"Quella donna deve essere processata in Italia e scontare qui l'intera pena". È la presa di posizione di Barbara Scandella, mamma di Giovanni Zanier, il 15enne di Pordenone travolto e ucciso da una soldatessa americana di 20 anni, che guidava ubriaca. "Sappiamo tutti i precedenti che hanno coinvolto militari americani in gravissimi incidenti in Italia, la verità è che, in queste zone, fanno quello che vogliono e restano impuniti. Chiedo alle autorità che neghino l'autorizzazione allo spostamento di giurisdizione negli Usa, anche se so che in quel paese per questi reati le pene sono anche più severe. Ma noi vogliamo seguire il processo e che venga condannata in Italia al massimo della pena". Sono le sue dichiarazioni che vengono riportate oggi su alcuni quotidiani tra cui il Corriere della Sera e Repubblica. "Non potrò mai perdonarla: tutti, a 20 anni, abbiamo fatto le nostre sciocchezze, ma come si fa a bere così tanto prima di mettersi in auto? Nessuno ci restituirà il nostro Giovanni".
Il 15enne è stato investito alle 2.30 della notte tra sabato e domenica scorsi, mentre rincasava a piedi dalla discoteca, a Porcia, alle porte di Pordenone, dall'auto condotta da Julia Bravo, 20 anni, aviere americana da qualche mese alla vicina base Usa di Aviano, dove si trova sottoposta agli arresti domiciliari per omicidio stradale. A vigilare sul rispetto della misura, in attesa dell'udienza di convalida prevista per oggi, sono i carabinieri e la polizia militare Usa del 31° Fighter wing. Nel frattempo, la sua posizione si è aggravata: gli esami tossicologici hanno confermato che si era messa al volante ubriaca: 2,09 grammi di alcol per litro di sangue, ossia quattro volte il consentito.
Il procuratore di Pordenone ha evidenziato come la conducente potrebbe ottenere di essere processata negli Usa. Lo sapeva? Ha chiesto la giornalista di Repubblica alla madre del giovane deceduto e lei ha risposto: "Sì e faremo di tutto, anche con il nostro avvocato, per evitarlo. Pretendo che sia l'Italia a giudicarla, infliggendole quanto si merita. E pretendo anche che, una volta condannata, resti in carcere per tutta la durata della pena. Anche se devo ammettere che, con quello che si sente, non ho grande fiducia", aggiungendo sconsolata: "Nessuna cifra potrà colmare la perdita di nostro figlio. Ma se ci sarà, con quei soldi esaudirò un sogno di Giovanni: comprare un appartamento al mare, a Lignano o a Bibione, che tanto amava, per perpetuarne la memoria".