Io sono milanese. D’origine. Nonni e bisnonne hanno pascolato belli come il sole tra Navigli e piazza Duomo, quando in centro al massimo potevi andarci a piedi e il fosso sulle balle del toro in galleria era ancora accettabile. Questo preambolo personale per sottolineare un concetto, uno e fondamentale: io questa città la conosco, la vivo, la respiro e la sudo. Da generazioni. Sapete qual è una tipica esclamazione milanese? Una frase che ci rappresenta al massimo, in ogni situazione, stagione o millennio? “Oh cacchio Sal custa ?!” Tradotto: “Quanto costa”. “Il prezzo”, "il soldo", “la spesa” è un concetto che ci entra nel cuore manco fossimo nati tutti sotto il segno del capricorno (segno, come sappiamo, affascinato in modo sensibile da due cose: le pere e i soldi. Nel 2022 i più intellettualmente onesti arrivano a usare questi simboli mistici come stati di whatsapp. Capri, state sereni: sto scherzando.)
“Milano è carissima!” starnazzano i giargiana scandalizzati. Vediamo di capirci: Milano è carissima da sempre. Milano insegna a fare economia da quando il mio vegliardo padre andava a fare rifornimento di grassi saturi da Luini alle 10 di mattina pure in una qualunque mattina d’agosto del ‘71. Certo, non abbiamo mai assistito ad uno scollamento così evidente come quello che vediamo ora tra stipendi e costo della vita “reale”. Ma la politica del “milanese” , oltre a quella di non parlare per nessuna ragione al mondo coi vicini di casa e di presentarsi in spiaggia a Santa Margherita in camicia, è quella si, di lamentarsi, ma di cercare come un cane da trifola agili soluzioni a problemi pachidermici.
I cocktail costano 14 euro più o meno ovunque? Benissimo, si opta per la diet culture. “Ingegnere, aperitivo?”. “Figa ragioniere, ma è matto? Mi va a ramengo tutto il piano calorico della settimana! Abbia pazienza, stia manzo.” La benzina costa troppo? I biglietti del tram sono arrivati a due euro l’uno? L’area C e B dannano anime, animelle e conti correnti? E dove sta l’infame problema? Milano si trasforma facilmente in un’Amsterdam su due ruote tra sciure in bicicletta e vari (pirla) in monopattino. L’apericena costa ormai quanto una cena vera e propria e diventa un evento per pochi? Cazzate.
Noi la cena si organizza in casa, spacciando la chiara difficoltà economica per una scelta personale, responsabile ed esclusiva. Perché c’è del genio anche nella fame crassa e delle apparenze da salvare sempre e comunque. Milano è cara, certo. Da sempre. E da sempre insegna a suon di badilate sui denti non come arrangiarsi, ma come trovare la forza per ottenere esattamente quello che si vuole e che soprattutto la comunità si aspetta che tu voglia. Milano è cara, si, ma Milano è inumana. E questo è l’unico aggettivo per cui tutti dovremmo provare tristezza, mortificazione e carissime scuse.