Insegna Metodologie e Tecniche della Comunicazione all’Accademia di Belle Arti di Brescia, da buon maremmano ama il vino rosso. Gli telefoniamo dopo le 20, quando ha finito un’intensa giornata di esami. Ci dice che ha promosso tutti: “i ragazzi erano davvero molto preparati”. Di manica larga? Federico Stefanelli è il Coach di Public Speaking che Chiara Ferragni ha voluto con sé per prepararsi a calcare il palco dell’Ariston a Sanremo 2023. Per lei si è trattato di un vero e proprio battesimo del fuoco televisivo e al suo fianco “per diversi mesi” ha scelto Stefanelli, da ben 15 anni nel settore anche se, prima di questa gloriosa collaborazione, non aveva mai “usato davvero Instagram”. Oggi si ripromette di aggiornare più spesso la propria pagina che, dal momento in cui Ferragni ha postato una loro foto insieme con mention per ringraziarlo, ha registrato un innalzamento massivo di follower. Ci siamo fatti raccontare tutto il dietro le quinte delle perfomance di Chiara Ferragni nella città dei fiori. In anteprima, solo su MOW.
Ciao Federico, come stai?
Un po’ stanco, oggi ho avuto la prima sessione d’esame…
Ne hai bocciati tanti?
No, nessuno. Tutti davvero molto bravi. I ragazzi sono molto più comunicativi di quanto non si pensi.
Immaginando che tu abbia un larghissimo margine di risposta, Chiara Ferragni, invece, la bocci o la promuovi per il suo Public Speaking a Sanremo 2023?
La promuovo tantissimo. Sia come professionista che come persona.
Come è stato averla come allieva?
È stata una bravissima allieva. Già per il fatto di essersi messa in gioco. Nel senso: ha sentito la necessità di chiamare un professionista e questo non era scontato, considerato il suo ruolo di imprenditrice e anche il fatto che non ha da dimostrare niente a nessuno. Personalmente, poi, questa collaborazione mi ha riempito e mi riempie di orgoglio.
Ecco, ma come è nata?
Mi hanno selezionato e chiamato. Ho fatto un colloquio con Fabio Maria D’Amato che è il manager di Chiara. E poi sono stato scelto.
Ok, ma detto beceramente, stamattina (23 febbraio 2023, ndr), il tuo profilo Instagram contava mille follower scarsi… Come ha fatto la Ferragni a pescarti?
Beh, perché lei e il suo staff sono bravissimi a scegliere i migliori (ride, ndr).
Ottima risposta, ma a livello pratico secondo te come è avvenuto lo scouting? Te ne sei fatto un’idea, lei te l’ha detto…
Non lo so, non me l’ha detto. Credo sia venuta a sapere del mio lavoro tramite altre persone che già si erano rivolte a me. Oppure da brand con cui ho collaborato. Non è la prima volta che affianco un personaggio che deve prepararsi per qualcosa di televisivo. Mi era già capitato molto spesso...
Nomi?
Non faccio nomi, a meno che il cliente non abbia parlato pubblicamente della nostra collaborazione.
Nel tuo feed Instagram vedo una foto con Andrea Delogu…
Sì, ma non c’entra. Ci siamo visti dopo uno spettacolo.
Certo che non me ne dai vinta una, eh? Vabbè, torniamo al fatto grave: davvero non avevi Instagram prima di collaborare con Chiara Ferragni?
Assolutamente, zero! Guarda, il mio profilo Instagram l’ho aperto da pochissimo. Nel senso: esiste dal 2022 ma non lo usavo mai come social. Per lavoro mi è molto più utile LinkedIn dove, infatti, sono attivissimo. Anche perché collaboro specialmente con aziende. Poi in questi mesi a contatto con lei, mi sono sentito un po’ in colpa a non essere su Instagram, per cui adesso ci sono e lo userò. Ci provo.
Beh, sicuramente parti con un bel boost: non tutti aprono il profilo con l’endorsement di una storia di Chiara Ferragni!
