Achtung! Un bambino di dieci anni ha vinto un concorso di poesia, sbaragliando la concorrenza degli adulti. La notizia, data dal Corriere della Sera, sta rimbalzando su tutti i siti che si occupano di scuola. Soltanto che… Il bambino prodigio vive sui monti, studia in casa con la madre, legge molto e, come scrive il Corriere, ha vinto il premio di poesia Carlo Bo-Giovanni Descalzo, con un’ode ai soldati nazisti. La poesia è ispirata alle Ultime lettere da Stalingrado, scritte dai soldati tedeschi nel dicembre del 1942 mentre cercano di sopravvivere nella città accerchiata. Il premio è organizzato dal Comune di Sestri Levante e pubblicizzato in un post del Comune stesso; il Corriere definisce il premio “prestigioso”.
“Stavo leggendo il libro Ultime lettere da Stalingrado – racconta il pargolo – una raccolta di testi dei soldati tedeschi della Wehrmacht sul fronte orientale. In particolare mi ha colpito la lettera di un pianista che scrive alla moglie di aver perso il pollice della mano destra e tre dita della sinistra, che anche se riuscirà a tornare a casa non potrà più suonare. Poi le dice che un altro soldato ha trovato un piano a coda per strada, si è messo a suonare L’Appassionata di Beethoven in modo sublime e cento commilitoni si sono fermati ad ascoltarlo, sfidando le granate dei nemici”.

Il “bambino prodigio” vive a San Lorenzo di Sebato, comune di 4000 abitanti circa della provincia autonoma di Bolzano, in Trentino-Alto Adige, tra la Val Pusteria e la Val Badia. Il 93,84% degli abitanti è di madrelingua tedesca. E non me ne voglia la famiglia, meno che mai il bambino, meno che mai il Corriere, meno che mai la provincia di Bolzano, ma un po’ vengono in mente le atmosfere de I ragazzi venuti dal Brasile, film del 1978 tratto dal romanzo di Ira Levin, in cui Joseph Mengele, in Brasile, clona 94 piccoli Hitler. E l’aria sana di montagna richiama alla mente I fiumi di porpora, dove, in una comunità chiusa, quasi una setta accademica, si scopre l'esistenza di un gruppo che segue ideologie eugenetiche ispirate al nazismo, con l'obiettivo di creare una “razza perfetta”. E infatti questo articolo è scritto proprio con l’intento di, esattamente per, sgomberare il campo da questi dubbi. Il bambino è in quinta elementare ma studia a casa con la madre: “È stata una scelta quasi naturale — spiega lei —. I primi anni vivevamo nelle baite, in mezzo alla natura e agli animali. Poi, quando dovevamo iscriverlo alla prima elementare, è scoppiato il Covid. Ci siamo trovati bene e abbiamo continuato. Così impara in ogni momento, siamo liberi di seguire le sue passioni e curiosità". Ma volevo tranquillizzarvi tutti: il bambino ha tante occasioni per socializzare, precisa il Corriere: “Ha tante altre occasioni per stare con i coetanei: scia (il padre fa l’allenatore per professione), ama le camminate, sparare al poligono…”. Corriere, guarda che così non ci tranquillizzi molto però, anche perché vorremmo capire: il bambino di dieci anni trova i coetanei AL POLIGONO?

Il Corriere, però, ci tiene a rasserenarci: il bambino ha interessi letterari vari, meno male. “Scrive poesie, ma anche racconti di caccia…” Lo state facendo apposta, vero? “Ne ho già fatti cinque sulla caccia. Trovo ispirazione andando in montagna, ammirando un paesaggio o un mughetto.” Il bambino è fatto così: se vede un mughetto gli viene la fantasia di uccidere animali. Ma pratica anche altri sport: “Ho praticato anche golf, ma qui vicino c’è un campo di nove buche, dopo un po’ mi sono annoiato…” Ci mancava solo che i genitori dichiarassero: “Sa, il bambino se non tasta il sangue caldo non ci si diverte.” È appassionato di storia, soprattutto quella della Seconda guerra mondiale: “In particolare le vicende del fronte orientale, è lì che ci fu la vera svolta.” Che svolta? Mi sto preoccupando, di cosa stiamo parlando? La mamma dice al Corriere: “È un bambino tranquillo, con lui non bisogna mai urlare.” Quello che ci chiediamo è cosa intende con “non bisogna”: nel senso che se lo fai è a tuo rischio e pericolo? Il Corriere conclude con un capolavoro: “È un bambino semplice e profondo. Esattamente come L’Appassionata, la sua poesia premiata. «Un pianoforte a coda/Il gelido inverno a Stalingrado/Cento reclute ascoltano Beethoven/Ignorano il freddo/Ignorano i proiettili/Svanisce la paura/Compaiono i ricordi».” Tutto bellissimo.
