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Guerra Russia-Ucraina, ecco perché dovremmo essere molto preoccupati in vista del 24 febbraio

  • di Matteo Cassol Matteo Cassol

13 febbraio 2023

Guerra Russia-Ucraina, ecco perché dovremmo essere molto preoccupati in vista del 24 febbraio
Senza le sparate di Berlusconi e le polemiche per Zelensky a Sanremo, quasi nessuno si interesserebbe più della guerra in Ucraina. Ma forse è il caso di tornare a preoccuparsi, perché vari indizi preannunciano una possibile e allarmante escalation del conflitto a partire dal 24 febbraio, anniversario della “operazione speciale” russa. Ecco perché

di Matteo Cassol Matteo Cassol

Se non fosse per le comparsate (e la lettera a Sanremo) dell’onnipresente Zelensky e per le sparate di Berlusconi (che sul conflitto dice quello che molti pensano ma non osano dire), ormai quasi nessuno a livello di grande pubblico si interesserebbe più della guerra tra Russia e Ucraina. Ma forse è ora di tornare a porre attenzione su questa faccenda, in vista di una data significativa che potrebbe avere dei risolti molto preoccupanti anche a livello internazionale: il 24 febbraio.

Il 24 febbraio segna l’anniversario dell’avvio della “operazione speciale” russa sul territorio ucraino, preceduta il 23 dalla giornata dei difensori della patria in Russia. E in vista di queste ricorrenze si stanno allineando varie dichiarazioni e notizie allarmanti.

zelensky putin macron
Zelensky e Putin

Le dichiarazioni del Governo ucraino

Il ministro della difesa ucraino ha detto che la Russia starebbe preparando una nuova offensiva di massa ed è convinto che potrebbe essere avviata proprio il 24 febbraio. Oleksii Reznikov sostiene che Mosca avrebbe chiamato a raccolta migliaia di soldati e potrebbe "provare qualcosa" per celebrare l’anniversario dell’invasione.

Dello stesso avviso Oleksy Danilov, segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell'Ucraina, che a Sky News ha parlato di una possibile “massima escalation” della guerra, aggiungendo “non escludiamo alcuno scenario”, sottolineando che che le battaglie più sanguinose “devono ancora arrivare” e che saranno nei prossimi mesi, nel momento “determinante” della guerra.

Da parte sua il presidente Volodymyr Zelensky ha scritto che “L'unico modo per fermare il terrorismo russo è sconfiggerlo. Con carri armati. Jet da combattimento. Missili a lungo raggio”. In tal senso l’Ucraina ha rinnovato la richiesta di ricevere aerei da guerra, dopo che Germania, Stati Uniti e Regno Unito hanno accettato di inviare loro carri armati. E in un discorso video al proprio Paese Zelensky ha detto che “il ricatto nucleare della Russia sul mondo deve essere punito”.

Il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba riguardo al 24 febbraio poi ha parlato di “grandi eventi” che “la Russia ricorderà”. Solo parzialmente “rassicurante” il seguito della dichiarazione: “Ci saranno molti segnali politici importanti, ci saranno decisioni su sanzioni, armi, ci saranno simboli di unità, e questo accadrà a tutti i livelli”. E, stando a quanto riportato dal Kiev Independent, ha aggiunto: “Molti Paesi e diverse istituzioni annunceranno nuove sanzioni contro la Russia il 24 febbraio. Alle Nazioni Unite, a Kiev, in molte altre capitali si terranno diversi eventi per mandare un messaggio molto chiaro al presidente Putin: se tu, Putin, stai giocando al gioco dell'estenuazione e speri che il tempo sia dalla tua parte, ti sbagli di grosso”.

Zelensky con il presidente Usa Biden
Zelensky con il presidente Usa Biden

L’allarme dell’ambasciata americana

Anche dagli Stati Uniti arrivano motivi di apprensione: l'ambasciata americana in Russia ha esortato i cittadini statunitensi a lasciare "immediatamente" il Paese, specificando che gli statunitensi che “risiedono o si trovano in viaggio in Russia dovrebbero partire immediatamente”, con l’invito a “prestare una maggiore cautela a causa del rischio di detenzioni illegali”. L'Ambasciata invita inoltre a “non recarsi in Russia a causa delle conseguenze imprevedibili dell'invasione immotivata e su larga scala dell'Ucraina da parte delle forze militari russe”.

La comunicazione dell'ambasciata americana
La comunicazione dell'ambasciata americana

La presa di posizione di Berlusconi

A tutto questo, uniche a fare davvero notizia sui media, si aggiungono le parole di Silvio Berlusconi, in verità non nuovo a prese di posizioni del genere, anche se stavolta è stato ancora più netto, oltre che in totale contrasto con la linea del Governo di cui la sua forza politica fa parte: “Io a parlare con Zelensky, se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato – ha detto Berlusconi all’uscita del seggio della scuola milanese dove era andato a votare per le elezioni regionali in Lombardia – perché stiamo assistendo alla devastazione del suo Paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore”.

E ancora: “Per arrivare alla pace penserei che il signor presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli «è a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l’Ucraina. Un piano Marshall 6-7-8-9 mila miliardi di dollari, a una condizione: che tu domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi». Soltanto una cosa del genere potrebbe convincere questo signore ad arrivare a un cessate il fuoco”. Affermazioni a cui Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, ha risposto defendo Berlusconi “un agitatore” per conto della propaganda russa.

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