Mentre infuria l’Hermès-gate, scoop di Selvaggia Lucarelli, i cui nomi dei protagonisti sono “Bamba”, “Maradona” (ma cosa ci mettevano in queste borsette false?), mentre tutti si domandano se le borse false che Daniela Santanchè avrebbe regalato a Francesca Pascale vengono usate da quest’ultima per metterci i giocattoli dei cagnolini o se le ha regalate alle amiche o se ha regalato alle amiche i giocattoli dei cagnolini (come dice Carlotta Vagnoli, facendoci age shaming – complimenti a questo woke - qui a MOW abbiamo la “mezza età” e quindi ogni tanto ci confondiamo), mentre apprendiamo dalla Lucarelli di una pagina Instagram, seguita anche dalla Santanchè, pagina che ogni tanto scompare e poi riappare, e che si chiama, tipo, “Cunnilingus”, ma forse non è scritto così (siamo anziani e quindi presbiti, o lesbichi, e non mettiamo gli occhiali da lettura perché abbiamo la crisi della mezza età), mentre l’Italia tutta è appesa alla notizia di signore ricche che forse comprano borse false e meno delle signore povere che non hanno neanche la borsa, ma tanto non serve perché non hanno cosa metterci, ecco, mentre queste notizie ci passano sulla testa una cosa ci è rimasta impressa in testa.

Avete presente quando sentite una canzone a Sanremo e pensate “ma io questa canzone l’ho già sentita” e poi passate il resto della settimana a canticchiarla per capire quale canzone del passato vi ricorda al limite del plagio? A noi è capitato proprio con Daniela Santanché e con il suo discorso alla Camera prima del voto sulla mozione di sfiducia presentata contro di lei dal Movimento 5 Stelle e appoggiata dal Partito Democratico e da Alleanza Verdi e Sinistra (mozione poi respinta). La Santanché ha detto: “Io sono l’emblema di tutto ciò che detestate, lo rappresento plasticamente […] Sono una donna libera, porto i tacchi da 12 centimetri, ci tengo al mio fisico, amo vestirmi bene”. Ma… aspetta un attimo… ma non somiglia a? Ce l’ho sulla punta della lingua. Niente. Così è un paio di giorni che canticchiamo “sono una donna libera/ci tengo al mio fisico/amo vestirmi bene”, questo è senz’altro un ritornello che abbiamo già sentito! Ma dove? Aspetta forse… no, niente. Così, leggendo e rileggendo questa dichiarazione l’occhio ci casca sulla mozione: “appoggiata dal Partito Democratico e da Alleanza Verdi e Sinistra”… aspetta aspetta… Alleanza Verdi e Sinistra! Aboubakar Soumahoro e sua moglie! La Soumahoressa!

Mentre il marito sfoggiava stivali di gomma da coltivatore diretto quando la giornata è messa a pioggia, la moglie veniva fotografata con abiti e borse di lusso. Alla richiesta di un commento, Soumahoro rispose: “Esiste un diritto all’eleganza. Il diritto alla moda è una libertà”. Ecco dove avevamo sentito il discorso di Daniela "Soumahoro", cioè Santanché, dalla bocca di Aboubakar! A questo punto le cose sono due. O Aboubakar Soumahoro fa il ghost writer della Santanché. Oppure, non sappiamo delle borsette, ma sicuramente le sue dichiarazioni sono delle “repliche”, copiate dall’originale.
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