Da Forza Italia al Partito Democratico, passando per Fratelli d'Italia, Lega e Movimento 5 Stelle, quasi tutte le forze politiche hanno risposto alle 5 domande dell’Ansa, elencando le idee che porteranno nel prossimo Parlamento. Alla ricognizione, giusto sottolinearlo, ha preferito non partecipare l'alleanza Azione-Italia Viva. Ma quali sono le proposte su auto e mobilità in vista delle elezioni politiche di domenica 25 settembre? 1) Come immaginate la mobilità del futuro? 2) Quali azioni volete intraprendere per minimizzare l'impatto ambientale dei trasporti? La Germania ha testato gli abbonamenti low-cost ai mezzi pubblici, mentre la Francia il maxi-incentivo per rottamare l'auto e passare alla bici elettrica. La ricetta italiana quale potrebbe essere? 3) La filiera auto ha da sempre un ruolo centrale nel tessuto produttivo italiano. In che modo si può supportare il settore in questa delicata fase di transizione? 4) Ritenete valido l'attuale schema di incentivi all'acquisto delle auto o sarebbero necessari dei correttivi? E sempre a proposito di incentivi, in questo caso non monetari, a vostro avviso la politica ha fatto abbastanza fino a oggi per la diffusione delle colonnine di ricarica per i veicoli elettrici? 5) La Commissione Ue e l'Europarlamento puntano a fermare nel 2035 la vendita di nuove auto con motore endotermico. Qual è la vostra posizione su questa misura? Siete d'accordo che sia tempo per l'all-in sull'elettrico?
Fratelli d'Italia
Fratelli d'Italia è per "un approccio tecnologicamente neutrale nel disegnare il futuro della mobilità". Lo ha detto l'eurodeputato Nicola Procaccini, responsabile del dipartimento Ambiente ed Energia del partito, che teme "la dipendenza da Paesi, come la Cina, che hanno quasi monopolio dei materiali e dei componenti per produrre e far funzionare le macchine elettriche. Perciò FdI promuove i carburanti alternativi e pensa a un "riequilibrio degli incentivi a favore di tutto il parco auto", perché l'ecobonus vede "uno sbilanciamento a favore di auto elettriche ed ibride". "Per una diffusione più capillare delle colonnine per la ricarica di veicoli elettrici - aggiunge Procaccini -, bisogna invece favorirne le installazioni private all'interno di condomini residenziali, uffici e singole abitazioni. Ma questa ed altre strategie producono risultati reali solo se sono coordinate e attuate all'interno di una pianificazione chiara e coerente rispetto agli obiettivi".
Partito Democratico
Digitalizzazione dei trasporti e politiche per l'auto elettrica rappresentano infine la proposta del Partito democratico. Il segretario Enrico Letta vuole installare "100.000 colonnine elettriche e 30.000 punti di ricarica rapida entro il 2027". Altro obiettivo è ridurre il gap di prezzo tra le vetture a combustione e quelle elettriche e ibride plug-in. "Accompagneremo la transizione dei mezzi pesanti su gomma a alimentazioni a basse e zero emissioni - continua Letta -, anche attraverso l'utilizzo di biocarburanti e di idrogeno". Un ruolo centrale spetta poi al sistema "Mobility as a Service (Maas)", "un servizio di trasporto da un punto ad un altro che può essere realizzato anche con mezzi di trasporto diversi ma con un unico biglietto", chiarisce il leader dem. Oltre al MaaS, il PD promette sconti e prezzi massimi per i lavoratori pendolari e prezzo zero per i costi di trasporto a studenti e anziani.
Lega
"No al tutto elettrico" è la visione anche della Lega, che parla attraverso il viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Alessandro Morelli: "Non si può definire dall'alto quale forma di mobilità sia da valorizzare, se quella elettrica, ibrida o quella 'tradizionale' - sostiene -, ma deve essere il mercato ad indirizzarsi sulla base delle nuove tecnologie". Per il Carroccio, puntare solo all'auto elettrica rischia di "mandare in fumo 70.000 posti di lavoro". L'Italia dovrebbe invece fare più ricerca e sviluppo sui biocarburanti. Morelli spera anche di estendere il bonus trasporti agli spostamenti regionali e interregionali, favorire le colonnine di ricarica negli edifici di nuova costruzione e "ricomprendere nel 'credito d'imposta per la formazione 4.0' anche l'area relativa alle tecniche e tecnologie della mobilità elettrica, per accompagnare i lavoratori del settore nell'acquisizione delle nuove competenze richieste dalla filiera dell'e-mobility".
Movimento 5 Stelle
"Intermodalità e interconnessione", sono le parole chiave del Movimento 5 Stelle, svelate dal senatore Agostino Santillo, coordinatore del comitato Infrastrutture e Mobilità Sostenibili del partito. Cura del ferro, decongestionamento del traffico, più car sharing e car pooling e sgravi sui monopattini sono le ricette dei pentastellati, con un occhio di riguardo per il Sud. Grande attenzione anche all'auto elettrica, che rappresenta "un'opportunità". Nocciolo del programma è incentivare le fasce più deboli, favorire il retrofit dei veicoli e stanziare le risorse per creare una rete di colonnine per la ricarica. Ma "la sola sostituzione di una tecnologia con un'altra, anche se a minore impatto, non sarà comunque sufficiente a garantire una migliore qualità della vita della gente - conclude Santillo -. Abbiamo il dovere di spostarci inquinando meno, quindi in maniera collettiva e sempre di più con mezzi a emissioni zero".
Forza Italia
"La mobilità del futuro per Forza Italia è innovativa, sostenibile, tecnologica, condivisa, ramificata e non ideologica" ha detto Alessandro Cattaneo, deputato e responsabile dei Dipartimenti di FI. Dopo la decisione dell'Unione europea di vietare le vendite di motori a combustione dal 2035, il partito propone un "piano industriale per il rilancio di tutta la filiera, dalla componentistica alla produzione dei veicoli, che passa attraverso diverse fasi: dall'ampliamento del portafoglio tecnologico, sostenendo settori componentistici in cui l'Italia è molto forte, come il powertrain, e implementando quelli emergenti come l'elettronica, alla riconversione tecnologica di molte aziende, rimasta ferma al palo a causa della mancanza di expertise, fondi e regolamentazione". Secondo Forza Italia "la strada verso la mobilità sostenibile non può essere circoscritta soltanto all'auto elettrica, perché correremmo l'imperdonabile rischio di escludere altre forme di tecnologia ugualmente efficaci, come l'idrogeno o i biocarburanti".