Bundesnetzagentur, l'agenzia tedesca per l'energia, ha dichiarato che a partire dal 2024 vuole ridurre drasticamente l'erogazione di elettricità destinata alle pompe e alle stazioni di ricarica delle auto elettriche. Una beffa per chi sperava di ridurre l'inquinamento e fare un dispetto a Putin, per di più rottamando i veicoli a diesel o a benzina, a favore dell’elettrificato. Alla scomparsa delle fonti fossili e alla transizione all'elettrico non si potrà far fronte, nell’immediato, con pannelli solari e pale eoliche. Soprattutto in Germania, la nazione che ha ritardato ma non cassato la decisione di rinunciare al nucleare. La soluzione tampone è quella di accettare le necessarie limitazioni delle comodità. La Bundesnetzagentur, per il momento, ha in mente una prima applicazione lieve delle restrizioni: i flussi di corrente verrebbero portati a un minimo di 3,7 kilowattora, e i comuni elettrodomestici continuerebbero ugualmente a funzionare.
Per l'aria calda e le Tesla il discorso sarebbe un altro: servirebbero tre ore di ricarica per garantire alla macchina un'autonomia di circa 50 chilometri. L'authority tedesca attualmente non è in grado né di sapere chi e quando sta consumando troppo, né per intervenire su singoli dispositivi. Ciò significa che per cinque anni, dal 2024 al 2029, si userà una sorta di controllo statistico, calcolando in anticipo in quali ore ci si deve aspettare un utilizzo elevato di corrente. Un modo per rendere gli interventi maggiormente precisi ci sarebbe: installare i contatori intelligenti, ma ci vorrà parecchio prima che accada. L'industria tedesca dell'automotive è furiosa, perché teme che l'approvazione del programma scoraggi l'acquisto di macchine elettriche. Tuttavia, a intaccare la solidità degli affari ci penserà l'inflazione.