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TUTTO ASSURDO! Follower dell'ex influencer Andrea Pinna: “Ci ha truffati. Più di 20 mila euro intascati per borse ‘di lusso’ spesso mai spedite”. Quanto c'è di vero? Ecco i messaggi, gli audio, le storie delle Oche Spennate (si chiamava così la chat)

  • di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

30 luglio 2025

TUTTO ASSURDO! Follower dell'ex influencer Andrea Pinna: “Ci ha truffati. Più di 20 mila euro intascati per borse ‘di lusso’ spesso mai spedite”. Quanto c'è di vero? Ecco i messaggi, gli audio, le storie delle Oche Spennate (si chiamava così la chat)
Una storia assurda che potrebbe assumere i contorni della truffa. L'ex influencer Andrea Pinna da due anni vende sui social borsette e accessori moda, perfino mobili di lusso. Tutto a prezzo ribassato, grazie al suo "fiuto per gli affari". Vende, soprattutto, la sua personale storia di rinascita: tramite questo lavoro, combatte il disturbo bipolare che gli sarebbe stato diagnosticato. Eppure, oggi le follower sono infuriate: da mesi attendono invano rimborsi per merce acquistata e mai ricevuta. O arrivata in condizioni ritenute pessime. L'ultimo messaggio su Whatsapp? "Fatemi pure causa, sono nullatenente". Per il momento, e siamo alla punta dell'iceberg, si arriverebbe a un parziale di decine di migliaia di euro. Cosa sta succedendo? Ecco tutto. Audio, direct sui social. Attendiamo fiduciosi una sua spiegazione (ma per ora è irreperibile)

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

"I rimborsi, ragazze, sono un tema. Se una persona me li chiede via mail, privatamente, e senza rompere le balle, io son ben contento di ridare quanto pagato il prima possibile. Ma non dev'essere un capriccio, però, io non rimborso i capricci. Ci conosciamo da così tanto tempo e credete a una tizia qualunque, di certo una hater, che va dicendo che le mie borse siano finte? Siete davvero così stupide?? Sono molto deluso, ma vi perdono. Facciamo finta che non sia mai successo. Intanto, però, vi informo che io di soldi non ne ho, sono nullatenente, non possiedo nemmeno una macchina, un mobile, niente. Vi conviene che io continui a lavorare, così magari potrò restituirvi quanto avete speso. Altrimenti, rivolgetevi pure agli avvocati. Staremo in causa per anni, magari pure 17 come è successo a mia mamma per un rimborso, e finirete per spendere molto di più rispetto a quanto mi avete dato. Senza ricavarci alcunché, i miei legali mi hanno già tranquillizzato". 

18 luglio 2025, questo l'ultimo vocale che l'ex influencer Andrea Pinna, prima di rendersi irreperibile (anche per noi di MOW), ha mandato al gruppo Whatsapp 'Oche Spennate', uno dei canali tramite il quale già gestiva le vendite di borse e accessori alta moda, da Chanel a Gucci, passando per tutto l'armamentario dell'haute couture, a prezzi incredibilmente ribassati. Occasioni per le sue follower che, da una prima stima che siamo riusciti a stilare, avrebbero speso in totale 24860 euro (dato in aggiornamento). Sono passati mesi dagli acquisti, ma il denaro non torna indietro: le più 'fortunate', qui stiamo parlando di un gruppo di 45 persone, hanno ricevuto chincaglieria da discount. E cercano da tempo di renderla al mittente, invano. Moltissime altre, non vedendo arrivare nulla (nonostante i 50-90 giorni promessi per la spedizione con l'opzione 'Soddisfatti o rimborsati'), hanno tentato di annullare l'ordine, ottenendo solo fantasiose scuse da parte di Pinna che, col senno di poi, sembra aver cercato di tenersele buone, finché possibile.

"Smettetela di commentare i miei post su Instagram dandomi del truffatore! Per lo stress, mi avete fatto venire la dermatite sulla fronte e pure le emorroidi!", lamenta Pinna in vocali precedenti, a un passo dal tagliare la corda. La pagina Instagram risulta inattiva dal 6 maggio scorso (data dell'ultimo post pubblicato). Ma là sopra i commenti infuriati vengono tuttora cancellati (da chi?), mentre l'attività dell'ex influencer da quel giorno proseguiva sottocoperta tra canali Telegram e gruppi Whatsapp dai nomi pittoreschi: "Le Oche Spennate", "Ochette alla rinfusa" e via ochettando. Come mai la gente continuava a credergli e a comprare nonostante le pubbliche lamentele social? "Perché non riesco più accedere al mio profilo ufficiale, assicurava lui, è stato un hacker a rubarmelo e ora scrive quello che gli pare, non posso intervenire". Stessa scusa tirata fuori il 4 aprile 2024, in un video delirante della durata di 30 minuti. Abbiamo sentito, per ora, 45 persone, tutte tra i 30 e i 60 anni, a cui Pinna dovrebbe dei soldi indietro. Soldi che loro sono quasi sicure non rivedranno mai più, salvo miracoli. Ma hanno un appello da lanciare a chiunque si interfacci col nostro: "Non comprate da Andrea Pinna!". Vediamo come mai...

