Le critiche (mai richieste) di Beatrice Venezi sulla rappresentazione del corpo di Elodie come ‘poco elegante’ dimostrano quanto le rigide norme di femminilità continuino a imprigionare la visione di alcune menti conservatrici. Eppure Damiano dei Måneskin, con il suo stile trasgressivo (che noia a volte) dimostra che la diversità e l’eccentricità possono essere accolti e celebrati nel panorama musicale. Ma lui sè e la bella cantante romana evidentemente no. Ma rompere gli schemi, sfidare le convenzioni e abbracciare con gaudio l’eleganza ribelle, chiassosa e colorata della femminilità che Elodie incarna con maestria, perché fa così paura? “Elodie? Mi sembra che, con il suo atteggiamento, dia una rappresentazione poco elegante del corpo della donna. Posso dirlo?” Il commento non arriva da Simone Pillon (stranamente), ma da Beatrice Venezi, nota direttrice d’orchestra, che in un’intervista ha definito in questo modo la cantante romana. Se fossi stata presente, di fronte al “posso dirlo” mi sarei alzata e avrei urlato un sonoro: “No”.
Non è vero che possiamo dire sempre e comunque quello che vogliamo, soprattutto quando siamo consapevoli che le nostre parole verranno amplificate, che faranno il giro dei giornali, dei social e forse anche dei Tg. Elodie è una cantante pop. L’eccesso ma soprattutto l’essere eccentrica fa parte del personaggio, del suo tipo di lavoro, dell’illusione che la cantante è stata in grado di creare. Poco elegante, ma secondo quale criterio? Damiano dei Måneskin in reggicalze è accettabile, trasgressivo il giusto, mentre Elodie, magnifica mammifera di sesso femminile col potere più unico che raro di generare desiderio negli uomini e ammirazione nelle donne, no?
Perché osa sbattersene e rifiutare con decisione l’estetica tristemente diffusa delle cantanti italiane noiose, minimal e un po’ Prada? Perché ha optato, come la migliore delle Raffaelle Carrà, per il chiasso, il colore e le prese di posizioni che agitano gli animi degli indignati che la vorrebbero meno eccessiva e più allineata? Chi ha detto che la femminilità debba per forza essere sinonimo di compostezza? Nessuno. O magari qualche pirla che ha paura della propria ombra, figuriamoci dell’ombra gigante e sfarzosa di una donna come lei. Non cambiarsi i jeans per sei mesi non è elegante, ruttarsin in faccia può non essere elegante, ma essere sé stesse e soprattutto essere Elodie è - e sarà sempre - elegantissimo.