Infatti oggi i miei follower stanno “lievitando”, sto già a tremila attualmente.
Possiamo comunque dire che non la seguivi prima di lavorarci insieme…
Esatto. Non sono mai stato un suo follower o fan, anche per una semplice questione di target. Poi ovviamente sapevo chi fosse. Chiunque faccia il mio lavoro non può certo dire di non conoscerla. O se lo dice mente.
Come si diventa Coach di Public Speaking? Hai sempre fatto questo nella vita?
No, ho iniziato questa attività 15 anni fa. Prima facevo l’attore.
E ti manca fare l’attore?
Onestamente, credo che il teatro italiano se non mi vede sul palco non perde niente.
È questo che scriveresti nella tua lettera al piccolo Federico?
No beh, io non scriverei una lettera al piccolo Federico. Semplicemente perché a nessuno interesserebbe ascoltarla.
Bel messaggio di empowerment! A proposito, tu hai lavorato anche ai contenuti che Ferragni ha portato all’Ariston? Mi riferisco anche a quel “Pensati libera”...
No e ci tengo molto a precisarlo: il mio lavoro non c’entra nulla coi contenuti. Io spiego ai miei clienti “come” dire quello che hanno da dire, non “cosa” devono dire. Per esempio, la lettera se l’è scritta da sola. Poi abbiamo lavorato sul dire nel miglior modo possibile i contenuti che voleva veicolare.
Bene, quanto tempo avete lavorato insieme?
Diversi mesi.
Ok, quantificando?
Ancora “diversi mesi”, come lei ha scritto su Instagram. Ovviamente non tutti i giorni ma ci siamo sentiti spesso, anche durante il Festival ci siamo sentiti costantemente per quanto io non fossi lì. Ha cominciato con la cosa più difficile che esiste in Italia, ossia presentare il Festival di Sanremo. Chiaro che sia stato un lavoro intenso.
Che però non mi puoi quantificare in termini di tempo?
Dico quello che rende noto il mio cliente. Niente di meno, nulla di più. Quindi, “diversi mesi”. Posso aggiungere che sono stati molto piacevoli, ma non ho concordato altro a tal proposito con lei.
Che tipo di indicazioni le hai dato in questi “diversi mesi”?
L’indicazione principale che le ho dato, dopo averla vista per la prima volta con i suoi testi, è stata quella di guardare il pubblico. E poi, soprattutto, di andare piano. Perché molto spesso quando si parla davanti a tante persone, l’ansia fa accelerare il ritmo dell’esposizione. Con lei abbiamo lavorato molto su questo: sui tempi e sul godersi il percorso e il viaggio che stavamo facendo verso Sanremo.
Mentre leggeva la lettera, si è commossa più volte. Era un trick che le hai consigliato?
No, è stata una cosa assolutamente spontanea. Anzi, pensa che ci siamo commossi insieme la prima volta che me l’ha letta e non solo quella. Questo non lo scrivere perché io sono un maremmano duro e non mi va che si sappia che ho pianto (ride, ndr). Lei teneva tantissimo a quel testo, quindi non c’è stato bisogno di dirle: “Fai il pianto”. Le ho dato il suggerimento opposto, semmai, ossia quello di trattenersi un po’ in modo che l’emozione non prendesse il sopravvento sul contenuto. Tutto quello che avete visto era Chiara, realmente Chiara.
Sei freelance, giusto?
Sì.
Dal punto di vista economico, la collaborazione con Chiara Ferragni è stata un buon ingaggio?
Di certo non posso dirti la cifra. Non parlo mai della parte economica, riguardo ai miei clienti.
No, ma ci ho provato. Tra l’altro, ti immaginavo in vacanza alle Hawaii, invece sei tornato subito al lavoro in Università…
Alle Hawaii preferirei di gran lunga Follonica che è da dove vengo.
Ok, ma in generale quanto costa un corso di Public Speaking tenuto da te? E quanto dura?
