L’Antitrust ha staccato una sanzione pesante, ben 3 milioni di euro, alla Emme Group S.p.A., l’azienda dietro al marchio Materassi Marion, per una pratica commerciale ritenuta scorretta, ingannevole e aggressiva. Nel mirino sono finite soprattutto le televendite, trasmesse su diversi canali nazionali e locali, in cui i materassi Marion venivano proposti con sconti e offerte che, secondo l’Autorità, non avevano riscontro reale. Il trucco? Presentare sempre un prezzo “promozionale” fortemente ribassato rispetto a un prezzo pieno barrato, che però, stando a quanto accertato, non sarebbe mai stato applicato davvero. A questo si aggiungeva l’assenza del riferimento al prezzo minimo degli ultimi 30 giorni, obbligatorio per le promozioni, e la suggestione di possibili incentivi fiscali. Il risultato? Consumatori invogliati a fissare un appuntamento a casa con i venditori Marion. Come ha spiegato l'avvocato Massimiliano Dona, si tratta di pratiche molto comuni nelle televendite: “Il prezzo barrato era un prezzo di fantasia, e la legge stabilisce che se io affermo di vendere a un prezzo più favorevole rispetto al primo, il primo non me lo posso inventare, ma dev'essere il pezzo più basso fatto negli ultimi trenta giorni”. Ma è nelle visite a domicilio che la pratica commerciale sarebbe diventata ancora più scorretta: come documentato dal bollettino Agcom, i venditori, in alcuni casi rivolgendosi ad anziani, proponevano modelli diversi e molto più costosi rispetto a quelli visti in Tv. A volte con affermazioni ambigue o fuorvianti, altre con paragoni poco trasparenti su qualità e tempi di consegna. Il conto finale? Materassi venduti a oltre 3.000 euro, ben lontani dai prezzi strillati nelle telepromozioni.

Il comportamento scorretto si è protratto per tutto il 2024, tanto che Agcom aveva annunciato l’avvio di un procedimento già a ottobre dello scorso anno. Anche se Marion ha aggiornato di recente le sue comunicazioni pubblicitarie, per l’Antitrust le correzioni non bastano a sanare le violazioni riscontrate. Nel bollettino dell’Autorità Garante pubblicato il 28 luglio, relativo alla sanzione, si spiega esplicitamente che “Le modalità di pubblicizzazione del prezzo in promozione risulterebbero ingannevoli e fuorvianti, apparendo fittizio il “valore commerciale” (prezzo pieno) del materasso, perché non concretamente applicato per periodi consistenti, neppure al di fuori delle promozioni - prezzo che appare barrato nelle televendite/telepromozioni - e/o non fornendo nel messaggio i parametri relativi al prezzo più basso applicato negli ultimi trenta giorni, non consentendo così al consumatore di conoscere e determinare il reale prezzo e l’effettivo valore del prodotto [...] Inoltre, nelle televendite si invita, più volte, il consumatore a contattare la Società per non perdere la promozione in corso mentre, come riportato dai segnalanti ed emerso da documenti interni, durante la visita a domicilio, il consumatore verrebbe spinto ad acquistare i modelli diversi rispetto a quelli presentati nelle televendite, venduti a un prezzo molto più alto di quanto pubblicizzato, tra l’altro affermando che il prezzo promozionale sarebbe riservato a un materasso di spessore e qualità inferiori”.

Come spiega ancora Massimiliano Dona, è vero che la sanzione di 3 milioni di euro può essere in qualche modo ineffettiva per un’azienda che ne fattura oltre 50 l’anno, l’equivalente di 13mila materassi persi, “Ma il problema è che, grazie a queste televendite, l’azienda faceva tutto il suo fatturato. Quindi la sanzione avrebbe dovuto essere molto più pesante. Ma soprattutto, da domani le vedremo ancora queste televendite?”, si chiede l’avvocato che tutela i consumatori. Ma il problema è sempre lo stesso, e ancora uno: l’ineducazione dell’acquirente. Il mercato sarà anche una giungla, e magari è anche giusto che sia così. Il punto è che i clienti ci entrano, in questa giungla, senza machete né guida, né repellente per le zanzare: in infradito e canottiera, totalmente indifesi. Il meccanismo scorre sempre liscio, nella stessa maniera: si organizza una pratica commerciale scorretta, arraffando tutto il possibile finché l’Agcom o chi per lui se ne accorge. Poi la sanzione, che rispetto ai guadagni fatti è relativamente irrisoria. Dopodiché si cambia. Forse. Chi non cambia mai è la parte offesa, che con il solito masochismo non si rende mai conto del fatto che se ogni giorno l’offerta “vale solo per oggi”, e poi il giorno dopo “vale solo per oggi”, e poi così all’infinito, forse qualcosa non torna. Perché, in fondo, nessuno ti obbliga a comprare, se non tramite persuasione. Ma a quel punto sei tu, che ti obblighi da solo a farlo, ed è inutile chiedere etica a chi vende. Basterebbe la logica, a chi compra.
