Sulla scena del crimine le coincidenze non esistono. Ma a quanto pare neppure gli errori di comunicazione. O presunti tali. Tira un brutto vento in quel di CityLife e limitrofi. Si dice spesso che i terremoti emotivi sono sempre brutti consiglieri e l’istinto può far più danni della grandine. Niente di più vero. Questa volta Federico Lucia, in arte Fedez, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Milano con l'accusa di rissa, lesioni e percosse. C’è da scommettere che preferisse ancora una volta le denunce del Codacons. Certo è che ha straparlato al Salone del libro di Torino dove era stato chiamato ad intervenire in tema di salute mentale. Ai microfoni del programma di Rete 4 Zona Bianca, difatti, l’ex marito di Chiara Ferragni - anche se il divorzio non è dato sapere se sia stato già avviato - ha negato di far parte del “commando” che si è reso responsabile del pestaggio ai danni di Cristiano Iovino, noto alle cronache per il caffè bevuto con Ilary Blasi, che fu la signora Totti. La spedizione punitiva, però, non a caso avvenuta davanti alla sede di Casa Milan, avrebbe avuto – oltre agli ultras della curva sud rossonera – proprio il rapper tra i protagonisti. Così testimonierebbero, oltre ad alcuni vigilantes, anche le telecamere di video sorveglianza che lo avrebbero immortalato quando scendeva dal mini van. Fedez non solo ha smentito di essersi trovato lì, ma anche parlato di mancata sussistenza del reato di lesioni in danno del personal trainer. Ciò perché Iovino non ha sporto denuncia e non si é fatto refertare al Pronto soccorso. Peccato, però, che all’indomani di quell’intervista sia stata resa nota la sua iscrizione nel registro degli indagati. Per un altro tipo di reato, quello di rissa. Nessun errore di comunicazione apparente, dicevo. Ma un linguaggio del corpo capace di esprimersi più delle sue stesse parole.
Nel corso della chiacchierata, di fronte alla telecamera di Mediaset, Fedez ha assunto un atteggiamento palesemente teatrale, impostato. Si era evidentemente preparato come e cosa dire. A tradirlo, tuttavia, ci ha pensato il suo linguaggio del corpo. Che è quello che racconta le nostre emozioni. Il rapper ha in primis esibito una spiccata gesticolazione che trasudava un profondo nervosismo. Una gesticolazione che non fa parte del suo comportamento basale. Quel comportamento, cioè, che Fedez utilizza abitualmente per comunicare. Non solo. Il suo muovere impulsivamente e in maniera incontrollata le mani non è apparso in sincronia con il sorriso che ha esibito. Un sorriso che noi addetti ai lavori chiamiamo “del disagio”. Movimenti oculari rapidi, tensione muscolare intorno agli occhi e corrugamento delle sopracciglia. L’apice, della tensione si è manifestata nel momento in cui si è trovato a parlare di Procura e di reato di lesioni. Evidentemente perché consapevole di muoversi in un campo minato, quello giuridico. In questo senso, per quanto potesse aver studiato il "legalese", non è (e non era) certo suo pane quotidiano. E lo si è visto. In quei frangenti l’ex Ferragnez, pur tentando di recitare ancora la parte imparata, chiude le spalle e si raccoglie in sé stesso. Dimostrando di essere totalmente sopraffatto dalle sue stesse emozioni nonostante abbia cercato come meglio poteva, aiutandosi con il corpo, di reprimerle.
C’è poi un altro passaggio dirimente che dimostra l’elevata intensità emotiva sperimentata dal rapper. Quando dice: “Io non c’ero lì, e quindi?” Ebbene, in quei frangenti, oltre a sorridere, arriccia la bocca. Esprimendo tutto il suo disagio e tutta la sua tensione emotiva. Certo, Fedez avrebbe potuto fare un’istanza 335 prima di affermare che lui non era presente al momento del pestaggio del personal trainer dei vip, Cristiano Iovino. Per chi non lo sapesse, infatti, la richiesta ex. art. 335 c.p.p., da presentare all'Ufficio del Casellario, consente di ricevere comunicazione circa l'iscrizione del proprio nome nel Registro delle notizie di reato come indagato o persona offesa. Se lo avesse fatto, magari avrebbe saputo non solo di essere indagato. Ma anche di esserlo per il reato di rissa e non per quello di lesioni risparmiandosi quella pantomima. Dico pantomima per non utilizzare un linguaggio scurrile. Ad ogni modo, chi non impara dagli errori del passato è destinato a ripeterli. Così, diceva qualcuno. Certo è che ancora una volta c’è un Ferragn-Ex che non ha capito che spesso è meglio tacere perché si rischia che la toppa diventi peggio del buco.