Non lo sapevamo, ma è come se avessimo appena vissuto l'anno zero di una nuova era televisiva! Il 2023 ha tutte le sembianze di un anno di cambiamenti e assestamenti nel campo dei media a livello nazionale, e di conseguenza del tentativo di "liberalizzazione" delle scelte e delle strategie riguardanti informazione e intrattenimento. Logiche aziendali che però hanno una reale ricaduta sul quotidiano di tutti noi, che tramite "schermi" (TV, smartphone, pc etc...) consumiamo notizie, eventi, programmi in diretta e non, serie tv. Un mare magno dentro il quale siamo bombardati di scelte e di opportunità di visione, destinato ad ampliarsi in un modo che ancora non possiamo nemmeno immaginare! A sguainare la spada contro il monopolio degli ascolti durante la settimana del Festival è stata quindi Mediaset, che ha deciso di lasciare accesi i palinsesti delle sue reti, per offrire una controprogrammazione alternativa a quelli che "chissene" del Festival. Un vero guanto di sfida pesante, visto il posizionamento del primo broadcast generalista italiano. Una novità piuttosto democratica, figlia di scelte che viaggiano su un doppio binario in cui politica e business viaggiano in parallelo.
Premesso che dello scenario politico legato al Festival vi ha parlato ampiamente il Direttore Pisto, spiegando come la sinistra si sia introdotta tra le righe del copione di Sanremo, sfidando apertamente il Governo di destra, c'è anche una ragione economica da non sottovalutare. Infatti il big di Cologno Monzese ha deciso senza mezzi termini di non arrendersi più, come successo fino allo scorso anno, all'invadenza della settimana sanremese spinta da mamma Rai. In realtà uno scenario in cui altri player tv pay e streaming si erano già mossi raccogliendo dati interessanti. Ma più che mai nella settimana appena trascorsa qualcosa ha iniziato a muoversi diversamente. Partendo proprio dall'iniziativa di Mediaset di tenere accesi i propri canali con contenuti di interesse, che in qualche modo hanno eroso una parte del pubblico altrimenti completamente incanalato (e ipnotizzato, ndr) dal festival. Per intenderci Grande Fratello, C'è Posta per Te e tutto l'infotainment non ha mollato la presa, raccogliendo consensi tutt'altro che trascurabili.
Quindi, a questo punto, la domanda che addetti ai lavori e non solo si sono posti, è stata: la settimana di contro programmazione voluta da PierSilvio è stata un flop? La risposta è: sì e no. O meglio, va interpretata da due punti di vista. Eccoli: flop sì, perché di fatto ha spostato poco gli equilibri del mega-carrozzone del Festival. Inoltre lo sforzo economico e produttivo in confronto con le percentuali di ascolti raccolte ha pagato relativamente poco. Le "teste" che hanno seguito gli altri programmi però ci sono state e non va sottovalutato l'investimento a lungo termine di questa strategia. Quindi Flop no? No, perché da qualche parte era giusto partire. Con l'ordine "tenere acceso il palinsesto", Pier Silvio ha dato così anche un segnale di business forte. Una mossa da azienda leader – e diretta concorrente della tv di stato nella raccolta pubblicitaria – a cui va aggiunta l'importanza anche politica e sociale della questione. Chi mastica anche di palinsesti e broadcast americani avrà già intuito la strada che lentamente si sta aprendo anche in Europa. Ovvero, della strategia lungimirante di Cologno Monzese da misurare col senno di poi anche nell'evoluzione delle tematiche care alla sinistra, affogate nella marmellata canora della settimana sanremese. A dar forza a tutto ciò, ci sono poi i numeri che, per quanto siano rimasti bassi – ma non bassissimi – segnalano che c'è davvero ampio spazio di manovra per fare una controprogrammazione che possa "pagare" e bene, nel tempo.
Tanto che in un lancio di agenzia dedicato è stato spiegato che "i ricavi pubblicitari delle reti Mediaset sono incrementati del +27% rispetto allo stesso periodo del 2022. Significativa anche la crescita degli ascolti di Canale 5 nella fascia serale (21.20-1.40): + 49.9% rispetto all’analoga settimana 2022". Ecco allora l'ampliarsi dell'offerta, che tra business e politica punta a dare allo spettatore la possibilità di "cambiare canale" con più flessibilità e soddisfazione. Che poi è anche la richiesta, o meglio la "cantilena", che più spesso si legge nei commenti social/Twitter sotto i profili dei vari programmi... Perché alla fine è sempre il pubblico che sceglie che premiare in TV, ricordiamolo. Vero che se poi il dubbio è – ad esempio – tra guardare il Grande Fratello e il "limone" di Fedez-Rosa Chem, ecco forse il prossimo passo sarà quello di offrire al grande pubblico generalista qualcosina di più in termini di qualità... ma questa è già un'altra storia. La prossima volta... Intanto: "Alexa spegni la TV e metti un po' di musica leggera, anzi leggerissima...".