Franco Battaglia, professore di chimica teorica e già ricercatore al Max Planck Institut di Göttingen e alle università di Rocheste, Buffalo e alla Columbia University di New York.Ci mancava l’eco-ansia… Di che si tratta? E cosa (e chi) c’è dietro questa deriva “terroristica” sul cambiamento climatico che a molti fa ripensare al periodo del Covid? Abbiamo parlato di questo e altro con
Professore, si parla tanto di “eco-ansia” ultimamente, lei cosa ne pensa? Addirittura un ministro (Pichetto Fratin) s’è messo a piangere…
La responsabilità è dei media – stampa, radio, tv. Il bombardamento mediatico, i talk-show-spazzatura stanno trasmettendo ansia alla gente, soprattutto ai più fragili, cioè ai giovani e ai giovanissimi. La cosa è uno schifoso mercato, perché il motore di tutto sono i miliardi di euro che devono accaparrarsi i profittatori della transizione energetica. Questi stanno pagando media e politici – perché altrimenti la cosa non si spiega – per diffondere ansie e farsi essi risolutori di un problema che non esiste. Quanto al ministro non ci ha fatto una bella figura: ha voglia a dire di aver diritto di commuoversi come gli pare, ma evidentemente non conosce il problema sollevato da quell’attrice, perché se conoscesse il problema non si sarebbe commosso ma le avrebbe risposto o pregandola di non prendersi gioco dei presenti (se stava recitando) o rassicurandola che l’ansia non è giustificata.
C’è chi, come il deputato verde Bonelli (ma non solo lui) propone il reato di “negazionismo climatico”. Sono delle boutade da non prendere seriamente o siamo dinanzi a una possibile deriva autoritaria?
Bonelli si esprime come può. Non è ben chiaro quale sarebbe il reato che egli prefigura. Secondo il suo parametro, io sarei un negazionista climatico. Ma cosa nego io? Non nego il clima (ci mancherebbe), non nego il cambiamento del clima (che è una costante della Natura), non nego l’attuale riscaldamento (è dal 1690 che la Terra si riscalda), non nego nessuno dei dati che Bonelli (o chi per lui) produce sul clima terrestre. Dico solo che i dati son quel che sono perché la Natura è fatta così. Bonelli dice che sono quel che sono per colpa dell’Uomo. Due interpretazioni diverse – entrambe legittime. Ma se Bonelli vuole affermare la propria, deve dimostrarla, non sbattere in galera me. Sennò anche io potrei invocare la galera per lui. Son curioso di leggere la sua proposta di legge: avremo da ridere.
"La congettura che vuole l’uomo causa dell’attuale riscaldamento globale e che la cosa è pericolosa è contraddetta da almeno una dozzina di fatti: uno è che il pianeta, in un passato quando l’uomo non emetteva CO2, è già stato caldo più di ora e che nulla di disastroso è avvenuto"
Dall’Onu all’Unione europea, di cambiamenti climatici ormai si parla in tutte le sedi. Ma siamo davvero dinanzi a un cambiamento del clima, innanzitutto?
Certo. Siamo sempre dinanzi a un cambiamento climatico. Il clima è in continuo mutamento. Periodi caldi seguono a periodi freddi così come la notte segue il giorno. Allarmarsi per il cambiamento climatico è come allarmarsi per il corso giorno-notte o per il corso delle stagioni.
Il mantra è “tutta colpa dell’uomo”. Ma quanto incide l’uomo in questi processi?
Abbiamo dozzine di prove che l’uomo non c’entra niente. I primi decenni successivi al 1690 furono anni di veloce riscaldamento come lo sono stati i primi due decenni successivi al 1980.
Jim Skea, da poco eletto alla presidenza dell'Intergovernmental Panel on Climate Change, ha dichiarato che «il mondo non finirà se diventerà più caldo di 1,5 gradi. Tuttavia, sarà un mondo più pericoloso». Come interpretare queste parole dell’IPCC? Parziale dietrofront rispetto a certo catastrofismo?
