In fin dei conti il Mediterraneo a cosa serve? Beh, secondo Jeremy Clarkson si tratta solamente di un bacino di acqua salata che alimenterebbe il drammatico problema dell’immigrazione, con tutte le sue tragiche conseguenze. Dunque, basterebbe solamente eliminarlo, no? Dopo aver parlato di ambiente, di guerre e di proteste degli agricoltori, lo storico conduttore di Top Gear si lancia in un’analisi piuttosto bizzarra sulla questione dei migranti, e lo fa dalle pagine del quotidiano britannico The Sunday Times, dove Jezza (questo il suo soprannome) tiene una seguitissima rubrica a cadenza settimanale. In fin dei conti Jeremy comprende quali sono le motivazioni che spingono migliaia e migliaia di persone a lasciare la propria terra per venire in Europa; e le ha comprese solamente lo scorso anno, quando si trovava in Mauritania per delle riprese di The Grand Tour (programma su Amazon Prime). Un’immensa landa desolata, un clima torrido, “la temperatura più bassa che ho visto sul mio termometro - scrive Clarkson - era 38 gradi. Ed erano le tre del mattino”, e pochissimi villaggi. Una volta, in uno di questi, ha persino visto un giovane adolescente: “Chi lo incolperebbe se una mattina dicesse: ‘Al diavolo, mi trasferisco a Bexhill-on-Sea’?”. E in fin dei conti, continua, “è la stessa storia per chi abita in Siria e Iraq e Libia e Chad e Algeria”, e tutte le altre zone devastate dalla guerra. “Ci hanno detto che 2,26 milioni di migranti arrivano in Europa ogni anno - scrive Clarkson - e alcuni sono sorpresi da ciò. E lo sono anche io. Ma solamente perché non sono di più”. Secondo la visione dell’agricoltore più famoso della tv, questo numero è destinato a crescere nei prossimi anni, e forse “quando Lincolnshire assomiglierà a Dhaka e la Normandia a Singapore, saremo costretti a chiudere le serrande”. Ma qual è la soluzione?
Secondo il buon vecchio Jeremy, la soluzione starebbe nel creare una nuova Terra, come? Prendendo esempio dagli studi di Herman Sörgel. Si tratta di un architetto tedesco che agli inizi dello scorso secolo aveva creato Atlantropa, il nuovo continente che univa l’Europa all’Africa. In poche parole, l’obiettivo del conduttore della versione inglese di Chi vuol essere milionario?, riprendendo il titolo del suo articolo, sarebbe quello di “drenare il Mediterraneo”. Il piano di Sörgel prevedeva la chiusura degli stretti di Gibilterra, Suez e Dardanelli, e la realizzazione di immense dighe in Tunisia e in Italia. Inoltre, secondo gli studi dell’architetto, “l’energia idroelettrica generata da queste dighe - scrive Clarkson - potrebbe essere sufficiente per tenere le luci accese in Europa per migliaia di anni”. Così facendo, “saremmo in grado di andare a piedi dalla punta dell’Italia al nord Africa. Le isole greche diventerebbero colline. La Tunisia sarebbe enorme. E ci sarebbe un nuovo pezzo di terra grande quanto la penisola iberica”. Inoltre, continua Clarkson, Sörgel “aveva proposto di creare dei canali che dalle dighe portavano acqua fresca nel profondo Sahara ”. Naturalmente ci sarebbero anche degli aspetti negativi. Oltre all'abbassamento del Mediterraneo, di circa 200 metri, “la casa al mare di Bono diventerebbe costiera quanto Leamington Spa. L’ industria del turismo della Grecia soffrirebbe, e gli 80 mila pescherecci che pescano qualsiasi cosa si muova nel Mediterraneo diventerebbero come quelli del lago d’Aral”. Infine, il piano di Sörgel venne accantonato anche per le gravi ripercussioni che potrebbe avere l’ecosistema: “Ho fatto degli accertamenti - scrive Jeremy -, e sembra che senza Mediterraneo ci potrebbe essere qualche cambiamento climatico. Pietà. Potremmo salvare il mondo, ma ciò influenzerebbe il ‘net zero’, e per questo non lo faremo...”.