Nuova puntata della rubrica curata da Roberto Alessi, giornalista e direttore del settimanale Novella 2000, che analizza per MOW le notizie e le indiscrezioni UP and DOWN che più stanno facendo discutere o che, con ogni probabilità, affolleranno siti e giornali di gossip nei prossimi giorni. Stavolta sotto i riflettori la scelta di Maria De Filippi di mostrare i cani in cerca di adozione durante “Uomini e Donne”, l’incubo delle telefonate mattutine fatte da Gianni Agnelli, Mick Jagger che si stupisce che la rock band più famosa al mondo sia italiana e... con “Torna a casa Alessi” il mondo dello spettacolo non ha segreti.
UP
Mick Jagger: «Oggi mi stupisce che la più grande rock band nel mondo sia italiana e parlo dei Maneskin»
«Certo, oggi mi stupisce che la più grande rock band nel mondo sia italiana e parlo dei Maneskin». Lo dicessi io uno può dire «che ne sa lui», e sarebbe un’osservazione santa, ma se lo dice Mick Jagger, front man dei Rolling Stones, vale più di una laurea honoris causa, e Jagger non s’è fermato e ricordando che aveva chiamato il gruppo per aprire un suo concerto (credo a Las Vegas,) ha aggiunto: «Abbiamo fatto uno show con loro, hanno avuto una risposta meravigliosa dal pubblico e sono andati benissimo. Sono la band dei ventenni di oggi e tutti ci aspetteremmo che in quel posto ci sia un gruppo inglese o americano». Cioè, non ha detto «Hanno apeto un nostro concerto mente noi ci stavamo truccando», ha detto «abbiamo fatto uno show con loro». Damiano David, Maneskin mettetevi i piombi in tasca, io non riuscirei se fossi in voi a tenere i piedi per terra.
UP
Costanza Calabrese: ricordando suo padre Pietro Calabrese, grande giornalista e soprattutto grande uomo
Leggendo scopro che a Soriano, viene dato il premio dedicato al grande (ma grande per davvero) Pietro Calabrese e sul palco è salita la figlia Costanza Calabrese. Il premio viene dato da dodici anni grazie alla perseveranza di un altro giornalista, Antonio Agnocchetti, e all’impegno dell’amministrazione comunale cimina. Non frequento Costanza, la vedo quando conduce il Tg5, forse l’ho incontrata solo una volta, però sento che ha preso tanto dal padre Pietro Calabrese, «un giornalista», si è detto sul palco con parole un po’ ampollose che non sarebbero state amatissime da Calabrese pur essendo verissime, «la cui serietà, professionalità e competenza, ma anche determinazione, coraggio e inventiva sono i principi che lo hanno guidato nel corso della sua encomiabile carriera e che hanno contraddistinto i percorsi di ognuno dei personaggi premiati». Non ho mai detto a Costanza che suo padre, forse nel momento più difficile della mia carriera, quando mi hanno sbattuto fuori da Chi, dall’oggi al domani, nonostante 10 anni di successi, fu il primo a tendermi la mano, mi voleva a Panorama come inviato, ma l’editore preferì mandarmi a dirigere un altro giornale. A suo tempo ringrazia tanto Pietro, non m sentivo nemmeno degno della sua stima e sono felice che Costanza abbia preso tanto da lui.
DOWN
Nicolo Barella: «L’unica cosa che mi interessa è tutelare la mia famiglia da questa m...». Applausi!
Dopo lo scandalo (per ora mancato direi) sul calcioscommesse sollevato da Fabrizio Corona che mi piace raccontare il caso di Nicolò Barella, centrocampista dell’Inter, si è girato come pochi perché è stato tirato in ballo a sproposito il suo nome. A me è successa una cosa analoga ai tempi di Vallettopoli, e ricordo che un tizio (dire giornalista è troppo) di un quotidiano che passa per essere serio e dalla parte di chi lavora come me mi chiamò per dirmi: «So che sei indagato», non era vero ma il “tizio”, un vicedirettore poi, per il piacere di dare una notizia, falsa come lui, lo scrisse lo stesso, ma con un giro di parole che non permetteva la querela, ma era più che chiaro che si riferisse a me anche se i fatti poi lo avevano smentito. Lo stesso è successo a Barella, persona per bene che a proposito del calcioscommesse ha detto: «Non mi sono mai piaciuti i giochi d’azzardo, figuriamoci le scommesse (per di più sul mio lavoro). L’unica cosa che mi interessa è tutelare le mie figlie e la mia famiglia da questa m...». Non so se ora partirà la querela contro chi ha fatto ingiustamente il suo nome, ma spero che qualcuno leggendo queste righe capisca che fare del male porta male.
