Signorini e la chiusura del profilo Instagram. Scelta dei legali?
Alfonso Signorini ha chiuso il suo profilo Instagram. E venne il giorno, potremmo dire, parafrasando M. Night Shyamalan. Già, perché è da quando Fabrizio Corona ha fatto scoppiare il (presunto) Signorini-Gate che in molti si domandano: ma perché Alfonso Signorini non lo chiude, il suo profilo, dato che continuano a commentare il suo ultimo post con migliaia e migliaia di insulti?
Le ipotesi sono state tante. C’era chi diceva che no, chiuderlo sarebbe stato ammettere una sconfitta. C’era chi sosteneva che un personaggio pubblico non può chiudere un profilo da un milione di follower perché gli shitstorm, prima o poi, capitano a tutti. “Ma almeno chiuda i commenti”, consigliavano alcuni. E altri rispondevano: no, è una strategia dei legali per dimostrare attraverso la shitstorm che Fabrizio Corona ha fatto revenge porn pubblicando le chat degli aspiranti concorrenti al GF Vip. Altri ancora ipotizzavano: sono i legali Mediaset che, se da un lato vogliono monitorare cosa sta succedendo nell’opinione pubblica per formulare al meglio l’accusa contro Corona, dall’altro vogliono rendersi conto esattamente di come venga adesso percepito il personaggio: gli avvocati di Mediaset che facevano il gioco sì di Signorini, ma soprattutto del Bene Supremo, ossia Mediaset.
Marina Berlusconi e il suo intervento a proposito dei social media
Fino a qualche giorno fa, il legale di Alfonso Signorini, Andrea Righi, lo aveva descritto, ovviamente, rammaricato per quanto successo ma “determinato a ristabilire la verità”. In questo senso, mantenere il profilo Instagram aperto, compresa la possibilità di lasciare commenti, poteva essere interpretato come una certa serenità di Signorini, come di colui, insomma, sicuro della legittimità del proprio operato e incurante della percezione della sua immagine da parte di quel pubblico che si era avventato, con tutta la cattiveria di cui sono capaci gli hater, sul suo profilo.
Nella scelta della chiusura di Instagram, però, potrebbero avere influito le parole scritte da Marina Berlusconi su “Chi” nell’occasione del trentennale della rivista di gossip: “I social sono un’arena dominata da parole ed espressioni di crudeltà e spesso di odio”, come a dire: noi facciamo televisione ed editiamo un magazine cartaceo, tutta un’altra cosa rispetto a quell’arena senza regole che sono i social. La chiusura del profilo Instagram di Alfonso Signorini potrebbe allora essere letta come una rivendicazione di un’azienda editoriale mainstream contro l’editoria indipendente sui social. Sono recenti, infatti, i commenti e gli studi secondo cui gli influencer si stanno dotando di una vera e propria redazione, diventando essi stessi organi di informazione.
La Legge dei Numeri
E però ci sono i numeri a parlare. Le due puntate di Falsissimo, “Il prezzo del successo”, attraverso le quali si è parlato del (presunto) “Sistema Signorini”, hanno superato i dieci milioni di visualizzazioni: stiamo parlando di numeri da partita della Nazionale, di serate di Sanremo. Ricordiamo che “Il sogno” di Roberto Benigni, lanciato durante Sanremo, ha fatto poco più di 4 milioni di spettatori, mentre l’ultimo spettacolo su San Pietro del comico toscano, campione degli ascolti, non è arrivato a 4 milioni. Si capisce così che YouTube o i social non possono essere più considerati canali “alternativi” o da “snobbare”. Se la chiusura del profilo Instagram di Signorini è dovuta a questa decisione “editoriale”, sembra sbagliare nel segno, perché viene percepita come una fuga dal vero popolo di “spettatori”, anche perché trasmissioni come il Grande Fratello e i reality in genere vivono proprio grazie ai social, un grande condominio dove i reality vengono commentati. E, sinceramente, ci sembra difficile che proprio a Mediaset non conoscano la “legge dei numeri”: chi fa più ascolti è, di fatto, “mainstream”.
Lo sceriffo di Nottingham
In ogni caso, chiudere un profilo Instagram per un uomo di spettacolo non deve essere stata una scelta facile. Resta, ovviamente, l’ultima ipotesi: che sia stata una scelta processuale, ossia imputare a Fabrizio Corona, in un’eventuale causa civile per risarcimento, anche la chiusura del profilo di Alfonso Signorini. Il che, nella percezione – almeno quella che ne ho io, attraverso la mia “bolla” social dettata dall’algoritmo – fa ancora di più di Fabrizio Corona il vincitore della querelle, facendolo apparire sempre più come lo Sceriffo di Nottingham che, come si sa, ce l’ha duro.