Nelle ultime ore dal Policlinico Gemelli si è diffusa la notizia di due pesanti crisi respiratorie per il Papa, la terza e la quarta da quando è in ospedale: “Due episodi di insufficienza respiratoria acuta, causati da un importante accumulo di muco endobronchiale e conseguente broncospasmo”, spiega il Vaticano. Una complicazione che ha obbligato Francesco a tornare ad una respirazione artificiale, “ventilazione meccanica non invasiva” – che non prevede dunque l’intubazione ma una mascherina che introduce ossigeno nelle vie respiratorie attraverso bocca e naso. Si tratta comunque di una terapia più rispetto a quella a cui era stato sottoposto sin dai primi giorni di ricovero. I medici sono intervenuti tempestivamente, dal momento che il Papa provava la “sofferenza di una persona a cui manca il respiro”, per via degli spasmi causati dagli sforzi per espellere il muco. Per liberare le vie respiratorie, occluse dai depositi di muco, i medici “hanno dovuto eseguire due broncoscopie “con necessità di aspirazione di abbondanti secrezioni”.

Le continue ricadute dell’ultimo periodo non aiutano certo a pensare che Francesco possa recuperare in tempi brevi. Anzi, il timore è che questi episodi possano verificarsi ancora e ancora. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, “la terapia di cortisone che ha preceduto il ricovero, e con la quale si intendeva facilitare la respirazione, ha abbassato le difese immunitarie e favorito l’infezione polimicrobica che ha colpito entrambi i polmoni”. Fra le poche note positive degli ultimi giorni resta il fatto che Francesco sia “vigile, orientato e collaborante”. Parole che, per la verità, suonano comunque come un passo indietro rispetto agli ultimi giorni, quando la Santa Sede riportava di una Papa al lavoro, dalla lettura dei quotidiani alle numerose nomine in pochi giorni, intepretate da molti come atti fatti per lasciare in sospeso il meno possibile. Papa Francesco, 88 anni di cui quasi 13 di pontificato – che ricorreranno il prossimo 13 marzo – e nel bel mezzo dell’anno del Giubileo, non è nuovo a problemi respiratori. Anzi, a partire dal 29 marzo 2023, quando si sentì male dopo un’udienza generale, la sua condizione si è aggravata, con continui controlli e ricadute che hanno inevitabilmente impattato sulla sua attività costringendolo a ridurre gli impegni pubblici. L’apprensione degli ultimi giorni ha senza dubbio alzato i livelli di apprensione sulla sua condizione e il futuro del suo pontificato, che parrebbe già al lavoro per prepararsi al dopo Francesco.