DOWN
Teo Mammuccari: ha baciato sulle labbra Mariotto. Speriamo che Fedez e Rosa Chemical non se la prendano
Per fortuna che a Ballando con le stelle c’è Teo Mammucari come uno dei concorrenti, se no rimarrebbero solo lacrime (autentiche con Lino Banfi) e le osservazioni di Aldo Grasso, che, buono come sempre, sul Corriere sottolinea come è patetico assistere all’ultimo applauso di una carriera che sta finendo, ma d’altra parte che si fa? Si rimane a casa aspettando la morte civile? Ti chiama Milly Carlucci, ti paga (e pure bene) balli con una bella ragazza o un bel ragazzo, ti fa bene alla salute e godi di quella visibilità da sabato sera su Rai 1 che hai inseguito tutta la vita. Teo balla con Anastasia Kuzmina, per ora è un po’ un cane, ma negli anni abbiamo visto grandi sorprese. Teo in più è pure coraggioso: per fare spettacolo ha perfino baciato a stampo sulle labbra il giudice Guillermo Mariotto. Speriamo che Fedez e Rosa Chemical, i due limonatori di Sanremo, non se la prendano per il plagio.
DOWN
Milly Carlucci: dire che ha perso contro Maria De Filippi col 22 e passa di share è una parola grossa
Torno a parlare di Milly Carlucci, devo dire che il cast di Ballando con le stelle quest’anno ci ha messo dentro di tutto, dal figlio della pornostar Rocco Siffredi, Lorenzo Tano, regista di lesbo porno, giusto per creare polemica e svegliare un certo e anche giustificato moralismo, alla vedova di Fabrizio Frizzi, Carlotta Mantovan, bella ed educata. Ma ognuno ha le sue disgrazie e mentre Milly ha raccolto uno share di tutto rispetto, il 22, 5%, che è una bella botta, dall’altra parte poi c’è sempre quella rompiscatole di Maria De Filippi che con Tu si que vales s’è presa il 27,8%. Onore comunque ai vinti anche se dire che Milly ha perso col 22 e passa è una parola grossa.
UP
Maria De Filippi: a “Uomini e Donne” avrete la possibilità di cambiare la vita di uno dei cani che vedrete
Viva Maria! E in tv l’unica “Maria” è la De Filippi. Ha voluto con lei a Uomini e donne Isotta, una cagnolina del canile della Muratella, a Roma. È solo la prima di tanti cani che la conduttrice d’ora in poi presenterà all’interno della trasmissione, in una sezione dedicata che prende il nome di “Adotta un amico”. Ed ecco cosa ha detto: vale la pena di leggerselo e di diffonderlo sui social: “Chi è entrato almeno una volta in un canile non può non aver provato la sensazione di solitudine di freddo e di abbandono guardando un cane dietro a una gabbia. Per questo motivo alla fine di ogni puntata di ‘Uomini e Donne’ avrete la possibilità di cambiare la vita di uno dei cani che vedrete. Avrete la possibilità anche di ridarvi una gioia. Chiamate (al numero 06-98370087) solo se avete la volontà di cambiare la vita di uno di loro”.
UP
Giovanni Malagò: che incubo le telefonate all’alba di ogni mattina di Gianni Agnelli
Giovani Malagò è un imprenditore romano, bello, alto, ricchissimo di nascita e perché ha avuto successo, ed è pure istituzionale visto che è presidente del Coni, Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Leggenda vuole che quando era in vita Gianni Agnelli, il signor Fiat, lo chiamasse all’alba, proprio alle 5, per sapere i pettegolezzi su quello che era successo la sera prima, sesso, amori, litigi, soldi. La leggenda era vera tanto che Malagò l’ha confermato da poco, ma poi il songo si infranse: una mattina, alla solita chiamata dell’Avvocato all’alba, rispose Lucrezia Lante della Rovere, la mamma delle sue due gemelle, al telefono a Spiro, il centralinista di Agnelli (mica poteva rovinarsi il ditino a fare il numero. Lei fu didascalica: “Giovanni non ha il coraggio di dirvelo, a quest’ora non dovete chiamare più!”. «Glielo riferirono», racconta Malagò, «e quando ci rivedemmo a cena disse a Lucrezia, con la sua erre: “Che caratterino, fumantino!”». Conosco Lucrezia, Agnelli fu galante: “fumantino” è poco.
DOWN
Gino Paoli: pemio bontà per portarsi a letto le promesse spose degli amici
MI ha colpito la confessione che Gino Paolo ha fatto a Luca Mastrantonio sul Corriere. Ha raccontato che una volta per convincere un suo amico di non sposare una ragazza che secondo lui non andava bene se la portò a letto «e l’ho chiamato dalla camera, dicendo “ti passo quella che vuoi sposare… non me l’ha mai perdonata. E ho capito che è la cosa più stronza che si possa fare». Più che stronza, cattiva. Verso l’amico, che si è sentito umiliato dal grande cantautore che forte del suo fascino aveva potuto far leva sulla fragilità di una ragazza, verso di lei, che non ha capito di non essere stata apprezzata, ma s’è vista pure svergognata. In ogni caso a Paoli darei una medaglia: nessuna paura a confessare un maschilismo assolutamente da immediato dopoguerra