Sul palco dell’Ariston di Sanremo il sipario è calato ormai da un paio di giorni, ma la kermesse musicale fa ancora discutere anche tra quelli che, fingendo o meno, hanno giocato la parte di chi di Sanremo se ne frega. Perché, al di là delle canzoni, Amadeus ha proposto un format che inevitabilmente ha smosso l’opinione pubblica, facendo sì che di Sanremo si parlasse anche tra chi solitamente vuole parlare solo di benzina, motori che suonano e cronometri che segnano record.
Ecco perché il post pubblicato su Facebook da un utente della rete ha letteralmente fatto il giro sui social di tanti gruppi dedicati alla passione per le motociclette. La prima a fare da megafono è stata, infatti, Alessia Polita, la pilota marchigiana che ormai da qualche anno vive su una sedia a rotelle in seguito a un incidente in moto avvenuto al Marco Simoncelli World Circuit di Misano Adriatico. “Questa è l’Italia che ci meritiamo. Ancora più inorridita dal fatto che molte donne l’hanno applaudita e continuano a farlo” – lo ha scritto, appunto, Alessia Polita, riferendosi a Chiara Ferragni sul palco dell’Ariston e accompagnando con questo commento il post originale firmato, invece, da Lorenzo Falossi. Un post che, al di là dei giudizi e delle critiche, ma anche al di là dello spunto di riflessione offerto, racconta una storia che forse vale la pena di essere ricordata: quella di Martine de Cortanze, una delle regine – se non la regina – del deserto.
Bionda, francese, motociclista e con un sogno: la Parigi Dakar, quando ancora si chiamava così e quando era ancora la gara tra tutte le gare. Nel 1981 riuscì a piazzarsi al diciannovesimo posto, mettendosi alle spalle un bel po’ di uomini e probabilmente dando anche una lezione a un mondo che fino ad allora – e forse ancora oggi – si considerava per soli maschi. Oggi Martine de Cortanze è finita accostata a Chiara Ferragni, dopo il monologo fatto dall’influencer sull’essere donna, in un confronto social che ha generato tantissimi commenti. Noi ve lo riportiamo così come è stato scritto, senza aggiungere altro. E, chiaramente, se vorrete dirci la vostra, siamo qui come sempre…
Martine de Cortanze vs Chiara Ferragni. Due bellissime donne che hanno mandato un messaggio ma… La prima: Parigi - Dakar 1979 con 170 partecipanti e l'obiettivo di percorrere dall'Europa al Senegal, attraversando l'Algeria, il Niger, il Mali e l'Alto Volta (l'attuale Burkina Faso). Erano 6 le donne quell’anno contro 164 uomini anche meglio equipaggiati che si bullavano da bravi maschilisti indicando una donna come inadatta a quella lotta. Tutti, anche quelli che non hanno mai visto la gara, sanno quanto è devastante fisicamente e quanto sia pericolosa questa competizione. Ma lei voleva essere un simbolo ha preso una moto e ha messo dietro 151 di quei maschietti dimostrando a se stessa e al mondo che il sesso debole è debole se vuole esserlo.10.000 chilometri. La prima donna a finire una gare infinita… con un sorriso al traguardo ha segnato una nuova era e nuove possibilità per il gentil sesso. Ma non c’erano i social..
La seconda: Si presenta in trasparenza in un palco che deriva dall’attenzione mediatica che riceve ogni giorno e che ha ricevuto grazie alla sua cura estetica predicando questo, e cito testualmente: “Noi donne siamo abituate a farci piccole davanti a uomini duri. Se non mostri il tuo corpo sei una suora, se lo mostri troppo sei una t*oia. Essere una donna non è un limite, dillo alle tue amiche e lottate insieme ogni giorno per cambiare le cose. Io ci sto provando, anche in questo momento”.
Forse il messaggio della prima è più nascosto e quello della seconda è decisamente trasparente... Forse è il mio pensiero critico ad essere sbagliato ma spero che le mie figlie, un giorno, assomiglino più alla prima che alla seconda. E se non capite di che parlo non capite in cosa spero.