La prima parte della frase è vera, semplicemente perché il mondo è stato più caldo di ora nel passato, e di tutta evidenza non è finito. La seconda parte è un’affermazione che Skea non dimostra, è una sua assunzione, peraltro falsa perché nel passato, quando il mondo era più caldo di ora, non risulta sia vissuto nel pericolo.
Andrea Giambruno, giornalista Mediaset, compagno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, recentemente ha risposto stizzito al ministro tedesco che, in un tweet, ammoniva: «Se le cose continuano così — aveva scritto su Twitter — queste destinazioni di vacanza non avranno futuro a lungo termine. Il cambiamento climatico sta distruggendo l’Europa meridionale. Un’era volge al termine». Ci mancavano solo i predicozzi dei tedeschi?
Un’altra sciocchezza tedesca, tutta volta a creare ansie con lo scopo detto sopra: intascare miliardi (i tedeschi) prendendoli dalle tasche degli italiani. La gente va in vacanza anche in luoghi più caldi dell’Italia.
Da cos’è motivata e chi spinge secondo lei su questa narrazione sul clima così esasperata? Interessi di quali tipo?
La motivazione principale è la volontà di imporre le tecnologie eolica e fotovoltaica. Quest’ultima, in particolare, è un totale fallimento e non ha ragione di essere promossa. Anzi, visto che costa un occhio della testa, andrebbe cancellata ogni sovvenzione. Bisognava trovare una motivazione, e l’hanno trovata nel clima. Sono i mercanti di questa tecnologia coloro che stanno pagando media e politici per diffondere l’ansia.
Recentemente, il meteorologo Giuliacci ha affermato che “questa non è l’estate più afosa di sempre” e che bisogna smetterla con il terrorismo sul clima. Diranno che è un "negazionista" pure lui? Davvero - come dice qualcuno - il 97% degli scienziati è d'accordo sui cambiamenti climatici?
Certo che lo diranno. O, comunque, non lo faranno parlare. Oppure cercheranno di “comprarlo” o di ricattarlo. Quella del 97% degli scienziati concordi è una cosa che è primo falsa e secondo irrilevante. Alcuni sociologi (Cook e collaboratori) vollero indagare quanto diffusa fosse nella comunità scientifica l’idea del riscaldamento globale per colpa dell’Uomo. Presero un campione di 12000 lavori scientifici attinenti alla questione climatica e indagarono quale percentuale di essi la attribuiva all’Uomo. Pervennero alla seguente conclusione: dei 12.000 lavori che parlano di riscaldamento globale o di cambiamento climatico, il 33% parla di riscaldamento globale o di cambiamento climatico dovuto all’uomo e, di questi, il 97% di questi afferma che il riscaldamento globale (o il cambiamento climatico) sono dovuti all’Uomo. Ma il 97% del 33% fa il 32%: cioè solo il 32% dei lavori che parlano di riscaldamento globale o di cambiamento climatico lo attribuiscono all’uomo. Quindi l’affermazione da lei citata è falsa.
Perché?
La cosa importante è che essa è irrilevante: l’attendibilità di una congettura (in questo caso quella del riscaldamento globale attribuito all’uomo) non può essere sostenuta dal numero o dalla qualità delle persone che la sostengono: sarebbe contrario al metodo scientifico. Il quale richiede che solo i fatti (me lo si faccia ripetere: i fatti!) siano l’ultimo giudice della congettura. L’acqua è H2O non perché lo dice il 100% degli scienziati, ma perché tutti i fatti concordano con acqua=H2O e nessun fatto contraddice acqua=H2O. Basterebbe un solo fatto a contraddire la cosa e la cosa sarebbe falsa. Orbene, la congettura che vuole l’uomo causa dell’attuale riscaldamento globale e che la cosa è pericolosa è contraddetta da almeno una dozzina di fatti: uno è che il pianeta, in un passato quando l’uomo non emetteva CO2, è già stato caldo più di ora e che nulla di disastroso è avvenuto.