Continua l’emergenza carburante in Francia, dove le stazioni di servizio sono senza benzina da giorni per via dello sciopero iniziato, ormai da ben tre settimane, nelle raffinerie e nei depositi di Total Energies e Esso-ExxonMobil. Olivier Veran, il portavoce del governo, durante una conferenza stampa ha annunciato ai cittadini che "ci saranno miglioramenti sensibili nei prossimi giorni". Un miglioramento che sarà possibile grazie alle precettazioni del personale, indispensabile al funzionamento dei depositi, annunciate durante l’Assemblea nazionale dalla Prima ministra, Elisabeth Borne, e che hanno avuto inizio dalla raffineria Esso-Exxon Mobil di Gravenchon-Port-Je'rome, in Normandia. Altre precettazioni potrebbero avere luogo nel deposito delle Fiandre, vicino Dunkerque. La Cgt, il sindacato che si sta occupando delle contrattazioni con Total Energies e Esso-ExxonMobil, le ha definite illegali. Il segretario Thierry Defresne, alla fine di una riunione con la direzione di TotalEnergies, ha dichiarato che: "L'azienda accetta lo sciopero nelle strutture, ma auspica il riavvio delle consegne degli stock prima ancora del riavvio degli impianti".
Delle sette raffinerie presenti in Francia, quelle bloccate sono sei. I lavoratori chiedono l'aumento dei salari del 10 per cento, di fronte alle entrate realizzate soprattutto da TotalEnergies nel secondo semestre del 2022, dopo l’aumento del prezzo di gas e petrolio per via della guerra in Ucraina. Le carenze di benzina coinvolgono ormai un terzo dei distributori. Le zone più colpite sono le Hauts-de-France e l'Ile de France. Alcuni dei dipartimenti hanno adottato delle contromisure, vietando ai clienti l'acquisto di intere taniche di carburante, o fissando un tetto in termini di litri. Sono diventate normali le scene di pompe di benzina fuori servizio o con code interminabili, dove è rimasta qualche riserva. Di fronte a questa situazione Emmanuel Macron, il presidente della Repubblica, ha previsto che: "Il ritorno alla normalità avverrà nel corso della prossima settimana. È una questione di conflitti sociali in aziende che hanno realizzato profitti significativi, che hanno distribuito molto ai loro azionisti e che sono state molto lente". Ha poi lanciato un appello, ricordando la decisione della Prima ministra di precettare i lavoratori delle raffinerie qualora la situazione non si sbloccasse: "Bisognava farlo, non si può lasciare il Paese bloccato perché qualcuno si vuole spingere sempre più in là".