Di questo si occupa la mia parte commerciale. Però non ti saprei dire una cifra media perché ogni corso è sartoriale. Può durare una settimana oppure dei mesi, alle volte anche anni. Dipende da quali siano gli obiettivi del cliente, da quello che vuole fare.
Comunque si campa bene come Coach di Public Speaking?
Beh, diciamo che io sono contento.
Tornando al Festival: c’è un artista che ti ha colpito di più come presenza sul palco? Te lo chiedo, naturalmente, da un punto di vista professionale….
I Coma Cose. Per me loro oltre a cantare, raccontano. E lo fanno benissimo. Per questo hanno una marcia in più rispetto agli altri.
Beh, hanno fatto un po’ la stessa cosa del 2020 con Fiamme negli occhi…
Sì, ma è cambiato il loro modo di guardarsi rispetto al 2020. È una narrazione, un percorso sia di vita che artistico davvero bello da seguire. Soprattutto perché arriva come vero.
E lo stesso livello di verità c’è stato nella presenza scenica di Chiara Ferragni?
Questo non lo so. Chiedilo ai Coma Cose se sono veri oppure no. E comunque oramai le persone sono abbastanza scafate nel capire se una cosa è finta o costruita. Nel caso di Chiara ti posso rispondere senza ombra di dubbio che è vera, non c’è stato nulla di costruito nelle emozioni che ha portato sul palco dell’Ariston.
Troppi buoni sentimenti. Ti è capitato di cazziarla?
No, ripeto: è una bravissima allieva.
Vabbè, detto da te che oggi hai promosso tutti agli esami… sei di manica larga, è chiaro!
Ma no, sono due cose completamente diverse: Chiara ha fatto un ottimo lavoro e si è dimostrata la grandissima professionista che è. Non ho avuto davvero nulla da “rimproverarle” né ce l’ho adesso.
Invece la tua canzone preferita del Festival (oltre quella di Rosa Chemical ovviamente)?
Mi piace tantissimo Polvere di Olly. Quel ragazzo è pazzesco e lo è stato anche nella serata duetti insieme a Lorella Cuccarini.
Ma in che senso Olly?! Scusa, eh…
Oh, ma infatti io faccio il Coach di Public Speaking, non il discografico (ride, ndr). Però ho apprezzato molto il tuo tentativo di infilare Rosa Chemical nel discorso.
Tentativo che va comunque a vuoto?
Sì.
Bene. Qual è, se c’è, la regola aurea del Public Speaking?
C’è eccome e per me è, contrariamente a quanto si possa magari pensare, è ascoltare. Ascoltare il pubblico, guardare e osservare le persone che hai davanti è fondamentale. Poi puoi cominciare a parlare. Altrimenti, diventa molto difficile essere un bravo oratore.
Ok, ma per rimorchiare serve?
Mah, se uno vuole applicare queste regole anche al rimorchio… perché no? Certo i miei corsi non nascono per questo (ride, ndr)
Dopo Chiara Ferragni, con chi ti piacerebbe collaborare?
Non saprei… Forse, potendo spararla alta, ti direi il Papa. Ma quello attuale è già molto bravo nella comunicazione…
Vabbè, nomi di personaggi dello spettacolo italiano, invece?
Non ne faccio.
Ci avrei scommesso. Internazionali?
Forse il Dalai Lama. Perché è sempre molto calmo e rilassato, mi piacerebbe dargli più intensità, renderlo un po’ diverso dall’immagine che abbiamo di lui. Oppure… Julia Roberts, attrice che mi è sempre piaciuta tantissimo.
Per essere la prima intervista che fai sul tema Ferragni a Sanremo, sei stato precisissimo nel dire e nel non dire. Perché questa è la prima, giusto?
Sì. Le altre le ho rimandate a domattina appunto per via della giornata in Università che ho avuto oggi.
Ti ringrazio. Se domani poi racconti a qualcun altro che, cosa ne so, hai avuto un flirt con la Ferragni, ti vengo a cercare a casa…
Ok, ti aspetto con un bicchiere di vino.
Per me bianco, grazie.