Stamattina Garlasco si è svegliata con un terremoto. Motivo? Le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi hanno preso una piega inaspettata. Infatti, dalle prime luci dell’alba, sono in corso delle perquisizioni da parte di Carabinieri e Guardia di Finanza nelle abitazioni di ben 9 persone, tra cui anche i genitori e degli zii di Andrea Sempio, attualmente indagato per concorso in omicidio. Persone a cui si aggiungono anche ex investigatori e inquirenti che al tempo indagarono sul delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto del 2007. Si tratta di un’operazione coordinata dalla Procura di Brescia e, stando alle prime indiscrezioni, gli investigatori sarebbero sulle tracce di giri di denaro versati dai familiari di Sempio per ottenere l’archiviazione dell’indagine aperta a suo carico nel 2017. Non solo. Indagato con l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari Mario Venditti, ex procuratore di Pavia che archiviò l’indagine. Attualmente sono state perquisite le sue abitazioni a Pavia, Genova e a Campione d’Italia. L’ipotesi al momento è che Venditti avrebbe archiviato l’inchiesta su Sempio in maniera troppo sbrigativa. Ipotesi che proviene da alcune intercettazioni e da un appunto fatto a penna su un bloc notes in cui si legge “Venditti / gip archivia X 20-30 euro” datato “febbraio 2016”. Foglio che lo scorso maggio è stato sequestrato nell’abitazione dei genitori di Sempio, su cui ci sarebbe la calligrafica del padre. Quindi si ipotizza che al procuratore di Pavia sarebbe stata proposta “una somma indebita di denaro, nell’ordine di 20/30mila euro, per favorire Andrea Sempio”. Come riferisce l’Adnkronos.

In questo circo mediatico che si regge solo su ipotesi e congetture noi di MOW abbiamo chiesto alla criminologa Anna Vagli di spiegarci cosa sta accadendo davvero: “Le perquisizioni sono atti d’indagine, non attestazioni di colpevolezza. Gli appunti citati – cifre, simboli, parole isolate come ‘gip archivia’ o un cognome – non costituiscono prove. Il rischio è l’apofenia, cioè vedere schemi dove non esistono. Un’indagine di questo tipo ha senso solo se converge con altre evidenze indipendenti e specificamente a carico di Sempio; altrimenti rischia di rimanere una congettura. A maggior ragione perché, ad oggi, rispetto alla posizione di Andrea Sempio, non esistono elementi probatori univoci. Gli intrecci istituzionali e familiari emersi sono delicati e vanno accertati, ma non sostituiscono il peso della prova”. E sul risvolto che avrebbe sulla posizione di Alberto Stasi, al tempo del delitto fidanzato di Chiara e condannato a sedici anni di reclusione: “Quanto al merito, l’eventuale corruzione in atti giudiziari non incide sulla condanna di Stasi: se mai le responsabilità venissero accertate, il riferimento sarebbe il procedimento penale del 2017 e non quello che ha portato alla condanna dell’ex fidanzato di Chiara Poggi. Difficile, quindi, che questo dato possa costituire un reale fondamento per la revisione”. Ma cosa accadrà ora?

