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L’avatar in politica? È dietro l’angolo.
Dalla moda al Covid, gli influencer
virtuali spostano le opinioni
tre volte più degli umani

  • di Michele Anzaldi Michele Anzaldi

21 settembre 2022

L’avatar in politica? È dietro l’angolo. Dalla moda al Covid, gli influencer virtuali spostano le opinioni tre volte più degli umani
La campagna elettorale che sta per chiudersi sarà l’ultima con queste modalità, mettetevi il cuore in pace: ormai abolito il confronto televisivo tra i candidati e con i politici sbarcati su TikTok, manca solo che gli spin doctor dei leader si affidino agli avatar per intercettare la Generazione Z. Vi sembra fantascienza? Non proprio, visto che dalla moda (con i più grandi marchi) alle comunicazioni sul Covid (con l’Oms) ormai gli influencer virtuali spopolano e riescono ad ottenere risultati triplicati rispetto agli umani, in particolare tra i giovani. Quanto ci siamo vicini ce lo spiega Michele Anzaldi – giornalista, politico e segretario della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai – che esordisce su MOW come editorialista

di Michele Anzaldi Michele Anzaldi

Da anni la politica afflitta dal fenomeno dell’astensione cerca, spesso solo a parole, nuove forme di comunicazione e soprattutto di raggiungere quelle utilizzate dai più giovani. Si stima che i ragazzi che per queste elezioni ancora non si sono informati siano quasi 5 milioni. Il primo a passare dalle parole allo studio di una soluzione fu Casaleggio senior che con Grillo, nelle elezioni del 2013, senza mai andare in tv e disprezzando giornali e giornalisti, conquistò addirittura il 25% utilizzando principalmente il web e il blog di Grillo. Da quel giorno è stato un continuo cercare di emulare, da parte di tutti i partiti, dalla Bestia salviniana in giù. Un continuo esplorare nel mondo comunicativo dei giovani, tentativi di accreditamento, ma risultati spesso modesti. Questa campagna elettorale ha segnato due novità. La prima: la completa negazione del dibattito classico televisivo tra i candidati. La seconda: il debutto della sperimentazione su TikTok di alcuni leader politici. Di sicuro non sono scelte rivoluzionarie e sulla la loro efficacia si avrà modo di valutare, dibattere e riflettere in futuro. Forse sarebbe stato meglio, come fece in passato Casaleggio, indagare su come comunicano le grandi aziende con i giovani non per proporre una scelta politica ma per vendere un ricco e costoso prodotto. E spesso addirittura riuscire a trasformare la proposta di vendita in un’esigenza di possesso da parte dell’ascoltatore. Parliamo del mondo della pubblicità e di quello che è un vero e proprio fenomeno nel web, di Instagram e dei social network ossia la creazione degli Avatar. Da tempo nel settore della moda stanno destando particolare interesse il “metaverso” e le influencer virtuali, o meglio ancora stanno diventando delle vere proprie modelle virtuali. E da pochi mesi in questa nicchia di modelle virtuali sono arrivate e con grande successo le prime due italiane: Eli e Sofi. Per sapere la storia di Eli e Sofi twins, così si chiamano le star del web, basta digitare il loro nome su Google e si può sapere tutto, dalla loro nascita ai loro successi e soprattutto il loro carattere, passioni e debolezze. Già oggi i loro followers superano i 43.000!

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Le avatar Eli e Sofi in azione

Un grosso successo se si considera che le modelle vengono concepite dalla loro creatrice/inventrice/mamma Elisa Nieli, giovane talentosa siracusana, durante il lockdown da Covid, quindi la loro nascita è del 2021. Gli avatar nascono come un gioco o meglio un esercizio di abilità nella animazione 3D che ha letteralmente stravolto il metaverso a tal punto da interessare i grandi nomi della moda. I primi ad interessarsi al “virtual influencer” sono stati Gucci, Prada, Calvin Klein, Diesel. A breve dovrebbe partire una campagna con Eli e Sofi della Benetton.

