La prima mossa di Giorgia Meloni da presidente del Consiglio? Far cambiare l’auto “di servizio”. Dopo le polemiche scatenate dal fatto che, alla faccia della sua immagine di patriota e sovranista, la nuova premier (anche se lei vorrebbe il maschile) ieri sia stata vista salire su un’Audi (polemiche portate avanti anche e soprattutto da Selvaggia Lucarelli), la Meloni è subito corsa ai ripari e oggi si è presentata a Palazzo Chigi per la cerimonia del passaggio della campanella (ricevuta da Mario Draghi) a bordo di un’Alfa Romeo Giulia, agghindata da auto di Stato con tanto di bandierine.
Secondo Senaldi di Libero ieri la presidente del Consiglio (lei vorrebbe il maschile) avrebbe detto “Datemi una Stelvio”, “precisando che non si sarebbe incaponita sul modello, perché di quattro ruote non ci capisce una mazza, ma che le basta un veicolo prodotto in Italia da una fabbrica con azionisti italiani. Il problema è che, pur semplice, la richiesta non è di facile né immediata attuazione” (il punto sarebbe stato quello del dover avere un’auto blindata, ndr). E invece Giorgia Meloni ha ottenuto subito (quasi) quello che aveva richiesto, ossia una Giulia.
Dopo essere arrivata sull’Alfa, Meloni ha attraversato il picchetto d’onore sul tappeto rosso, dopodiché il comandante del reparto d’onore ha reso omaggio “al Presidente del Consiglio dei ministri”, utilizzando quindi il maschile, come richiesto dal(la) primo/a premier donna della storia italiana nelle note ufficiali. Chissà che ne pensano le femministe (si sono già create situazioni linguistiche demenziali come “il premier si è recata”). E chissà che ne pensa la Lucarelli della Giulia.