Come spesso accade dopo la morte di un personaggio famoso e amato dal pubblico, si vengono a creare supposizioni e complotti di ogni tipo che, come nel caso di Lady Diana, rimangono dopo 25 anni ancora senza una risposta. Era il 31 agosto del 1997 quando l’auto su cui viaggiava insieme al suo compagno, il miliardario egiziano Dodi Al Fayed, a causa dell’alta velocità andò a sbattere violentemente sotto il Pont dell’Alma a Parigi. Dalle indagini condotte dopo l’incidente emerse che l’autista, Henri Paul, avesse in corpo una quantità di alcool tre volte superiore rispetto ai limiti consentiti dalla legge, insieme ad un cocktail di psicofarmaci e antidepressivi. A questo andò poi ad aggiungersi l’esigenza di fuggire velocemente via dai paparazzi, lanciati all’inseguimento della coppia in cerca di qualche scoop. In molti ipotizzarono un complotto ordito niente meno che dalla famiglia reale, con annessa complicità dei servizi segreti. La motivazione? Probabilmente la relazione che aveva intrecciato con Dodi Al Fayed, di religione musulmana, e per l’ipotesi di una presunta gravidanza di cui ancora si discute, che avrebbe dato ai principi William e Harry niente di meno che un fratellastro islamico. Dubbi, voci e illazioni che non hanno mai smesso di alimentare l’interesse dell’opinione pubblica verso questa figura immortale, da sempre e per sempre considerata la Principessa del popolo. Nel venticinquesimo anniversario della scomparsa i suoi figli ricorderanno l’amatissima mamma separatamente con le loro famiglie, dopo i dissapori che hanno incrinato i rapporti tra i due. Probabilmente, non insieme, faranno visita alla tomba della principessa nella tenuta degli Spencer, dove riposa lontano da sguardi indiscreti. Nessun evento è stato annunciato da Buckingham Palace, residenza della Regina, in quanto ricorrenza privata.
La principessa Diana, due anni prima dell’incidente stradale predisse che sarebbe morta in questo modo. La rivelazione, che in seguito divenne nota come ‘Mishcon Note’, si sta discutendo nella nuova docuserie "The Diana Investigations" che ha creato non poco scalpore. Nell'ottobre del 1995, Diana chiese di avere un incontro privato con il suo consulente legale personale Victor Mishcon, probabilmente per discutere con lui proprio di questo pensiero. Secondo Mishcon, che durante la loro conversazione prese appunti, Diana avrebbe raccontato che da alcune "fonti affidabili", che però sarebbero rimaste anonime, era stata informata "che avrebbero potuto inscenare un incidente d'auto". Stando a quanto raccontato dagli esperti nella docuserie, Mishcon avrebbe consegnato la nota del suo incontro con Diana al commissario della polizia metropolitana di Londra dell'epoca, Sir Paul Condon. Solamente dopo che il successore di Condon, John Stevens, assunse l'incarico che il pubblico fu messo a conoscenza dell'esistenza di questa nota, dato che Condon l'aveva chiusa in una cassaforte di Scotland Yard. Tuttavia, stando alle parole del commissario Stevens, la pista aperta dalla nota di Mishcon non portò ad alcuna conferma delle affermazioni di Diana. Non solo, a quanto pare esisterebbe anche un secondo documento del genere, una lettera presumibilmente scritta da Diana nell'ottobre 1996, due mesi dopo il suo divorzio dal principe Carlo, in cui riecheggiava una premonizione simile. In tantissimi credono da sempre che l’incidente che causò la morte di Lady Diana fosse stato architettato nei minimi dettagli, e a quanto pare anche la Principessa sapeva con largo anticipo che avrebbero provato a sbarazzarsi di lei.