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Un post condiviso da A. Andrea Pinna (@leperledipinna)

Andrea Pinna era diventato noto, forse ancora prima di Chiara Ferragni, per una serie di frasi sarcastiche e cattivelle che postava sui social. Presto, tali massime di ironia e causticità divennero magliette, tazze, finirono perfino nei 'Baci Perugina'. Una crescita esponenziale per il giovane sardo, ex commesso, sia lato follower che collaborazioni altamente remunerative. Poi, la partecipazione a 'Pechino Express' nel 2015. Dopodiché, si sentì parlare di lui sempre meno. Fino a un paio di anni orsono quando postò sul proprio profilo ufficiale Instagram un video "coming out" che divenne subito virale: il nostro annunciava di essersene andato via da Milano, tornando a vivere in Sardegna a casa dei suoi, anche per affrontare le sue difficili condizioni di salute mentale. Gli era stata diagnosticata la sindrome bipolare, aveva buttato tutti i soldi in sostanze ed eccessi, collezionando a quanto ha raccontato e scritto direttamente tso e tentativi di suicidio. Una testimonianza choc che aveva generato empatia in moltissimi, tanto che oggi l'ex influencer può ancora contare su oltre 400K follower su Instagram. 

La domanda, però, è: come ha impiegato il proprio roboante seguito social da due anni a questa parte? Mettendo in piedi un'attività di vendita, al ribasso, di beni di lusso (borse, scarpe, accessori, perfino mobilia). Quei prezzi stracciati erano possibili grazie al sui fiuto per la moda e alla capacità di scovare siti che mettevano sul mercato scarti di magazzino di grandi brand: "Quella che vi offro è merce originale, nessuno potrà mai certificare il contrario - diceva, smentito poi dalle sue stesse clienti - prodotta dalle firme dell'alta moda, ma che poi non ha passato i test di qualità per piccolissimi difetti di fabbricazione, dettagli praticamente impercettibili all'occhio umano. Sarebbe uno spreco buttarle via, sono pazzesche!", così assicurava. E le follower, tramutatesi in giulive clienti, acquistavano strabiliate.

Mentre mercanteggiava sui prezzi, marciava moltissimo sulle proprie condizioni di salute, specie quando c'era da giustificare ritardi di consegna pressoché inammissibili (abbiamo i vocali): "Scusami amore, so che sei arrabbiata con me e ne hai tutto il diritto, ti sto facendo aspettare troppo. Non voglio farmi fermare dalla mia malattia, lo sai, ma nelle ultime due settimane sono stato colpito da una depressione con mal di testa, un vero e proprio esaurimento come non mi era mai capitato prima. La tua borsa comunque è in volo. Arriverà prestissimo e mi farò perdonare". Intanto, Pinna precisava alle clienti di non far alcun pagamento a suo nome, rimandando a una cricca di collaboratori. Quasi nessuno di questi, pur rispondendo a mail e messaggi delle acquirenti, ha profili social. Uno in particolare, tal Eugenio Piras, è omonimo di un personaggio che compare in uno dei romanzi di Pinna. Per carità, può sempre essere una coincidenza...

Andrea Pinna (a destra) con Costantino della Gherardesca ai tempi di Pechino Express
Andrea Pinna (a destra) con Costantino della Gherardesca ai tempi di Pechino Express Ansa
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La questione rimborsi diventa sempre più intricata di vocale in vocale (che, in questi giorni, abbiamo continuato a ricevere, sempre più sbigottiti). Pinna pretendeva che il pagamento fosse fatto subito, non a suo nome e tramite PayPal, indicando di scegliere la dicitura 'amici/parenti', invece di 'beni/servizi' (l'unica indicata alle transazioni commerciali). "Perché se no ti devo aggiungere il 21 % di Iva, amore, conviene a tutti e due, no?", gli sentiamo dire più volte. Chi si è lasciato tentare dalla proposta, ora è nei guai. PayPal ha, infatti, una policy per cui si prende a carico i rimborsi, una volta fatto reclamo, per le transazioni commerciali, appunto. Nessuna responsabilità, invece, per quelle che coinvolgerebbero, la dicitura, amici e/o parenti. Quindi qualcuno ha effettivamente ottenuto rimborso della spesa effettuata, sì, ma a quanto risulta non da Pinna. Nel caso, da PayPal. 

