Cose serie. Alla fine uno si stufa, se vive fuori, della fuffa italiana. Che non merita di essere la cronaca di un Paese ma l'olezzante pettegolezzo. Fabio Fazio ospita il Papa? Che bravo, che colpo. Qui - il The Irish Times, secondo quotidiano d'Irlanda - pubblica la lista dei papabili dopo Bergoglio che, lo ha detto lui stesso a Fazio, "vivo ma non so per quanto". Un giornalismo libero, indipendente, serio avrebbe cercato i nomi dei probabili successori, in Italia no. Perché così facendo si oscurerebbero le folle dei conduttori, le Belen Rodriguez, le Chiare Ferragni, le Selvagge Lucarelli? Perché dare notizie, cioè fare giornalismo? Io sono dell'ultravecchia scuola visto che ho 75 anni e non mi vergogno a dirlo, se ho notizie le dò. Anche i nomi. Che sono: Matteo Zuppi, Péter Erdő, Peter Turkson, Pietro Parolin, Mario Grech e Luis Antonio Tagle. Fossi spiritoso direi che, parlando del "trono di Pietro", dovrebbe essere una sfida tra Erdo e Turkson ma, siccome sono dannatamente serio, dico che un Papa italiano non c'è da 45 anni, quindi la tenzone dovrebbe essere tra Zuppi e Parolin. Come si dice "sia fatta la volontà di Dio" e avanti un altro.
L'ex capo del servizio d'ordine di Lotta Continua ha detto che censurare i saluti romani di via Acca Laurentia non è democrazia, cosa che aveva già detto il senatotre Francesco Storace. Non sono d'accordo. Come la garbata conduttrice televisiva - a quando l'epurazione? - Serena Bortone, io sono antifascista e invito tutti a leggere un libro devastante ma, ahimè, vero. Storia. La cartolina di Anne Berest (Edizioni E/O). Libro molto istruttivo, molto interessante. Dannatamente vero.
Roma, Lazio, Italia spaccate. Cacciato Josè Mourinho, l'allenatore che aveva conquistato, con quel fiore di campione di Nicolò Zaniolo, la Conference Cup. Accidenti. Uno sconsolato cugino - andò a Tirana con la squadra e baciò anche la coppa - non si dà pace così molti milioni di tifosi e i due biografi ufficiali, Giancarlo Dotto e Ivan Zazzaroni, anche ballerino e giurato di Ballando con le stelle. Pareri importanti. Meglio non leggano i giornali inglesi che hanno ripercorso gli ultimi 10 anni dello "Special One". Lo disse lui ma, si sa, "chi si loda s'imbroda". Agli sconsolati "orfani", ai 65mila che affollavano lo stadio Olimpico per vedere le più brutte partite della compagine giallorossa, ricordo solo che Mourinho per il Chelsea comprò un giovanissimo e già devastante Mohamed Salah, che cacciò dalla stessa squadra Romelu Lukaku, diciottenne, perché a Mosca sbagliò il rigore decisivo in una finale di Champions League, che vendette, perché vecchio, Edin Dzeko, poi faro interista e ora scintillante nei turchi del Fenerbahce, e Borja Mayoral, per la seconda volta vice capocannoniere della Liga. Stranissimo a dirsi, tutti i malati "terminali" giallorossi hanno risposto subito alla chiamata di Daniele De Rossi, figlio di Alberto, e sin da bambino affamato "lupo giallorosso". Uomo di fede, non mercenario bollito. Mourinho? Walter Mazzarri perde la Supercoppa araba - "pecunia non olet" come diceva l'imperatore romano Vespasiano circa i bagni pubblici a pagamento che nei secoli successivi hanno portato il suo augusto nome - e arriva lui, pallino dell'"inventore dei cinepanettoni", Aurelio De Laurentiis. L'amico Fabio, sagace laziale e provetto ristoratore, mi suggerisce: "A Pa', insieme so' i fichi d'Arabia Esaurita". Lo dice lui ma io concordo. E sottoscrivo. Sarà una risata che li seppellirà.