato è un cortometraggio. E a Rocco è piaciuto il mio progetto. Gli ho mandato un messaggio e gli ho ilustrato l'idea della storia a capitoli: una rapina e una donna, delusa dall'amore, che si vuole vendicare.

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Perché hai pensato proprio al grande protagonista dei lungometraggi a luci rosse: sei una fan di Rocco?

Sì, lui mi piace un sacco, è una persona sincera ed è sempre sé stesso. Mi ritrovo in quello che esprime e volevo per il mio video qualcuno di simile a me. Volevo che il protagonista maschile, fosse sincero e reale, come è lui. E qualche suo film l'ho visto, se è questo che vuoi sapere!

Ci sono donne che commetterebbero qualsiasi azione, per essere al tuo posto. Come è andata sul set: è stato difficile recitare con un personaggio di grosso calibro? Eri emozionata? Ansia da prestazione?

Non sono timida, ma all'inizio ero un po' agitata. Cioè, dai, è Siffredi! Te lo trovi lì davanti, sul letto e legato. Ero agitata, ma sfido chiunque: è un bell'uomo e, come dire, si percepisce che ci sa fare. Poi durante le riprese mi sono lasciata andare e mi sembrava lui ad essere più imbarazzato di me. Mai me lo sarei aspettato: era proprio in imbarazzo, nel bacio! Invece io ero agitata e coinvolta. Ma credo che sia impossibile per una donna rimanere fredda e impassibile, anche se è una scena casta e siamo entrambi vestiti. E Rocco Siffredi è un grande professionista: è riuscito a mettere a proprio agio chiunque fosse al lavoro sul set con lui, durante tutte le riprese di “Kill me”.

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Un post condiviso da LIALAI (@caterinalalli_lialai)

Raccontaci della Caterina che è dentro a Lialai: cosa fa oltre a cantare e mordere il labbro a Siffredi su YouTube?

Mi sono iscritta quest'anno all'università: studio lingue e mercati.
 
Sei una ragazza molto studiosa?

Non direi, anzi: ho cambiato 3 licei in 5 anni. Non ero proprio una studentessa modello, ho avuto anche sei in condotta. E vengo da una famiglia con certi valori: non sono dei bacchettoni, ma mi cazziavano per la mia condotta a scuola. Sono la ribelle della mia famiglia.

Per fortuna c'è un Lapo in ogni casa e anche tu hai diversi tatuaggi: cosa sono?

Sì ho molti tatuaggi: ho 6 frasi sul corpo e una farfalla sul collo. Non sono citazioni, ma sono delle dritte: alcuni concetti, che ho in comune con le persone importanti della mia vita. Ad esempio: uno insieme a mio fratello più piccolo e un altro con mio fratello più grande. Entrambi abbiamo l'identica frase tatuata.

Quindi dei consigli di vita, “lifetips”, come si dice in inglese. C'è anche “to be continued”, per il prossimo episodio del tuo romanzo cantato?

No, no: per quello ci sono i miei social! E i video sono pubblicati nel mio canale su Youtube. Anzi: non perdere il link, che così scopri come va a finire.

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