È avvenuta l’ennesima tragedia stradale a Milano: una donna di 39 anni, madre di una bambina di 6 anni, pedalando in via Sforza, all’angolo con Corso di Porta Vittoria, è stata investita da una betoniera. L’impatto l’ha uccisa. Cristina Scozia, questo il nome della vittima, era una personal trainer. Lascia un compagno e la figlia. A Milano erano accaduti due incidenti mortali praticamente identici nei mesi scorsi: il 2 novembre, a restare priva di vita sull’asfalto era stata Silvia Salvarani, insegnante di yoga di 66 anni, travolta anche lei da una betoniera, e il 1 febbraio era stata la volta di Veronica D’Incà, 38 anni, altra mamma, presa in pieno da un camion. Tutte appartenenti alla comunità milanese dei ciclisti, che ieri ha protestato reclamando “nuove ordinanze chiare per chi circola in città con i mezzi pesanti”, perché “non si fa nulla”.
Secondo le testimonianze, la bici di Cristina Scozia e la betoniera procedevano nella stessa direzione, con la prima in corretta andatura sulla corsia ciclabile. Il mezzo pesante avrebbe svoltato a destra senza avvedersi della bicicletta che è presumibile ipotizzare fosse alla sua destra, nell’angolo cieco. L’autista della betoniera, un italiano di 53 anni risultato negativo ai test dell’alcol e degli stupefacenti, è uscito dall’abitacolo gridando “Ho ucciso una persona, uccidetemi”, per essere poi portato all’ospedale per riprendersi dallo choc. La Procura lo ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio stradale. Il sindaco Giuseppe Sala, commentando il fatto, oltre a esprimere le condoglianze d’obbligo ha anticipato quella che potrebbe essere una novità riguardo la circolazione nel capoluogo lombardo: “Possiamo iniziare col regolamentare l’accesso in città a tutti i mezzi pesanti, limitandolo a quelli dotati di un dispositivo che permetta piena visibilità anche sull’angolo cieco”.