Viviamo in una società che è progredita ad una velocità innaturale. Le grandi accelerazioni, specie quelle tecnologiche hanno creato un divariò enorme nei confronti della crescita “umana”. Siamo regrediti culturalmente e abbiamo perso completamente il senso della società. La società in senso sociologico, quella che è definita come "un insieme di individui in relazione tra loro su un territorio che condivide forme organizzative, una cultura e un'identità collettiva". Oggi l’individualismo e soprattutto l’individualismo competitivo ha completamente azzerato il senso di collettività. E parlare oggi, dopo la tragica scomparsa di Giulia, di amore, fratellanza, senso civico, ma anche di “umanità“ diventa davvero difficile. A cosa servirà questo ennesimo sacrificio umano, quali potranno essere gli effetti sociali di un ulteriore caso di efferato femminicidio, che tipo di azioni potranno essere messe in campo per far sì che questo grave gesto non resti solo un altro evento da commemorare, da ricordare in attività associati distiche, fondazioni e ricorrenze. Siamo nel punto di non ritorno e non credo si possa più restare inermi continuando a pensare che i proclami, gli eventi, i concerti, i minuti di silenzio e tutte le forme di campagna contro la violenza sulle donne, sulle giovani ragazze, possano risolvere un problema. È un cancro vero e proprio, non diverso da quello di cui soffro io e va estirpato alla radice e curato con terapie non estemporanee e che spesso hanno solo la valenza di diventare propaganda fine a sé stessa o addirittura speculazione. Non serve l’ennesimo concerto in memoria di! Non serve l’ennesima fiaccolata nel ricordo di! Serve una azione politica che abbia un impatto socioculturale forte, persistente, continua e monitorata. Una azione che unisca le sterili divergenze propagandistiche dei partiti e veda tutte le forze politiche coese nel realizzare una azione pronta ed efficace.
La scuola è certamente la prima area di intervento ma non solo! I giovani a scuola trascorrono 4/5 ore del proprio tempo e per 8/9 mesi all’anno, anzi ancor meno se consideriamo le festività e i giorni di assenze più o meno giustificate. Serve un intervento sulla scuola, è chiaro. Ma serve un intervento in tutti gli ambiti che contribuiscono a formare un giovane ragazzo oggi. Occupandomi di musica non posso non pensare a questo ambito come un ambito nel quale occorre intervenire con immediatezza. Io stesso e MOW che ospita i miei interventi sto conducendo da mesi una inascoltata battaglia contro i messaggi che bombardano le menti dei giovani ragazzi attraverso i testi musicali. Sono stufo di ripetere nomi di artisti che offendono, oltraggiano e umiliano la donna attraverso frasi che sono proclami di violenza e che lasciano trasparire una innegabile mascolinità tossica. Ma chi interviene a limitare questa inondazione di violenza che aggiunge all’orrore cruento del femminicidio di donne adulte adesso anche quello di giovani ragazze? Nella politica spero intervengano oltre che sistemazioni nelle leggi e nella applicazione senza sconti delle pene anche una serie di misure di prevenzione a livello formativo e culturale. Nella musica? La musica oggi più di ieri dimostra fortemente nella formazione dei giovani della nuova generazione o gen z. Quanti messaggi di sostegno a Giulia sono arrivati dal mondo della musica? Quasi nulla se non il minuto di silenzio di Elodie che però è salita sul palco di Sfera Ebbasta che, al netto dell’essere uomo dei record di ascolti e al netto dei primati sciorinati sulle piattaforme streaming, continua ad essere l’autore di Hey Tipa! Magari avrebbe potuto cogliere l’occasione, da DONNA e cantante di successo (che stimo) di convincere il suo collega a fare il take down di quel brano come gesto emblematico a tutela delle donne verso il mondo mascolino della trap. Di questo continuo uso del termine “bitch” che onestamente ha rotto il cazzo e che invece è un claim per quel mondo degenerato della trap: “Pensavo a io e te, su una sportiva o su un jet. una rockstar e una bad bitch pieni di gioielli”. “Mamma mia, quando ti spogli sei più dei soldi e divento pazzo. Divento loco”. Dai Elodie: io non ho questo potere ma tu sì. Dai senso a quel minuto di silenzio e invita i tuoi colleghi andare un segnale tangibile. “L'amore è un po' ossessione, un po' possesso. Carichi la pistola e poi ti sparo in testa” cantava nella Bella e la Bestia Achille Lauro. Nel mio libro ho spiegato che secondo il mio punto di vista si riferisce a sé stesso; la sua parte bella e la sua parte bestia. Ma chi la ascolta ne riceve un altro messaggio.