Pressoché infiniti i numeri di telefono con cui il nostro pare aver contattato le follower-clienti per sollecitare pagamenti o far loro annusare grandi occasioni. A nessuno di questi, da oramai più di una settimana, Pinna risponde più. Lo stesso vale per il telefono della madre Annamaria, anche quello finito in mezzo alle trattative. Sarà stata davvero la signora, anche nominalmente beneficiaria di svariati pagamenti, a portare avanti gli affari? Chissà...

Le follower, alcune aspettano di riottenere indietro i soldi spesi addirittura da gennaio, hanno provato a contattare grandi firme del giornalismo nostrano per denunciare la vicenda. Ma hanno ricevuto picche. "Si sa da sempre che quello...", la risposta. "Eh, ma noi non lo sapevamo! Sono in tante a fidarsi di lui!", hanno replicato. "Andateci piano, qui ci sono di mezzo grossi problemi di salute mentale", l'ultimo consiglio prima di lasciarle visualizzate in eterno. Con tutto il rispetto per il disturbo bipolare dichiarato da Andrea Pinna, qui si starebbe parlando di soldi presi e mai restituiti in cambio di più o meno niente. E ci sono ragioni per ritenere di poter essere, con 45 testimonianze, solo alla punta dell'iceberg. Punta dell'iceberg che conta già già 24860 euro 'intascati' (in nero, verosimilmente?). Dubitiamo che questo 'prendi il malloppo e scappa (?)' possa rientrare tra i sintomi di qualunque patologia afferente alla salute mentale. 

Intanto, nelle ultime ore, Pinna (o chi per lui) sta chiudendo tutti i gruppi Whatsapp e Telegram a cui aveva dato vita per portare avanti il business. Una ragazza, però, dice di aver fatto un colloquio con lui verso metà giugno, una call in video. Il nostro diceva di trovarsi 'nel giardino della clinica in cui sono attualmente ricoverato', ma aveva grandi progetti per il futuro: da settembre, infatti, avrebbe voluto ampliare la propria impresa online, per questo era alla ricerca di collaboratori, sbarcando nel mercato del beauty e cercando, quindi, di vendere creme di bellezza, sempre a prezzi ribassati. Se ora è (quasi) fermo, forse sta già studiano nuovi piani per espandersi. O ricominciare tutto da capo, in un altro settore. 

Intanto, le clienti disperate e a caccia di rimborsi sono riuscite a contattare un rivenditore cinese, attivo proprio in Cina, da cui Pinna si sarebbe rifornito, per chiedergli conto della questione borse. Pure lui non ne vuole sapere. In una mail di risposta (a nostra disposizione), scrive nero su bianco che Pinna lo avrebbe "ingannato gravemente" e che di questa storia "non vuole più saperne niente". Se le 'oche spennate' hanno taciuto finora non è stato certo per mancanza di coraggio o perché vivono nell'agio più sfrenato. Il vocale che ci ha mandato una cinquantenne, con la voce rotta dai singhiozzi, sintentizza alla perfezione le motivazioni di tutte le altre: "Non me la sentivo di fargli troppe pressioni perché gli volevo bene. L'ho visto in quel video due anni fa, prima nemmeno sapevo chi fosse, non seguo influencer e a stento sono sui social. Sentire quel ragazzo parlare così della malattia, di quanto le cose gli fossero andate male tutte insieme e l'energia che dimostrava nel voler rimettersi in piedi, mi ha spinto a stargli vicino, a sostenerlo. Ho fatto il possibile per dargli una mano, volevo che questa attività lo ritirasse su. Ora mi sento davvero un imbecille: il problema non sono tanto i soldi, ma il fatto di essermi fidata tanto di una persona che, dopotutto, non conoscevo per niente. Anche se oramai lo ritenevo un amico. Glielo dicevo proprio: 'Andrea, tu sei l'amico che ogni ragazza vorrebbe avere". 

Certi che Andrea Pinna, l'amico che tutte vorremmo avere, saprà dare lucide spiegazioni di quanto stia succedendo, siamo oltremodo disponibili a ricevere la sua versione. O quella di Eugenio Piras, fa lo stesso. 

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