Elon Musk entra a gamba tesa sull’Ucraina? Sembra di sì. In un momento in cui Zelensky chiede più aiuti e una rete strategica senza buchi, il CEO più discusso della Terra decide di togliergli la possibilità di usare a fini bellici i satelliti per le comunicazioni di Starlink, il sistema di connessione satellitare, dichiarato infallibile, su cui si basava la guida dei droni nei cieli invasi. Il compito ingrato è stato affidato a Gwynne Shotwell, una dei pochi manager sopravvissuti tutti questi anni alle bizzarrie del boss Tesla. Lei, a capo della fondazione SpaceX, ha dovuto comunicare a un Zelensky girovago per l’Europa in cerca di sostegno militare, che la rete di microsatelliti non sarà più a loro disposizione. Quello che si può definire un vero e proprio cambio di rotta da parte di Musk, che circa un anno fa, quando la Russia distrusse i sistemi di comunicazione ucraini, si propose di rimpiazzare con i suoi satelliti Starlink le infrastrutture distrutte.
Una scelta che sembrerebbe giustificata, agli occhi di Elon Musk, per via di una presunta violazione del contratto da parte del governo di Kiev. Infatti, secondo la Shotwell, Musk avrebbe chiesto se i sistemi sarebbero stati utilizzati per scopi militari e alla luce dell’impiego ucraino in sede di guerra, Musk avrebbe persino scelto a ottobre scorso di interrompere il funzionamento di Starlink sopra alla Crimea e in altre zone “fragili”. Una scelta che ha fatto infuriare il governo di Zelensky che ha visto la decisione dell’imprenditore come una presa di posizione a favore della Russia. Purtroppo, la scelta arrivata come un fulmine a ciel sereno, potrebbe creare molti problemi a Zelensky, sprovvisto di un’efficace protezione aerea. La ridotta operatività della flotta di droni, tuttavia, non sembra aver fatto breccia nel cuore del ceo di Tesla.