È l'estate di Andrea Giambruno. Purtroppo. Il compagno del "Signor Presidente del Consiglio" Giorgia Meloni sta alla conduzione di un talk sull'attualità quanto un lemure al Circo(lo) Polare Artico. Però sta anche con il "Signor Presidente del Consiglio" Giorgia Meloni quindi ce lo dobbiamo accollare lo stesso alla guida di Diario del Giorno, Rete 4. Le sue sparate diventano subito virali perché il nostro punta sempre all'altezza di Marte. Solo da giugno a oggi, ha intimitato a un ministro tedesco, Karl Lauterbach, che si preoccupava della situazione climatica italiana di tornarsene nella Foresta Nera. Però "era solo una battuta". Poi ha messo in dubbio l'emergenza del surriscaldamento globale perché "il caldo non è poi questa gran notizia". Iersera ha voluto dare il proprio illuminante commento sugli odiosi stupri di Palermo e Caivano dicendo: "Se tu vai a ballare hai tutto il diritto di ubriacarti, ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi magari eviti di incorrere in alcune problematiche. Perché poi il rischio è che il lupo lo trovi". Ringraziando caramente per averci comunque accordato il "diritto" di bere ad lib - non era scontato - avremmo per risposta una modesta proposta: facciamo sbronzare Giambruno, "magari" (qui l'editoriale del direttore di MOW al riguardo, con una tesi diversa).
Seguendo il principio per cui anche un orologio rotto segna l'ora esatta almeno due volte al giorno, facciamolo sbronzare, questo Giambruno. E mandiamolo in onda. Perché se tanto orripilante è la sua versione "lucida", diamo una chance a quella "ciucca". Potrebbe essere migliore. Oppure la volta che ne spara una talmente grossa da farsi cacciare per direttissima. Varrebbe la pena di tentare. Facciamo sbronzare Giambruno, come i sette di Palermo hanno fatto sbronzare la ragazza che avevano scelto per vittima, con la complicità del barman, per raggiungere il loro odioso scopo.
L'evitamento non può essere la soluzione. Anche perché, guarda un po', chi "dovrebbe" evitare non è mai un maschio. Noi dovremmo evitare di ubriacarci perché gli uomini, i lupi, potrebbero non saperselo tenere nei pantaloni. Il fatto che possano essere o diventare lupi lo diamo per scontato perché è così che gira il mondo, signora mia, che ci vuol fare? Il problema è "nostro", non loro. Almeno nella narrazione che Giambruno ne sta facendo in tv. C'è uno squilibrio evidente, uno squilibrio che sta cantando Yesterday in inglese maccaronico alle 2 due di notte sotto casa nostra, dentro casa nostra. Uno squilibrio inaccettabile.
Prima di tutto perché Giambruno non può arrogarsi il diritto di dire alla gente cosa fare, non è il Papa all'Angelus. Né il Signor Presidente del Consiglio. È un giornalista, riportasse i fatti. Sarà pure di gran moda farlo, ma uno stupro non si recensisce come fosse un disco o un programma tv. Non è una partita di calcio, né una causa di divorzio tra vip. Non appartiene a una società civile star lì a soppesare torti e ragioni, calcolando alibi, colpe e possibili attenuanti. E sì, qui siamo noi a dire a Giambruno cosa "dovrebbe" fare. Ma soltanto perché, con ogni evidenza, da solo non ne è in grado.
Inoltre, i commenti tranchant detti così, "magari" senza pensarci troppo, da quel megafono mediatico che in ogni caso ancora oggi è per molti la tv, influenzano, contribuiscono a formare un'opinione. In questo caso vanno a cementare quella di chi ritiene che "i maschi sono maschi" e "le femmine devono stare attente, altrimenti fatti loro perché si sa come va a finire". Ecco, è proprio questo il tipo di "opinione" marcia e corrosiva che si sta cercando di combattere per andare verso una futuribile società di pari in cui potenzialmente nessuno debba uscire di casa con la paura, il retropensiero che qualcosa potrebbe andare molto male. Non è questo il mondo in cui vogliamo vivere, uomini e donne tutti, anche se spesso, purtroppo, è quello in cui viviamo. Ma quel tipo di "opinione", ancora radicatissima, e l'orrore dei fatti di cronaca degli ultimi giorni fanno parte della stessa famiglia, si alimentano a vicenda.
La gravità del commento di Giambruno non sta nel contenuto del "conisiglio" inferto. Bensì nella scelta del destinatario. Ossia le donne e solo loro. Sbronzarsi non sarà certo una buona abitudine, ma dire soltanto a una delle due "parti" che "basta evitare di farlo per non rischiare di incappare in certe problematiche" sottinde che l'altra "parte", in questo caso i maschi, sia invece libera di fare come le pare. In realtà, dovremmo essere tutti liberi di fare come ci pare. Finché non andiamo a ledere libertà altrui. E questo riguarda anche la sfera delle pessime decisioni. Che hanno comunque il "diritto" di essere personali.
Ogni individuo dovrebbe poter scegliere di non bere perché l'alcol ingrassa, perché non gli piace, perché fa (molto) male alla salute, perché preferisce la cedrata. Pescando una carta dal mazzo delle proprie alternative, non perché deve premurarsi di giocare sempre in difesa e se per una volta (o due, o tre o quattro) si scorda di farlo, allora si rende in qualche modo complice di qualunque atrocità possa capitargli. Messo come lo mette Giambruno, il discorso oltre che paternalista diviene dispari e quindi sbagliato, squlibrato in partenza. E fa arrabbiare. Perché è proprio questo "squilibrio" che si starebbe cercando di sradicare dalla nostra società introducendo magari l'educazione sessuale nelle scuole, ipotizzando modi per istruire le nuove generazioni - e anche quelle correnti - al rispetto dell'altro, non alla paura del "lupo". Deresponsabilizzare il lupo, accettare di buon grando il fatto che ci sia, non è utile a niente. Anzi, "normalizza" l'orrore. Facciamo sbronzare Giambruno. Che magari così, lui sì, avrebbe una scusa.