Ma proprio la Benetton sulla comunicazione non è nome qualunque. È il marchio che negli ultimi quarant’anni ha inventato un nuovo modo di fare pubblicità. Quei Benetton che negli anni ‘70 iniziarono, con le gigantesche foto di Oliviero Toscani, a sconvolgere, rivoluzionare ed aprire il dibattito in città su temi tabù. Vendere i maglioni facendo informazione e affrontando i temi che il mondo della comunicazione ufficiale non aveva il coraggio neanche di sfiorare. Ieri come oggi siamo dinanzi a una rivoluzione nel campo della comunicazione. Ieri, grazie all’intuizione comunicativa di Oliviero Toscani ed al coraggio imprenditoriale dei Benetton, dibattiti di nicchia come quelli etici, che sino ad allora erano argomento di discussione di pochi intellettuali, si sono trasformati in temi nazionali. Una condivisione che ha permesso l’avvio dei cambiamenti nel nostro Paese o quantomeno il dibattito. Ecco allora: Toscani ed i suoi giganteschi manifesti/scandalo degli anni ’70 e ‘80, Casaleggio ed il web negli anni 2000 e nuovamente un ventennio dopo la comunicazione nel Metaverso.

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I grandi marchi già si affidano agli avatar

Gen Z, Generazione Z: così spesso vengono definiti gli abitanti di questa nuova realtà, i nati tra la fine degli anni ’90 ed il primo decennio del 2000. Gli studi affermano che i ragazzi appartenenti a questa categoria generazionale si informano moltissimo su questo genere di profili social rispetto ad altri legati a persone reali. Spesso questi avatar sono molto attivi sui social e interagiscono particolarmente sulle tematiche sociali che interessano la Generazione Z. Argomenti come la cura della persona, il cambiamento climatico, l’ambiente. L’ascesa degli influencer virtuali ha interessato New Scientist, il settimanale di divulgazione scientifica diffuso in 3 edizioni (Uk, Usa, Australia): “Queste nuove celebrità rappresentano una piccola parte di Internet, ma la loro influenza sta crescendo. Con la pandemia, con le restrizioni sugli spostamenti e con il maggiore controllo sulle spese, diverse aziende e organizzazioni si sono rivolte agli influencer virtuali per trovare un modo economico e creativo per interagire con il pubblico», ha scritto Tevi Kuch. Addirittura l’Oms ha utilizzato l’influencer virtuale Knox Frost per promuovere una campagna sull’emergenza sanitaria del Covid. Iniziativa di successo e che ha permesso di raccogliere oltre 250 milioni di dollari di donazioni. Una ricerca di influencer marketing HypeAuditor ha registrato che questi influencer hanno un influenza tre volte superiore rispetto a quella degli umani e che il loro seguito è nel 32% dei casi composto da un pubblico giovane e femminile.

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L'avatar influencer è già realtà

Nel 2018 Yoox aveva introdotto nel metaverso il suo avatar Daisy con la campagna #DaisyLovesM, poco dopo seguito da Prada che, in partnership con L’Oréal, ha lanciato Candy, influencer virtuale che accompagna il pubblico alla visita della collezione di profumi della griffe. Addirittura al Palio di Siena, una delle manifestazioni più antiche e rigide nel rispetto delle regole, abbiamo assistito al debutto del commentatore virtuale. Andando nella Loggia senese di piazza Indipendenza era presente un totem e sul sito “Tiraccontoilpalio.it” si potevano conoscere regole e curiosità sul Palio dall’avatar di Franco Masoni, storico esperto e commentatore dell’ evento. Per chi vuole comunicare o addirittura vendere sta per nascere un “nuovo mondo” . Un luogo, fluido (che si adatta alla forma di chi vi si addentra), interconnesso, che ha la stessa cultura e comunica in eguale modo. In particolare in un settore come quello della moda, delle modelle e della pubblicità, che deve anche fare i conti con budget economici sempre più esosi, i vantaggi sono numerosi. Tra i tanti vale la pena di segnalare: il totale controllo dei contenuti e la loro enunciazione/rappresentazione; la riduzione di costi, basti pensare a quelli fondamentali che ci sono dietro ogni scatto (fotografo, parrucchiere, stilista, truccatore, modello, sartoria e realizzazione del modello). Grandi vantaggi e sempre meno differenze tra i due mondi, che utilizzano entrambi le nuove tecnologie, il primo per creare una realtà parallela ed il secondo per correggere la realtà umana (si pensi all’abuso di photoshop). Tanti dati che fanno pensare che sia arrivato il momento del debutto dell’ Avatar del politico o dell’attività che illustra il programma o che prova a rispondere con delle FAQ ai dubbi degli elettori. In futuro sono sicuro che accadrà e vista l’assenza di dibattito e confronto che ha caratterizzato questa campagna elettorale ci si sarebbe potuti attendere che il debutto fosse avvenuto già oggi.

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