La “nuova” Flotilla, la “seconda” Flotilla, così i media italiani etichettano la “Freedom Flotilla”, la spedizione umanitaria che ha tentato di sfondare il blocco navale ma che stavolta non portava alimenti, ma medicinali e medici. “Nuova”, “Seconda”, la narrazione mainstream appella in questa maniera la spedizione che ha seguito, di pochi giorni, quella della Global Sumud Flotilla, come a dire “ma ancora insistono?”, “ma non hanno di meglio da fare?”, “e basta!”, “eh si, l’abbiamo capito che andate lì con le barche”. E invece, a pensarci bene, questa spedizione è forse più importante, comunicativamente, della “Sumud”, perché in grado di smontare quella narrazione (da “boomer”, come è stato notato) che voleva la Global Sumud Flotilla come davvero in viaggio per portare alimenti, quando da sempre è stato chiaro che il cibo era il simbolo di una Gaza sotto assedio (per essere equilibrati, sotto “doppio” assedio, di Netanyahu e di Hamas).

Così, tutti a “narrare” di “avete rifiutato la mediazione del Patriarcato di Cipro per fare arrivare gli aiuti umanitari”, “Ah ma allora il vostro scopo non era quello di portare cibo”, “Ah ma allora ve ne fregate se nella striscia di Gaza si muore di fame”. Adesso, con la Freedom Flotilla, carica di medicinali e medici, tenere in piedi questa narrazione falsa diventa difficile, e così la si spaccia come una imitazione, una ripetizione, un elemento kitsch (il troppo stroppia). E invece, questa “seconda” Flotilla è altrettanto pertinente e importante della “prima” e se la Global Sumud ha avuto il merito di accendere le webcam e le piazze sulla situazione palestinese, questa “Freedom” è più pratica, pragmatica, più “fattualmente” (direbbe Vittorio Feltri) importante. Perché se è vero che la narrazione del governo ci ha fatto vedere gli aerei militari italiani che paracadutavano viveri è ben più difficile mantenere questa comunicazione nel caso di medicinali e medici. Perché non si possono paracadutare i medicinali, immaginatevi un bambino palestinese che trova una bella scatolona di monodosi di morfina. Così come non si possono paracadutare medici, infermieri, anestesisti.

E infatti, l’esercito israeliano, questa volta, avendo bene imparato la lezione, la prima cosa che ha fatto, salendo sulle imbarcazioni “mediche”, è stato distruggere le webcam, annullare lo “streaming” che ha rappresentato la vera svolta comunicativa della “Global Sumud Flotilla”. E qui si apre una ulteriore riflessione: il tentativo degli Stati (l’Italia come Israele) di controllare l’informazione anche quella su Internet, perché, come abbiamo visto, le dirette streaming dalle imbarcazioni hanno reso più difficile la comunicazione governativa e anzi, rispetto alla immediatezza non filtrata delle webcam, l’informazione istituzionalizzata, come detto, ha fatto la figura del boomer che non ha capito nulla del mondo in cui vive. A proposito: non è da boomer, anche le dichiarazioni che si fanno sulle manifestazioni di piazza? Tentando in qualche maniera di delegittimarle? Oggi, alle 18, a Milano, con partenza da piazzale Lodi, si manifesterà per la “Freedom Flotilla”. Che non è “seconda”, che non è “nuova”, ma che è capace di riportare la “narrazione”, lo “storytelling” su un piano in cui la comunicazione istituzionale, non al passo con i tempi, per usare un’espressione “social”, può accompagnare solo.