E ancora, e per una ultima volta, il brano di Schioffi “Un po’ Un pino”: schifosamente ancora presente sulle piattaforme streaming. E poi: avete letto post, messaggi, interventi a sostegno e tutela delle donne da parte delle discografiche e delle piattaforme streaming? Chi di loro ha scritto mai, ne tantomeno oggi sulla vicenda di Giulia, qualcosa a riguardo o preso una posizione contro il tema della violenza verso le donne trattato nella musica trap? Quasi ad essere complici silenti e assertivi di messaggi istigatori e violenti che contengono alcuni brani di alcuni artisti dalle stesse discografiche prodotti e di cui le piattaforme consentono il carico e la promozione! Basta. Fate anche voi un passo verso la sensibilizzazione sul tema della violenza. Siete il veicolo attraverso il quale certi testi e certi argomenti seppure trattati in musica penetrano nelle menti di una gioventù debole, annoiata e culturalmente abbandonata a sé stessa. È ora che anche da parte vostra arrivino segnali tangibili a tutela delle donne e delle giovani ragazze vittime di una crescente follia mascolina che nella migliore delle ipotesi le tratta come bitch e nella peggiore le uccide. Che serva la vita di Giulia ad indurre anche voi ad una riflessione seria su ciò che, come editori e come discografici, portate sul mercato! Sono contro la censura ma c’è un limite a tutto e qui il limite non è di impedire che quella forma di perversione mentale o strumentale che alcuni artisti hanno sia cassata nella scrittura: ma che non ne sia agevolata la diffusione e la pubblicazione questo potete farlo. Invece continuate a cavalcare tutto ciò che fa presa sui ragazzini come le droghe, le gesta pseudo criminali, la promozione del lusso, soldi e la mascolinità che rende quattro imbecilli scappati di casa degli eroi. La Politica deve intervenire anche su questi temi con celerità e mettendo in atto tutto ciò che può essere funzionale ad impedire che un certo tipo di messaggi sia veicolato attraverso la musica. Serva questa volta la vita di una nostra figlia, cari discografici, a farci riflettere che nella vita non esiste solo danaro è successo ma esistono valori che vanno recuperati. Investite negli artisti clean, che hanno storie belle da cantare, che cantano l’amore, la vita è che non si rifugiano continuamente dietro il disagio per trovare una scusante alla ricerca ossessiva del successo ne tantomeno che continuino a sciorinare pentimenti e cambi di vita sui giornali dopo aver contribuito pesantemente a influire sulla crescita della deviazione socio culturale dei giovani e poi continuando a farlo nelle canzoni che al contrario basano gli ascolti proprio su un messaggio che di pentimento contiene ben poco. Avete rotto il cazzo con questa facciata perbenismi a costruita ad arte per generare profitti per voi, per le discografiche e le agenzie che vendono i vostri live! Dovete dimostrare con concretezza di essere vicini al disagio giovanile, di essere vicini ad una categoria, quella delle donne, che avete solo usato e bistrattato per anni e piuttosto che portare nelle scuole messaggi sulla costruzione di carriere imprenditoriali e su come far soldi andate a parlare della importanza di essere e vivere in una società civile, prima ancora di spiegargli le società di capitali.