Gli esperti di mafia e di terrorismo in generale lo sanno bene: nessun boss si allontana mai dal suo territorio, neanche durante la latitanza. Pablo Escobar, Bin Laden, lo stesso Riina: tutti i capi delle più grandi organizzazioni criminali non si sono mai effettivamente allontanati di molto dai luoghi in cui avevano radicato le proprie "imprese". Essere presenti, anche fisicamente, è un segnale inequivocabile per la comunità e l'unico sistema per attuare un effettivo controllo sui propri sottoposti. Non stupisce, dunque, che anche Matteo Messina Denaro abbia scelto di restare a Palermo - per quanto a lungo lo scopriremo (forse) con il passare delle settimane e con le eventuali rivelazioni che dovesse rilasciare agli inquirenti - quantomeno nel corso dell'ultimo periodo della sua latitanza.
A destare piuttosto un certo senso di straniamento è la constatazione in merito alla distanza che separa la clinica La Maddalena dall'epicentro della lotta alla mafia siciliana e nazionale. Stando alle prime riscoruzioni, infatti, i Carabinieri sarebbero intervenuti all'interno della struttura sanitaria posta in Via San Lorenzo 312/D, a Palermo. Ma è proprio lungo la stessa arteria - al civico 1, per l'esattezza - che trovano posto gli uffici della Direzione Investigativa Antimafa.
Una circostanza quantomeno imbarazzante, se consideriamo che, come emerso dalle prime indiscrezioni, lo stesso Messina Denaro sarebbe stato ospite della clinica per oltre un anno, prima del suo arresto, e che testimonia in ogni caso l'assoluta spregiudicatezza del boss nel muoversi con disinvoltura all'interno di una Palermo che, evidentemente, ha saputo fornire ben più di una sponda, alla sua latitanza, nel corso degli ultimi 30 anni.
Non sappiamo, naturalmente, quale tipo di attività investigativa sia stata effettuate negli ultimi mesi e da quanto tempo il boss fosse sotto osservazione. È possibile che negli uffici della DIA la questione fosse perfettamente nota, ma se lo era viene da chiedersi perché si sia atteso oltre un anno per intervenire. Insomma, se voi foste l'uomo più ricercato d'Italia andreste a farvi ricoverare a poche centinaia di metri proprio da chi vi dà la caccia? In Sicilia e a Palermo la risposta, evidentemente, è sì. Fortunatamente, anche i boss ogni tanto si sbagliano.